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    Sequestro tratto A3, lavori fecero esondare fiume Mesima. Strada rimane aperta

     

    Sequestro tratto A3, lavori fecero esondare fiume Mesima. Strada rimane aperta

    12 mag 16 L'esondazione del fiume Mesima, avvenuta il 23 marzo scorso, è stata provocata dall'eliminazione di un "tratto considerevole del preesistente argine sinistro del corso d'acqua a monte del viadotto autostrada". E' quanto emerso nel corso delle indagini condotte dalla Guardia di finanza di Vibo Valentia e dirette dalla Procura della Repubblica che hanno portato al sequestro di un tratto di otto chilometri dell'Autostrada Salerno - Reggio Calabria, compreso tra gli svincoli di Mileto e Rosarno. Nel provvedimento di sequestro del tratto autostradale viene evidenziato come sono stati commessi "fatti diretti a cagionare un disastro ed in particolare l'esondazione delle acque del Fiume Mesima, verificatosi il 23 e 24 marzo scorso, e la conseguente inondazione con riversamento nella strada attigua Sp 58 e nelle aree golenali, minando la sicurezza dei luoghi e delle attività e facendone derivare un pericolo per l'incolumità pubblica".

    Su opera rischio idrogeologico. Sul tratto dell'autostrada Salerno - Reggio Calabria, compreso tra Mileto e Rosarno, esiste un "rischio idraulico/idrogeologico che investe l'opera". E' quanto evidenzia la Procura di Vibo Valentia nel provvedimento che ha portato al sequestrato del tratto autostradale dell'A3. Gli elaborati "peritali preliminari - è scritto nel provvedimento - hanno consentito di portare alla luce con certezza l'esistenza del rischio idraulico/idrogeologico che investe l'opera in corso di realizzazione e che, a causa dell'interferenza del fiume Mesima con la medesima e, più in dettaglio, con i viadotti Mesima 1,2,3 e 4, potrebbe determinare fenomeni di esondazione, come già avvenuto il 23 e 24 marzo 2016, con derivata inondazione delle strade attigue, a fronte di fenomeni atmosferici importanti, anche se non eccezionali".

    Traffico aperto. Nonostante il sequestro disposto dalla Procura di Vibo Valentia ed eseguito dalla Guardia di finanza il tratto di circa otto chilometri dell'Autostrada Salerno - Reggio Calabria, compreso tra gli svincoli di Mileto e Rosarno, resterà aperto al traffico. Non sarà transitabile, invece, il tratto della strada Provinciale 58, in corrispondenza del viadotto sul fiume Mesima. Anche quest'ultima infrastruttura rientra nel provvedimento di sequestro emesso dalla Procura di Vibo Valentia.

    Marzi Amministratore giudiziario. "La Procura di Vibo Valentia ha nominato il Capo Compartimento Anas della Salerno-Reggio Calabria, ingegner Vincenzo Marzi, amministratore giudiziario del tratto della A3 sequestrato stamani e compreso tra gli svincoli di Mileto e Rosarno". Lo rende noto l'Anas. La decisione è stata adottata - è scritto nel comunicato - "per assicurare 'il corretto ripristino dello stato dei luoghi e la loro messa in sicurezza', nonché 'la corretta e trasparente gestione con supervisione della ultimazione dei lavori appaltati' e 'per garantire il ripristino delle condizioni di legalità'. L'ingegner Marzi ha ritenuto opportuno accettare le dimissioni del direttore dei lavori Francesco Caruso e del responsabile del procedimento Consolato Cutrupi. Il tratto autostradale, che era stato aperto al traffico nel luglio 2014, resta transitabile. Infatti la stessa Procura ha dichiarato nel provvedimento di sequestro, così come anche Anas ritiene, che per il tratto in questione non sussiste allo stato 'alcun pericolo intrinseco di cedimento/crollo/caduta/instabilità'. Anas collaborerà con il consulente tecnico nominato dalla Procura per eseguire tutte le verifiche necessarie e concordare gli interventi di inalveazione per la messa in sicurezza del fiume Mesima, che erano ancora in corso di esecuzione. Nel frattempo Anas ha già attivato autonomamente i controlli su tutte le attività svolte dall'appaltatrice Impresa Cavalleri Ottavio Spa, per accertare e quantificare difformità e inadempienze". "Anas, che ha già altri contenziosi in essere con la medesima impresa di costruzione - riporta ancora il testo - a valle delle verifiche si riserva di adottare nei suoi confronti tutti i provvedimenti che riterrà opportuni anche in considerazione della gravità dei fatti emersi nel corso della indagine. In tema di smaltimento dei rifiuti, Anas precisa che già nel febbraio 2016, a seguito di segnalazione della Guardia di Finanza, aveva provveduto a trattenere all'appaltatore l'importo di oltre 404 mila euro".

    Indagati: Gregorio Cavalleri, di Dalmine (Bg); Vincenzo Musarra, nato a Palermo ma residente a Verdello (Bg); Marco Angelo Broso, di Sergnano (Cr); Maurizio Aramini, di Taurianova (Rc), ma residente a Roma; Gianfranco Vasselli, di Viareggio (Lu), residente a Roma; Angelo Dandini di Anagni (Fr); Fabrizio Tragna, di Agrigento, residente a Palermo; Settimio Branchi di Roma; Giovanni Parlato, di Salerno, residente a Roma; Paolo Campanella di Castelluccio Inferiore (Pz); Marcello Ranalli di Giulianova (Te); Carla Rota di Alme’ (Bg); Alessandro Rossi, di Castiglion Fibocchi (Ar); Dino Laporini, di Filattiera (Ms); Giovanni Fiordaliso, di Reggio Calabria; Consolato Cutrupi, di Reggio Calabria; Salvatore Bruni, di Catanzaro; Francesco Caruso, di Cosenza; Antonio Cannata’, di Cinquefrondi (Rc); Pietro Lo Faro, di Decollatura (Cz); Maria Stella Orecchio (44 anni) di Soriano Calabro (Vv). Gli indagati sono accusati di diverse irregolarita’ nell’esecuzione delle opere. I reati, a vario titolo ipotizzati, vanno dalla truffa al disastro doloso.

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