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Pochi in organico, protestano gli agenti del carcere di Crotone
Pochi in organico, protestano gli agenti del carcere di Crotone 05 mar 16 Il personale della polizia penitenziaria in servizio a Crotone ha protestato nei giorni scorsi rifiutando il pasto servito nella mensa di servizio, a causa delle gravi difficoltà operative, derivanti dalla carenza di organico. Alla protesta ha aderito tutto il personale compreso quello non appartenente alla polizia penitenziaria. A rendere nota la notizia è Donato Capece, segretario generale del sindacato autonomo della polizia penitenziaria (Sappe). "La segreteria generale del Sappe - è scritto in una nota esprime la massima solidarietà e condivisione verso l'iniziativa del personale di Crotone; iniziativa che giunge dopo tante segnalazioni fatte all'amministrazione centrale e soprattutto regionale, il cui immobilismo ci preoccupa per il futuro del buon andamento della struttura di Crotone e di tuttI gli istituti calabresi". Infatti - afferma Capece - negli ultimi anni, a fronte di una continua riduzione del personale sono state attivate nuove sezioni detentive e nuovi istituti penitenziari, senza procedere all'adeguamento dell'organico della polizia penitenziaria". "Con le 1.478 unità previste dal decreto ministeriale del 2013 - prosegue - si è proceduto all'attivazione di nuove strutture come Laureana di Borrello, Arghillà a Reggio Calabria, il nuovo padiglione detentivo di Catanzaro, nonché le nuove sezioni detentive di Vibo Valentia, di Paola, di Rossano Calabro che ospita anche i detenuti accusati di terrorismo internazionale e di Reggio Calabria. Tutto questo ha determinato la riduzione del personale in quasi tutti gli istituti della regione, dai quali si è attinto per attivare le suddette strutture. Infatti, oltre a Crotone che, come detto, ha subito una riduzione del 51% rispetto all'organico determinato nel 2001, anche altri reparti hanno subito una consistente riduzione di organico: Vibo Valentia 30%, Cosenza 16%, Catanzaro, nonostante l'apertura del nuovo padiglione, ha subito una riduzione del 10% e la stessa sorte è toccata al Reparto di Locri per una percentuale del 10%. Non sono messi meglio gli altri Istituti della provincia di Reggio Calabria, dove si è reso necessario il continuo invio di personale distaccato, con tutte le conseguenze che ne sono derivate, in particolare per la nuova struttura di Arghillà a Reggio Calabria, dove a distanza di anni dall'attivazione non si riesce a stabilizzare il personale". "A seguito di ciò - conclude - si è determinato un notevole accumulo di congedo nei vari istituti. A Palmi, per esempio, il personale di polizia penitenziaria deve fruire di10000 giornate di congedo. Le carenze di personale causano anche un n notevole accumulo di lavoro straordinario, tant'è che negli anni passati è stato necessario stanziare circa 380.000 ore. Da rilevare, infine, che la carenza di uomini e donne della polizia penitenziaria causa un notevole abbassamento dei livelli di sicurezza, in una regione dove sono presenti molti detenuti appartenenti al circuito alta sicurezza. Per queste ragioni risulta necessario e indispensabile un consistente aumento del personale di polizia penitenziaria nella regione Calabria che non dovrà essere inferiore alle 300 unità".
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