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    Oeprazione Dia: Non concessi gli arresti per l'on Galati: Presto chiarirò

     

    Oeprazione Dia: Non concessi gli arresti per l'on Galati: Presto chiarirò

    19 lug 16 La Dda di Reggio Calabria, nell'ambito dell'inchiesta condotta da Polizia e Dia, aveva chiesto l'arresto del deputato Giuseppe Galati di Alleanza Liberalpopolare-Autonomie per corruzione aggravata dalle modalità mafiose, ma il gip non l'ha accolta perché non ha ritenuto sussistesse un quadro indiziario grave. Richiesta d'arresto anche per il sen. Antonio Caridi, di Fi. Il gip ha ritenuto in questo caso che le accuse fossero assorbite dall'ordinanza emessa nell'operazione Mammasantissima.

    Pm: Caridi presentò Galati a cosca. Il senatore Antonio Caridi si sarebbe speso con la cosca Raso-Albanese-Gullace per un incontro con il deputato Giuseppe Galati che per due volte si sarebbe incontrato con gli emissari della cosca che gli avevano chiesto aiuto per rendere fabbricabile un'area urbana di Roma, senza ottenere il favore richiesto, proponendogli persino la cessione di una parte di quell'area. A riferirlo sono stati inquirenti ed investigatori incontrando i giornalisti. La Dda reggina aveva chiesto l'arresto di entrambi i parlamentari, ma il gip ha rigettato la richiesta. Per Caridi perché già interessato dal provvedimento cautelare - che dovrà essere discusso dalla Giunta per le autorizzazioni a procedere - nell'inchiesta Mammasantissima. Per Galati, invece, il gip non ha ritenuto sussistente un quadro indiziario grave.

    Gip: Nessuna prova. Le indagini condotte da Polizia e Dia "danno sicuramente conto di un coinvolgimento dell'onorevole" Galati "nella vicenda del blocco dei lavori di realizzazione edilizia in zona vincolata, nella zona sud della periferia di Roma (in tal senso depongono le conversazioni intercettate, invero intercorse tra Antonio Caridi e Jimmy Giovinazzo al fine di organizzare incontri de visu con il senatore ed i due documentati incontri a Reggio Calabria tra Galati, Caridi e Girolamo Giovinazzo), ma difettano della prova sia della proficuità dell'intervento richiesto ed offerto (sblocco dei lavori o aggiudicazione degli appalti), sia della ricezione od anche solo dell'accettazione di un immobile di proprietà di Rocco Politi". E' questo il motivo che ha spinto il gip di Reggio Calabria a non accogliere la richiesta d'arresto avanzata dalla Dda nei confronti dell'on. Giuseppe Galati, adesso in Gal. Secondo l'accusa, Galati - nei cui confronti è stato ipotizzato il reato di corruzione aggravata dall'agevolazione mafiosa - "per compiere un atto contrario ai suoi doveri di ufficio, ovvero consentire alla cosca Raso-Gullace-Albanese ed in particolare al ramo mafioso facente capo a Girolamo Raso, di ottenere lo sblocco dei lavori edili sospesi perché eseguiti in zona vincolata sita nel Parco naturale Decima Malafede a Roma, nonché l'aggiudicazione di appalti pubblici relativi a lavori di trasporto e smaltimento di rifiuti urbani del Comune di Roma, riceveva o comunque accettava la promessa di utilità, consistente nell'acquisizione della disponibilità di un immobile". Quali elementi a sostegno dell'accusa, il gip ricorda l'intercettazione in cui, il 17 settembre 2009, Luciana Politi dice alla sorella: "..gli ha detto (Jimmy) .. guarda, se tu riesci a farci questa cosa, io parlo con mio cognato .. con Rocco .. no... e faccio darti un pezzo di terreno a te a questo onorevole personalmente. Quindi ha detto si interessa si interessa per forza perché a lui questa zona gli piace .. però, ha detto, essendo parco non puoi fare niente .. però se riesci a sbloccare la casa, calcola che 500 metri di terra, perché lui vuole costruirsi la casa... in questa zona, perché gli piace... te li diamo a te. allora lui si è interessato". "Il compendio indiziario - scrive il gip - lascia certamente il varco a più che un sospetto sul nesso, implicato dall'accusa, tra gli incontri del settembre/ottobre 2009 intercorsi tra Giovinazzo, Caridi e Galati e l'illecito interessamento di quest'ultimo alla realizzazione dei desiderata del gruppo Raso-Politi-Giovinazzo. Non è chiaro tuttavia in cosa avrebbe dovuto concretamente estrinsecarsi l'intervento dell'onorevole. L'indagine difetta dunque della prova di un nesso sinallagmatico tra il 'favore' richiesto all'onorevole dalla cosca ed il compimento di atti contrari ai doveri di ufficio da parte dell'indagato. Oltre a ciò, a dispetto delle risultanze intercettive dalle quali sembrerebbe emergere la promessa della donazione in favore di Galati di un terreno di proprietà dei Politi, tale assunto è rimasto indimostrato ed anzi, allo stato, smentito dagli accertamenti".

    Galati: Presto dimostrata mia estraneità. "Ho sempre avuto la massima fiducia nella giustizia e sono convinto dunque che presto verrà fatta chiarezza e sarà dimostrata la mia totale estraneità a questa vicenda". E' quanto afferma Giuseppe Galati di Alleanza Liberalpopolare-Autonomie. "Rispetto a tutto ciò che è stato detto e scritto in queste ore - spiega - l'unica circostanza che evidentemente con grande onestà ritengo di dover confermare è la conoscenza del senatore Caridi, essendo anch'egli un politico di lungo corso ed ex collega di partito ai tempi dell'Udc prima e del Pdl dopo. Ma senza timore di smentita, posso altresì assicurare che mai in tutti questi anni il senatore Caridi mi ha proposto o chiesto, né fatto prospettare da altri, favori o affari di qualsivoglia natura, legale o illegale, tanto meno quelli oggetto dell'inchiesta che oggi mi vede coinvolto". Galati aggiunge poi: "pur avendo sempre lodato e apprezzato il lavoro della magistratura, fondamentale per il rispetto della legalità in una regione difficile come la Calabria, ho la sensazione di trovarmi in mezzo a una forzatura mediatico-giudiziaria, già verificatasi altre volte in passato, utile soltanto ad alimentare populismo, giustizialismo e processi sulla stampa. Probabilmente - osserva Galati - pago la colpa di essere un politico calabrese, con un forte legame con il proprio territorio e un modus operandi volto sempre al rispetto delle persone, della legge e delle istituzioni. Ma con grande amarezza devo constatare che per qualcuno tutto ciò non è plausibile. Per questo motivo, oggi più che mai, ricordo ancora una volta l'insegnamento di mio padre 'Male non fare, paura non avere' e guardo al futuro con grande fiducia e serenità, e la convinzione di aver operato sempre con grande onestà e correttezza per il bene del Paese".(

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