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    Maxi operazione antidroga della DDA di Reggio tra Italia, Usa e Colombia, 33 arresti

     

    Maxi operazione antidroga della DDA di Reggio tra Italia, Usa e Colombia, 33 arresti

    30 giu 16 Sono 33 le persone arrestate tra l'Italia e la Colombia nell'ambito dell'operazione antidroga congiunta tra la Guardia di Finanza, la Dea americana e la polizia nazionale colombiana. Al vertice dell'organizzazione c'erano, secondo le indagini, i fratelli Franco e Giuseppe Cosimo Monteleone, figure di spicco del narcotraffico internazionale e ritenuti esponenti di spicco delle 'ndrine della locride. Complessivamente, gli investigatori italiani, americani e colombiani hanno sequestrato 11 tonnellate di cocaina che, se immesse sul mercato, avrebbero fruttato all'organizzazione circa 3 miliardi.

    --- Video Operazione due mari

    La maxioperazione, che ha avuto luogo tra l'Italia, l'Usa e la Colombia, coordinata dalla Dda di Reggio Calabria e condotta dalla Guardia di finanza, dalla Polizia nazionale colombiana e dalla Dea, l'Agenzia antidroga americana, ha consentito di individuare una pericola organizzazione internazionale di narcotrafficanti e di sequestrare importanti quantitativi di cocaina.

    Il filone italiano dell’inchiesta, diretta dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, ha permesso di identificare 15 narcotrafficanti responsabili di aver importato nel territorio nazionale oltre 240 kg di cocaina purissima.
    le fiamme gialle sono riuscite, altresì, a monitorare le transazioni monetarie finalizzate alla consegna del denaro necessario per finanziare l’acquisto dello stupefacente. in alcune occasioni, in particolare, l’organizzazione indagata si è avvalsa di una struttura parallela dotata di un’apposita batteria di corrieri che prelevavano il denaro dagli acquirenti calabresi per poi farlo giungere ai fornitori d’oltreoceano.
    L’organizzazione aveva quali principali promotori i fratelli Monteleone Franco e Giuseppe Cosimo, punti di riferimento e capisaldi storici del narcotraffico internazionale nella locride.
    L’operazione italiana, per la specificità dell’organizzazione indagata, ha permesso la nascita della più ampia attività di livello mondiale condotta dalla D.E.A. americana, meglio nota come operazione “Angry pirate due”, svolta contestualmente in diversi paesi del mondo, avente come denominatore comune i medesimi fornitori e, in alcuni casi, anche gli stessi clienti indagati nell’operazione “due mari”.
    In particolare, le risultanze investigative emerse alla sezione Goa del Gico di catanzaro, compendiate in apposite comunicazioni inviate all’autorità giudiziaria di Reggio Calabria, hanno consentito a quest’ultima l’interscambio degli elementi conoscitivi sia con l’autorità giudiziaria sudamericana che con la dea americana.
    In tale ambito, l’attività sinergica tra i finanzieri di catanzaro e la D.E.A. americana, supportata dalla preziosa collaborazione della C.B.P. e della Panama Express Strike Force north (Panex-n) statunitensi, ha consentito di porre in essere, unitamente alle forze di polizia nazionali, una proficua azione di contrasto in varie parti del mondo, tra cui Colombia, Costa rica, Panama, Messico, Brasile, Lima, Cile, Venezuela, Repubblica Dominicana ed Ecuador.
    le conseguenti indagini condotte dalla d.e.a. in sudamerica, hanno portato all’individuazione di 7 laboratori clandestini, al sequestro di 11 tonnellate circa di cocaina e all’arresto in flagranza di reato di 111 soggetti.
    Le investigazioni in Colombia, che hanno permesso di eseguire in quel territorio nr. 22 provvedimenti custodiali, hanno consentito, altresì, l’identificazione dei membri chiave dell’esercito di liberazione nazionale (ELN), organizzazione terroristica responsabile di reati di estorsione, sequestro di persona e omicidio, oltre al traffico di stupefacenti. quest’ultima, unitamente alle Farc (Forze armate rivoluzionarie della Colombia), garantiva la sicurezza del trasporto dello stupefacente dai laboratori ai punti di deposito costieri, laddove passava sotto il controllo dei Los Urabenos Bandas Criminales (Bacrim) che ne garantivano la fuoruscita in sicurezza dal territorio colombiano.
    La cocaina veniva, pertanto, caricata su grandi navi mercantili, su imbarcazioni da pesca, ovvero su barche “go-fast”, per essere trasportata verso i paesi di transito, quali il costa rica, la repubblica dominicana e panama, per essere successivamente inviata in europa e negli stati uniti.
    Gli spiccati profili internazionali dell’operazione sono stati possibili anche grazie al contributo del comando generale della guardia di finanza, del servizio per la cooperazione internazionale di polizia interpol e della direzione centrale per i servizi antidroga (D.c.s.a.).
    L’intera operazione ha permesso di infliggere all’organizzazione criminale rilevanti perdite economiche, sia sotto il profilo dei capitali investiti che, soprattutto, dei mancati guadagni; la droga complessivamente sequestrata, infatti, una volta lavorata ed immessa in commercio avrebbe fruttato circa tre miliardi di euro.

    "Il Comitato per la lotta alla criminalità mafiosa europea e internazionale costituito all'interno della Commissione Parlamentare Antimafia ha recentemente avviato una serie di audizioni per definire un quadro completo delle rotte internazionali ed europee del traffico di stupefacenti, prevedendo di ascoltare anche alcuni dei protagonisti dell'Operazione 'Due Mari' conclusa oggi tra l'Italia e la Colombia. Siamo ancora più convinti che il loro contributo sarà prezioso per il nostro lavoro". Così Laura Garavini, deputata Pd e componente della Commissione parlamentare Antimafia, la quale sottolinea che "l'Operazione 'Due Mari' conferma alcune cose note, come lo strapotere della 'ndrangheta nel controllo del traffico internazionale di droga ed il ruolo ancora importante della Colombia, anche se i Paesi di produzione ed intermediazione in Centro America ormai sembrano essere prevalentemente altri. E' inoltre di particolare importanza il fatto che si sia riusciti a coordinare bene i tempi tra i diversi organismi internazionali che stavano indagando: la DDA di Reggio Calabria, la Guardia di Finanza, la polizia nazionale colombiana e la Dea, l'agenzia antidroga americana, con il supporto della Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo. I tempi delle diverse indagini hanno potuto convergere, evitando che una danneggiasse l'altra". "Altrettanto importante è il lavoro svolto, e che spero darà frutti sempre maggiori, per individuare tutti i flussi finanziari: quelli che permettono lo scambio delle droghe tra i diversi clan, ma soprattutto - ha concluso Garavini - quelli che consentono di riciclare gli introiti dei traffici".

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