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    Occhiuto "Una rete dei sindaci del Sud per un nuovo Rinascimento"

     

    Occhiuto "Una rete dei sindaci del Sud per un nuovo Rinascimento"

    13 lug 16 "La tragedia ferroviaria di Andria riapre con drammatica lucidità la questione meridionale e la solitudine e la marginalità dei Comuni dinanzi alle emergenze del Paese. Nella qualità di Presidente della Commissione Mezzogiorno e Coesione strutturale dell’ANCI, mi sento di lanciare un appello a tutti i Sindaci del Mezzogiorno: va aperta una nuova fase di elaborazione, condivisione e scambio di progettualità sulle nuove politiche del Sud". Lo afferma Mario Occhito, Sindaco di Cosenza e Presidente della Commissione Mezzogiorno e Coesione Strutturale ANCI. "I Sindaci del Mezzogiorno -scrive Occhiuto- devono riproporre la questione del ritardo infrastrutturale come la vera emergenza del Paese intero. Non è più possibile affidare a binari unici e a strade della morte, come la SS 106, la sicurezza di milioni di cittadini e di turisti che ogni anno affollano le nostre località. Vanno benissimo le infrastrutture immateriali, assolutamente irrinunciabili banda larga e agende digitali. Ma qui ora esiste un’emergenza sicurezza che non riguarda solo i trasporti. Ci sono tre grandi questioni da porre sul tappeto e devono farlo i Sindaci, direttamente e attraverso l’ANCI. Dissesto idrogeologico, trasporti e rischio sismico devono diventare l’agenda strutturale del Rinascimento del Sud e di tutti i governi nazionali che si alterneranno alla guida del Paese. Le emergenze appena poste non riguardano solo il Mezzogiorno, sono emergenze del Paese. Il disastro di Andria è soprattutto un disastro umano. Inconcepibile, inaccettabile. Ma è anche un disastro d’immagine e di sicurezza per il Paese intero, per il suo turismo, per le sue attività produttive, per il suo ranking internazionale. E la risposta non può essere quella solita della riduzione dei trasferimenti pubblici agli enti locali. Un solo esempio: è già in atto, nel Paese ma nel Mezzogiorno in particolare, una grossa crescita del rischio sicurezza legato alla manutenzione delle strade provinciale e comunali. Tra riforme incomplete e tagli alla spesa siamo dinanzi all’ennesimo ricatto politico ai Comuni abbandonati alla gestione di emergenze storiche quali immigrazione, sicurezza, sanità, rischio idrogeologico, trasporti e rischio sismico. Le città del Sud devono ritrovare le ragioni di un’intesa che è politica ma soprattutto strategica per lo sviluppo di lungo periodo dei nostri territori. Vogliamo provare come Comuni e come ANCI a lanciare un nuovo Rinascimento del Sud? Ma devono farlo i Comuni, i territori, chi sta sui bisogni, chi conosce sogni e drammi di una questione meridionale che non è più banalizzabile, mi sia consentito, nel PIL pro capite. Non è più possibile leggere la realtà con statistiche di comodo e con modelli econometrici che non misurano sicurezza, qualità della vita, prospettiva e percezione del futuro. Ora più che mai: riprendiamoci il nostro futuro. Il Paese riparte solo con un Sud rilanciato. Magari attraverso una stagione di protagonismo istituzionale nuova, coraggiosa, innovativa e capace di incidere sulle lentezze e la burocrazia di un modello di Pubblica Amministrazione, né centrale e né periferica, ormai incapace di offrire risposte convincenti al Paese. E se questo segnale partisse dal Sud, dai Comuni e dall’ANCI?"

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