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    Sbarco di 629 migranti a Reggio. Ci sono anche 45 salme con 3 minori

     

    Sbarco di 629 migranti a Reggio. Ci sono anche 45 salme con 3 minori

    29 mag 16 E' arrivata nel porto di Reggio Calabria la nave militare "Vega" con a bordo 629 migranti e 45 corpi recuperati in mare dopo l'ennesimo naufragio avvenuto al largo della Libia. I cadaveri raccolti in mare appartengono a 36 donne, sei uomini e tre minori con età che vanno da sei mesi a due anni. Tra i sopravvissuti ci sono 419 uomini, 138 donne e 72 minori di varia nazionalità (Pakistan, Libia, Senegal Eritrea, Nigeria, Siria, Marocco e Somalia). Dei migranti arrivati in Calabria, 155 provengono dal barcone che si è rovesciato al largo delle coste della Libia. Alle operazioni di sbarco, coordinate dalla Prefettura di Reggio Calabria, partecipano i rappresentanti del Comune di Reggio, delle forze di polizia, dell'Azienda sanitaria e ospedaliera e del 118, le associazioni di volontariato e degli organismi umanitari. Le salme, che saranno portate in alcuni mezzi appositi messi a disposizione dalla Croce Rossa Italiana, sbarcheranno per ultime. Le condizioni di salute dei migranti sbarcati sono giudicate discrete. In particolare, però, per i 155 profughi che si trovavano sul barcone rovesciatosi al largo delle coste libiche si segnalano delle ferite dovute a quella drammatica circostanza e stati d'ansia per la perdita di propri cari. Dodici sono le donne in gravidanza ci cui tre all'ottavo mese. Segnalati anche alcuni casi di scabbia. Le operazioni di primo soccorso e assistenza si stanno svolgendo dietro uno spesso cordone di forze dell'ordine. Al lavoro ci sono la Polizia di Stato, i Carabinieri e la Guardia di Finanza, personale del Comune, della Provincia, della Capitaneria di porto, dell'Azienda ospedaliera, dell'Usmaf. Presenti gli operatori del 118 e i volontari delle diverse associazioni presenti, tra cui la Caritas, il Coordinamento ecclesiale e la Croce Rossa italiana. Una volta completata questa fase si procederà al trasferimento dei migranti secondo il piano di riparto predisposto dal Ministero dell'Interno che prevede l'invio di 20 di loro in Basilicata, 125 in Campania, 25 nella Provincia autonoma di Bolzano, 100 in Friuli Venezia Giulia, 300 Lombardia mentre 34 rimarranno in Calabria. Nella Provincia autonoma di Trento arriveranno 25 nuclei familiari.

    Anche neonato tra salme. Tra le 45 salme giunte al porto di Reggio Calabria c'è anche quella di un neonato di 8 mesi: lo afferma l'associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, i cui volontari erano presenti all'arrivo della nave che trasporta 629 superstiti e 45 corpi. "La cosa più impressionante è il container frigorifero di 17 metri che è stato predisposto al porto per ospitare le salme allo sbarco. Prego il Signore che doni agli europei occhi per vedere le necessità e le sofferenze dei fratelli" commenta Giovanni Fortugno, del Coordinamento diocesano di cui la Comunità fa parte. "Garantiamo la disponibilità all'accoglienza di tutti i minori che sono rimasti da soli" sottolinea il Responsabile Generale della Comunità Giovanni Ramonda, che spiega: "sin da subito ospiteremo i familiari delle vittime per dare loro assistenza umana e supporto psicologico".

    Naufragio causato da una falla. "Abbiamo effettuato questo recupero a circa 40 miglia dalle coste libiche mentre eravamo impegnati nel dispositivo 'Mare sicuro' della Marina Militare. Su segnalazione di un elicottero siamo intervenuti assieme ad un altra unità della Marina Militare". A parlare è il tenente di vascello Raffaele Martino in servizio a bordo della nave "Vega" giunta stamani nel porto di Reggio Calabria. "Ci avevano segnalato - prosegue l'ufficiale - la presenza di un barcone affondato, con dei migranti in acqua. Abbiamo immediatamente raggiunto la zona per poter effettuare i primi soccorsi e recuperare i superstiti del naufragio. Cosa che abbiamo fatto. Successivamente abbiamo avviato le ricerche per il recupero delle persone annegate. Abbiamo recuperato 155 superstiti e 45 salme, e tra queste 36 donne, 6 uomini e tre minori". Non c'è certezza, secondo il tenente di vascello Martino sulle cause del naufragio. Solo ipotesi. "Le cause sono in fase di accertamento - dice - da parte dell'Autorità giudiziaria. Comunque, sembrerebbe dovuto, da una prima analisi, ad una falla sullo scafo del barcone. Quattro sono stati i nostri interventi di soccorso nella notte tra il 26 e 27 maggio, e per tutta la giornata del 27. Il personale ha lavorato senza soste per portare in salvo quante più persone possibili. E' quello che fanno in mare gli equipaggi della Marina Militare quando si tratta di salvare delle persone. Non lasciamo indietro nessuno".

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