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    Traffico di rifiuti in Liguria, arresti, c'è anche il sindaco di Lavagna. Coinvolta la ndrangheta

     

    Traffico di rifiuti in Liguria, arresti, c'è anche il sindaco di Lavagna. Coinvolta la ndrangheta

    20 giu 16 C'è anche il sindaco di Lavagna (Genova) tra gli arrestati nell'ambito dell'operazione della Polizia contro il traffico illecito di rifiuti in provincia di Genova, gestito da presunti appartenenti alla 'ndrangheta. Nei confronti del primo cittadino sono stati disposti gli arresti domiciliari. In manette anche un consigliere comunale in carica eletto in una lista civica e un ex parlamentare della zona che non svolge più alcun incarico pubblico. Anche nei loro confronti il Gip ha disposto gli arresti domiciliari. Complessivamente sono otto le persone arrestate e 3 sottoposte a misure cautelari. L'accusa nei confronti del sindaco, del consigliere comunale e dell'ex parlamentare è abuso d'ufficio. I tre sono anche indagati, a vario titolo, per voto di scambio e traffico illecito di influenze. Tra le otto persone arrestate a Lavagna, le cinque condotte in carcere sono i componenti di due famiglie. Si tratta dei fratelli Paolo, Antonio e Francesco Nucera, e dei fratelli Francesco Antonio e Antonio Rodà. Le tre persone ai domiciliari sono politici: Gabriella Mondello, Giuseppe Sanguineti e Massimo Talerico. Due persone hanno l'obbligo di residenza: Giovanni Nucera di Antonio e Massimiliano Arco. Gli indagati sono in tutto 23. Secondo gli investigatori, i capi della 'locale' sarebbero Paolo Nucera e Francesco Antonio Rodà. Ai politici viene mossa l' accusa di abuso di ufficio in concorso legato al trasporto e allo stoccaggio di rifiuti nel sito temporaneo di via Madonna della Neve, che le famiglie dei calabresi indagati avrebbero ottenuto, secondo l'accusa, con pacchetti di voti in cambio di appalti. Secondo l'accusa, l'appalto, che era scaduto, sarebbe stato rinnovato in modo irregolare con forti pressioni sui politici.

    Gioielli e soldi in cambio di assunzione. L'ex deputato del'Udc Gabriella Mondello, ai domiciliari nell'inchiesta della Dda di Genova sulle infiltrazioni mafiose a Lavagna, avrebbe ricevuto gioielli in cambio di un suo intervento per fare assumere un conoscente. In particolare, secondo l'accusa, Mondello si faceva dare soldi e gioielli (una collana, un bracciale e un paio di orecchini) da Maria Bianca Bruzzone "come prezzo della propria mediazione illecita verso l'allora assessore Giovanni Boitano per fare assumere presso Arte, l'agenzia a partecipazione regionale, di Paolo Traversone". Sempre l'ex deputato avrebbe fatto ottenere illecitamente il cambio di residenza a una conoscente per consentirle di ottenere i benefici della legge 104, e cioè i permessi retribuiti per assistere un familiare con grave malattia. I reati contestati sono quelli di traffico di influenze illecite e abuso d'ufficio.

    Gestione rifiuti durante alluvione. Il sindaco di Lavagna Giuseppe Sanguineti, ai domiciliari nell'ambito dell'inchiesta della Dda di Genova sulle infiltrazioni mafiose nel Comune, avrebbe favorito i Nucera anche per la gestione dei rifiuti dell'alluvione del novembre 2014. In particolare, scrivono gli inquirenti, il sindaco "procurava un ingiusto vantaggio patrimoniale alla ditta Autotrasporti Nucera, avendo affidato in maniera diretta il trasporto di rifiuti senza rispettare le norme in materia e avendo ingerito anche nelle attività di competenza dei funzionari e dirigenti della pubblica amministrazione". In questo modo finivano nella discarica Scarpino (successivamente chiusa) come materiale indifferenziato, rifiuti "alluvionati", che dovevano essere conferiti in realtà presso la discarica di Rio Marsiglia.

    Anche rifiuti speciali. L'appalto per la gestione dei rifiuti del Comune di Lavagna, al centro dell'inchiesta della Dda di Genova, era stato assegnato ad una impresa di Udine che avrebbe ricevuto pressioni dal sindaco Giuseppe Sanguineti per subappaltare il servizio alla società EcoCentro dei Nucera. Secondo l'accusa i rifiuti urbani solidi raccolti nel comune di Lavagna destinati alla discarica di Scarpino a Genova, all'epoca ancora funzionate, venivano mescolati con rifiuti speciali che invece sarebbero dovuto andare in un'altra discarica. In alcuni casi venivano smaltiti in modo irregolare rottami di motori marini e barche, che venivano inglobati per fare peso e guadagnare di più.

