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    Parla l'ex Commissario di Platì: Abbandono totale, nessuno pagava acqua

     

     

    Parla l'ex Commissario di Platì: Abbandono totale, nessuno pagava acqua

    22 giu 16 "Il Comune di Platì (Rc) non raggiunge i 4 mila abitanti e sembra un 'comunello' ma quando si va a gestire i problemi sono molti". A riferire una situazione difficile è stata Anna Palombi, prefetto e già commissario straordinario di Platì, audita dalla Commissione parlamentare Antimafia nell'ambito dell'indagine sui comuni già sciolti per infiltrazioni mafiose e dove si sono svolte, il 5 giugno scorso, le elezioni amministrative. Palombi ha parlato di "ente abbandonato in tanti settori" e di un'opera "difficile da affrontare. Abbiamo deciso di riprendere i settori più importanti - ha riferito - e il dispiacere è non essere riusciti a fare alcune cose che sarebbe stato importante fare". "Ho trovato i lavori pubblici in una condizione di abbandono totale - ha detto - la gestione amministrativa complessiva era in stato di abbandono. In un'area del comune mancava il depuratore, nonostante un finanziamento di 800 mila euro. Non si era mai provveduto a riscuotere il tributo dell'acqua, nessuno pagava. Alcuni, si erano poi allacciati abusivamente alle condutture e li abbiamo denunciati". "E stato difficile portare avanti una serie di opere - ha concluso - perchè molte ditte avevano interdittive antimafia e c'erano personaggi che rallentavano volutamente l'iter dei lavori"

    Nessuno voleva beni confiscati, sentore infiltrazioni. A Platì nessuno vuole i beni confiscati: lo ha raccontato l'ex commissario straordinario del Comune, Anna Palombi, in audizione davanti alla Commissione Antimafia. "Avevano redatto il nuovo regolamento per l'affidamento dei beni confiscati - ha detto - si era presentata una associazione che si occupava di protezione civile ma poi si è rifiutata di usufruire, in comodato d'uso e per 99 anni, di questo palazzo confiscato. Il provvedimento d'assegnazione era stato predisposto dall'Agenzia per i beni confiscati e custode era stato nominato il comune ma è andata così". Il prefetto ha parlato di "impossibilità di colloquiare con i cittadini, i quali perseguono un fine diverso dal rispetto delle norme, chiedono alcune cose ma hanno altri interessi". Palombi ha detto anche di aver avuto "occasioni per pensare che ci potessero essere infiltrazioni nel comune ma se ne avessi avuto la certezza, avrei segnalato la cosa alla Procura della Repubblica". "Negli anni '70 Platì e San Luca erano le basi per i sequestri di persona - ha concluso Palombi - e i proventi sono stati usati per riconvertirsi nell'ambito del traffico di droga e di armi".

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