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    Siulp "Grave chiusura posto di polizia a Cetraro"

     

     

    Siulp "Grave chiusura posto di polizia a Cetraro"

    23 lug 16 E’ trascorso un anno mezzo dalla soppressione del Posto Fisso di Polizia di Cetraro e gli effetti del provvedimento, formalmente contestato dal Siulp con documenti ufficiali e manifestazioni pubbliche di protesta, nel tempo, hanno purtroppo dato ragione allo stesso Siulp ed al fronte del “No alla chiusura”. Addirittura, l’altro ieri, è sopravvenuta l’operazione “Frontiera” (DDA e Carabinieri) che ha portato all’emissione di 58 ordinanze di custodia cautelare per gravi reati associativi di stampo ‘ndranghetistico. Un’operazione che ha fatto ancora più luce su un complesso fenomeno malavitoso che da tanti anni affliggeva il territorio cetrarese ed il tirreno cosentino. Il Siulp, conscio delle problematiche che affliggevano Cetraro ed il suo comprensorio, intervenne più volte, sia nei giorni immediatamente precedenti all’emanazione del provvedimento di chiusura (che definimmo sconsiderato) del Posto Fisso di Polizia che nei giorni a seguire, nel tentativo di scongiurare la chiusura definitiva del presidio. Tra tutti i momenti di lotta facciamo memoria del sit-in che tenemmo nella piazza principale di Cetraro il 19 gennaio 2015 con relativo volantinaggio a sostegno della popolazione cetrarese e delle nostre ragioni. In sintesi, denunciammo la percepita compressione del diritto alla sicurezza dei cittadini di un territorio particolarmente martoriato da fenomeni di ‘ndrangheta che, secondo il Siulp, meritava, al contrario, un potenziamento delle forze di Polizia sul campo. Mai ci saremmo aspettati la soppressione di un presidio di legalità che, negli anni ottanta, venne fortemente voluto dalla cittadinanza che, esasperata da eventi criminali estremi (a cominciare dall’omicidio di Giovanni Losardo), ne aveva invocato con forza l’istituzione. Né avremmo immaginato che un Questore, nella sua qualità di Autorità tecnica di Pubblica Sicurezza, anziché profondere uno sforzo organizzativo particolare per rendere ancora più efficace l’operato del Posto Fisso di Polizia a Cetraro ed in quel comprensorio, potesse consentire la dolorosa (per i cittadini ed i poliziotti che vi prestavano servizio) chiusura del medesimo Ufficio. A rendere ancora più amare le considerazioni del Siulp furono le motivazioni poste alla base del provvedimento di chiusura e la garanzia in essa contenuta a firma del Capo della Polizia di allora: “con l’assegnazione delle relative risorse (quelle del prosciolto Posto Fisso di Cetraro - nds) al vicino Commissariato di PS di Paola l’attività di controllo del territorio e di contrasto alla criminalità nell’area in argomento verrebbe ad essere garantita in modo ancora più efficace“. Dichiarammo la nostra perplessità al riguardo e sul come poteva concretizzarsi un’attività di controllo del territorio e di contrasto alla criminalità in maniera ancora più efficace basandosi sul “potenziamento” del Commissariato di PS di Paola (distante 30 km. e che in quel tempo doveva già fare i conti con organici sottodimensionati e mezzi insufficienti). Come poteva, infatti, considerarsi un “potenziamento” per la sicurezza di entrambi i centri quel “trasferimento”, che in concreto non modificava la dotazione organica complessiva di uomini e mezzi, era e rimane una domanda senza risposta, soprattutto perché la strategia pensata dai vertici provinciali dell’Amministrazione della PS era quella di garantire il servizio delle Volanti nel corso delle 24 ore sia a Paola che a Cetraro. Per il Siulp era un intento irrealizzabile, poiché appariva evidente che spesso, proprio per carenza di personale, non sarebbe stato possibile garantire due Volanti (una per Paola e una per Cetraro) per tale scopo e che l’unica Volante che il più delle volte il Commissariato di PS di Paola sarebbe riuscita a produrre non poteva garantire contestualmente ed efficacemente la sicurezza e gli interventi sia in un centro che nell’altro. Eravamo ragionevolmente preoccupati per la sicurezza dei cittadini e dei poliziotti e lo dichiarammo più volte alla stampa. Per questi motivi stigmatizziamo ancora oggi il comportamento dell’Amministrazione in relazione alle condizioni di sicurezza in servizio