    Controllati chioschi balneari.L'indagine della polizia di stato sulle infiltrazioni della 'ndrangheta a Lavagna ha permesso di scoprire che in cambio dei voti i clan calabresi hanno ottenuto la gestione di chioschi che affittano ombrelloni sulle spiagge del litorale. Non a caso gli inquirenti avrebbero rilevato che nell'anno 2014 i titolari di queste attività gestite dai calabresi indagati, al contrario delle altre attività del settore, non risultano mai essere stati controllati e tantomeno sanzionati per irregolarità. Secondo l'accusa i vertici del Comune di Lavagna avrebbero omesso nella stagione 2014 i controlli "intenzionalmente e per lungo tempo" sugli stabilimenti balneari del lungomare di Lavagna, gestiti, sempre secondo l'accusa, dai referenti della famiglia Nucera e ora posti sotto sequestro.

    Gip: Sindaco si presta a scopi famiglia Nucera. Il sindaco di Lavagna Giuseppe Sanguineti, ai domiciliari nell'ambito dell'inchiesta sulle infiltrazioni della 'ndrangheta in Comune, "si presta alla realizzazione degli scopi della famiglia Nucera avendone ottenuto l'appoggio elettorale e non dimostra di gestire il ruolo di cui è investito in funzione del'interesse pubblico, ma sì per soddisfare interessi personali". Lo scrive il gip Carla Pastorini nella sua ordinanza. Sanguineti teme i clan, come emerge dalle intercettazioni ambientali come si evince dal caso del rinnovo del contratto della stazione di trasbordo dei rifiuti gestita dai Nucera. Sanguneti deve rinnovarla perché, si sente nelle intercettazioni, "ho paura che mi facessero saltare la macchina minimo! Come a Costa, 20 anni fa, quando gli hanno sventrato tutti i capannoni... E con questo sappiamo con chi abbiamo a che fare....". Il sindaco, inoltre, viene chiamato da Paolo Nucera che gli chiede di celebrare le nozze di sua figlia, quando per norma lo fa il vice sindaco. "Sanguineti - scrive il gip - acconsente con accondiscendenza". Ma l'ex sindaco è anche in grado di chiedere favori per il suo tornaconto politico. Come quando Sanguineti chiede al telefono con Antonio Nucera di attivarsi per fare votare Raffaella Paita (attuale capogruppo del Pd in Regione e all'epoca candidata per la presidenza della regione) alle primarie del Pd "che è utile per farmi avere una mano coi depuratori".

    Politici temevano reazioni cosche. I politici coinvolti nell'inchiesta sulle infiltrazione della 'ndrangheta nella raccolta dei rifiuti a Lavagna temevano le reazioni delle famiglie malavitose nel caso in cui non avessero fornito i servizi richiesti. In una intercettazione contenuta nell'ordinanza il sindaco di Lavagna Giuseppe Sanguineti dice ad un altro consigliere comunale che occorre fare come dicono loro, "altrimenti saltiamo in aria come vent'anni fa". Il riferimento è l'attentato ad un auto nella zona, mai chiarito.

    Sindaco ai domiciliari "State sbagliando". Giuseppe Sanguineti, eletto con la lista civica Movimento per Lavagna, vicino al centrodestra, è sindaco della cittadina ligure dal maggio 2014 ed è ora agli arresti domiciliari nell'ambito dell'operazione della Polizia contro il traffico illecito di rifiuti in provincia di Genova, gestito da presunti appartenenti alla 'ndrangheta. Sorpreso per essere stato svegliato dai poliziotti della squadra mobile, il sindaco di Lavagna Giuseppe Sanguineti, 69 anni, davanti agli investigatori è riuscito a dire: "State sbagliando, chiarirò tutto". Gli agenti gli hanno notificato l'ordine di custodia cautelare con il beneficio dei domiciliari. Il politico, che abita in corso Buenos Aires, nel centro di Lavagna, reduce da un intervento all'anca, è stato prima accompagnato in ospedale per un controllo già fissato, e poi ricondotto nella sua abitazione.