del personale delle Volanti del Commissariato di PS di Paola che continua ad essere impiegato anche sul territorio di Cetraro con autovetture che hanno percorrenze molto elevate e con le stesse pattuglie che soffrono di isolamento operativo (soprattutto nelle ore notturne), non avendo in Cetraro alcun supporto logistico per un tale delicato servizio. Inoltre l’unica Volante soventemente prodotta dal Commissariato di PS di Paola deve teoricamente garantire il servizio in entrambi i centri e rispettive periferie, ed è, perciò, costretta a fare la spola tra i due territori. Può accadere allora che, se giunge una richiesta di intervento urgente a Paola mentre la Volante è a Cetraro o viceversa l’intervento non può essere ragionevolmente soddisfatto prima di 20-30 minuti (tempo medio stimato per lo spostamento in condizioni normali) ed inesorabilmente non prima di 30-40 minuti nel periodo estivo a causa degli inesorabili rallentamenti ed ingorghi causati dall’aumento esponenziale della popolazione turistica e del conseguente traffico veicolare. Lunghi spostamenti in emergenza che, oltre ad allungare i tempi d’intervento, teoricamente fanno aumentare il rischio anche per l’incolumità dei poliziotti e degli automobilisti in transito sulla già di per sé pericolosa Strada Statale. Considerando, inoltre, che in caso di impiego di una sola Volante per Paola e Cetraro, in condizioni di normalità, nell’arco delle sei ore di servizio, essa permane fisicamente (in media) due ore nel territorio di Paola, due ore in quello di Cetraro e le restanti due in transito sulla Strada Statale tirrenica che unisce i due centri, sorge spontanea la domanda sulla reale efficacia del controllo del territorio e la conseguente sicurezza che in tali condizioni i vertici provinciali dell’Amministrazione della PS pensano di garantire per i cittadini delle due città e dei rispettivi comprensori. Al Questore di Cosenza, dott. Luigi Liguori, pertanto, il Siulp chiederà se ritiene ancora attuale questo piano di controllo del territorio per garantire la sicurezza di entrambi i centri (Paola e Cetraro), in queste condizioni e con l’attuale organico del Commissariato di PS di Paola, e, soprattutto, anche alla luce dei fatti emersi dalle indagini dell’operazione “Frontiera”, ove emerge la tracotanza delle cosche nel minacciare ed aggredire le forze dell’ordine, come egli pensa di garantire la sicurezza degli stessi operatori di Polizia costretti, fino a nuove disposizioni, ad operare anche di notte ed in isolamento operativo a tanti km. dal proprio ufficio. In definitiva, due cose appaiono certe in questa vicenda. La prima è che il Siulp aveva ragione a protestare per la chiusura del Posto Fisso di Polizia di Cetraro e che le rivendicazioni non erano condizionate da nessuna ideologia politica ma dalla sola consapevolezza di quanto fosse rischioso questo provvedimento; e le parole dette l’altro ieri in conferenza stampa dal dott. Nicola Gratteri e dagli altri investigatori altro non fanno, purtroppo, che avvalorare le nostre tesi: “la cosca controllava tutto, dalla pesca alle lavanderie, alle discoteche” … “in mano al clan tutta l’economia della costa tirrenica” … “il clan Muto controllava anche il respiro dei cetraresi”. La seconda è che il Siulp non rinuncerà a svolgere la sua mission istituzionale di denuncia e di rivendicazione di migliori condizioni lavorative, con il fine di ottenere garanzie di più elevati livelli di sicurezza per i cittadini e per tutti i poliziotti e, nel caso in specie, per quelli del Commissariato di PS di Paola, nella convinzione che solo un poliziotto messo nelle condizioni di operare in sicurezza può produrre realmente sicurezza. Ritornando alla precitata operazione “Frontiera”, il Siulp di Cosenza, per il lavoro prodotto ed i risultati ad oggi conseguiti, esprime vive congratulazioni al dott. Nicola Gratteri, agli altri magistrati della DDA di Catanzaro ed ai Carabinieri che hanno preso parte all’importante attività anti ‘ndrangheta, ed auspica che la popolazione e le istituzioni di Cetraro e di tutto l’alto tirreno cosentino possano capitalizzare questo storico risultato per l’affermazione della cultura della legalità e per il rilancio dell’economia sana di un territorio ricco di risorse.

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