    Ex parlamentare ai domiciliari. "Spiccate capacità di delinquere". Ai domiciliari anche l'ex parlamentare Gabriella Mondello eletta col Pdl nella passata legislatura e poi passata all'Udc. La Mondello era diventata nota al grande pubblico nel 1973 quando divenne campionessa nel quiz televisivo Rischiatutto condotto da Mike Bongiorno. Si era presentata come esperta sull' opera di Giovanni Verga. Mondello fu poi eletta sindaco del suo comune di residenza, Lavagna, nel 1980, e rimase in carica per 24 anni. Nel 2004, col cambio della legge elettorale non potè più candidarsi. Nelle elezioni politiche del 1994, dopo lo scioglimento della Democrazia Cristiana, si candidò per la Camera dei Deputati nel collegio uninominale della sua città, per lo schieramento centrista del Patto per l'Italia, in quota al Partito Popolare Italiano. Successivamente passò a Forza Italia, nelle cui liste fu eletta alla Camera consecutivamente per tre mandati (2001, 2006 e 2008). L'ex deputata Gabriella Mondello, ai domiciliari nell'ambito dell'inchiesta sulle infiltrazioni della 'ndrangheta a Lavagna, ha "una spiccata capacità a delinquere e pericolosità". E' quanto scrive il gip Carla Pastorini nell'ordinanza. Una sorta di "dark lady" che manovra tutto. E' lei che, secondo gli inquirenti, si organizza e incontra Paolo Nucera per fare ottenere i voti per eleggere il sindaco Giuseppe Sanguineti. Il suo ruolo lo si evince dalle migliaia di intercettazioni ambientali e telefoniche prima e dopo le consultazioni elettorali. Mondello ricorda a un interlocutore di avere chiamato nel suo ufficio Paolo Nucera e di avergli chiesto l'appoggio elettorale per Sanguineti. Ettore Mandato, impresario vicino ai Nucera, si congratula con Mondello per il ruolo strategico nella campagna, sottolineando la sua capacità di avere "movimentato" 400 voti. Sempre parlando con Mandato, Mondello gli dice di ricordare a Sanguineti che "si deve fidare di me e che fa presto altrimenti a perdere la poltrona che ha appena guadagnato". La ex deputata, scrive il gip, "sapeva chi erano le famiglie con cui aveva a che fare, avendo avuto accesso ai dossier riservati della commissione parlamentare antimafia". E ancora, è lei che si adopera per tenere a bada il consigliere Massimo Talerico sulle deleghe per le quali, le racconta il vicesindaco Luigi Barbieri, il sindaco ha ricevuto forti pressioni, come lui stesso.

    E' Massimo Talerico, consigliere comunale con delega al Patrimonio e Demanio, il terzo esponente politico agli arresti domiciliari nell'ambito dell'operazione della Polizia contro il traffico illecito di rifiuti in provincia di Genova, gestito da presunti appartenenti alla 'ndrangheta. Talerico è stato eletto con la lista civica Movimento per Lavagna la stessa del sindaco Giuseppe Sanguineti, anch'egli ai domiciliari nell'ambito della stessa operazione, che coinvolge anche l'ex parlamentare Gabriella Mondello.

    Indagato vicesindaco. Tra gli indagati nell'ambito dell'inchiesta condotta dalla Dda di Genova contro il traffico illecito di rifiuti gestito da presunti appartenenti alla 'ndrangheta anche il vicesindaco di Lavagna Luigi Barbieri, con delega su Ambiente, Edilizia Privata, Urbanistica e Rosario Lobascio, dimessosi in aprile dall'incarico di assessore alla Viabilità. Indagato anche l'ex consigliere regionale Giovanni Boitano, ex assessore ai lavori pubblici della giunta di Claudio Burlando. I tre sono indagati per abuso d'ufficio. Secondo l'accusa i politici si sarebbero sdebitati del appoggio elettorale ricevuto attraverso una serie di abusi d'ufficio.

    Prefetto sospende Sidnaco e Consigliere comunale. La Prefettura di Genova, in base alla legge Severino, ha proceduto alla sospensione dalla carica di sindaco di Lavagna Giuseppe Sanguineti e dalla carica di consigliere comunale con delega al Patrimonio e al demanio Massimo Talarico, arrestati nell'ambito dell'operazione della polizia contro il traffico illecito di rifiuti in provincia di Genova gestito da presunti appartenenti alla 'ndrangheta. Lo comunica la stessa prefettura che ha proceduto a accertare la sussistenza, nei confronti dei predetti amministratori, della causa di sospensione di diritto.

    Gli arresti e le perquisizioni li sta eseguendo la Polizia in provincia di Genova.Le misure sono state disposte dalla Dda nei confronti di una serie di soggetti da anni residenti in Liguria e ritenuti appartenenti alla 'Ndrangheta. Le accuse, a vario titolo, sono di associazione a delinquere di stampo mafioso, traffico di rifiuti e droga, usura, riciclaggio e intestazione fittizia di beni. Nel corso delle indagini gli uomini della Squadra mobile di Genova e del Servizio centrale operativo hanno sequestrato armi e munizioni. Nel corso dell'operazione sono anche stati sequestrati diversi beni mobili, immobili, depositi bancari e società per un valore complessivo di circa due milioni, nella disponibilità di presunti affiliati alla 'ndrina Roda-Casile di Condofuri (Reggio Calabria). Sono inoltre stati sequestrati il sito di stoccaggio dei rifiuti di Lavagna (Genova), gestito dalla famiglia Nucera, e bar e chioschi gestiti da soggetti vicini agli arrestati, per irregolarità amministrative. Secondo gli inquirenti, i componenti della famiglia Nucera sarebbero a capo della struttura della 'ndrangheta che opera nel levante ligure. Nel corso delle indagini gli investigatori hanno accertato una serie di gravi violazioni della normativa ambientale: falsificando i documenti, gli appartenenti all'organizzazione avrebbero sversato in discarica grossi quantitativi di rifiuti pericolosi.

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