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    Mirarchi aveva sorpreso i criminali che l'hanno sparato. Tanti ai funerali

     

    Mirarchi aveva sorpreso i criminali che l'hanno sparato. Tanti ai funerali

    04 giu 16 Dai primi approfondimenti investigativi seguiti all'omicidio, avvenuto il 31 maggio a Marsala, del maresciallo dei carabinieri Silvio Mirarchi, è emerso che il militare e un suo collega, notando la presenza di più persone che al buio si comportavano in maniera sospetta, si sono avvicinati e, giunti a circa 60 metri da loro, hanno acceso le torce e si sono qualificati come carabinieri. Da qui la repentina reazione che ha portato al ferimento di Mirarchi con un'arma da fuoco e poi alla morte del carabiniere. Secondo i dati raccolti, un gruppo di criminali stava portando via le piante di marijuana da alcune serre di contrada Ventrischi e, vistisi scoperti, non hanno esitato a reagire sparando. Intanto, stamane alle 11 si terranno i funerali di Mirarchi nella Chiesa Madre intitolata a San Tommaso di Canterbury, alla presenza del comandante generale dell'Arma dei carabinieri, il generale di corpo d'armata Tullio Del Sette. Finora - secondo la procura di Marsala, diretta da Anna Sessa - non ci sono elementi per ipotizzare un collegamento tra quanto avvenuto il 31 maggio e il ritrovamento (in contrada Ferla, nel territorio di Mazara del Vallo) effettuato circa 10 giorni fa, sempre dalla compagnia carabinieri di Marsala, di un'altra piantagione di canapa indiana; tra le due contrade vi è una distanza di circa 10 chilometri.

    In tanti ai funerali. Nella chiesa Madre di Marsala è in corso il funerale del maresciallo capo Silvio Mirarchi, 53 anni, ucciso martedì sera in contrada Ventrischi mentre era impegnato, con un collega, in un servizio di appostamento nei pressi di alcune serre di marijuana. All'arrivo del feretro, in piazza della Repubblica, affollata da almeno tremila persone, è partito un lungo applauso. Per oggi il sindaco di Marsala, Alberto di Girolamo, ha proclamato il lutto cittadino. Alle esequie sono presenti il ministro dell'Interno Angelino Alfano, il comandante dell'Arma dei carabinieri, generale Tullio Del Sette, il presidente dell'Assemblea regionale siciliana Antonio Ardizzone, il prefetto di Trapani Leopoldo Falco. "Una purezza di cuore tradotta in integrità e fedeltà", ha detto l'ordinario militare per l'Italia, monsignor Santo Marcianò, nell'omelia. "Da una parte Silvio - ha aggiunto - è stato disposto a morire per i giusti, affinché tanti innocenti, soprattutto giovani e ragazzi, fossero protetti dai lacci di quei mercanti di morte; dall'altra è stato pronto a 'morire per gli empi', per assicurare questi mercanti di morte alla giustizia e, assieme, alla possibilità di recupero, di redenzione. È un messaggio di pace, questo; nascosto tra le pieghe del servizio umile e forte. Un servizio che vuole confermare l'Italia nella 'vocazione alla pace' della quale il presidente della Repubblica ha parlato qualche giorno fa, ricordando peraltro 'i militari che hanno perso la vita, in Italia e all'estero' per difenderla".

    Vittima del dovere. "Quest'anno Silvio Mirarchi non è stato il primo dei caduti dell'Arma nell'adempimento del dovere. Anche in altre parti d'Italia abbiamo registrato di questi fatti. Non so se qui c'è stata un'impennata della criminalità, però è un fatto che ogni tanto si debba pagare con una vittima e un sacrificio". L'ha detto a Marsala il comandante dell'Arma dei carabinieri, generale Tullio Del Sette, prima di entrare in chiesa per assistere al funerale del maresciallo Silvio Mirarchi, ucciso il 31 maggio. "Fino all' ultima notte in cui ha prestato servizio, Mirarchi è stato un carabiniere di grande valore che ha fatto onore all'uniforme che ha indossato. E' stato vittima del dovere, vittima della criminalità organizzata. Oggi c'è una grande partecipazione corale della popolazione, a dimostrazione che la gente dell'Italia intera è vicina all'Arma, alle forze di polizia e alle istituzioni che svolgono un ruolo importante a difesa della collettività e della Repubblica".

    Catanzaro e Marsala unite nel dolore. Il gonfalone della città di Catanzaro - sua città d'origine - era presente, assieme a quello della città di Marsala, ai solenni funerali di Stato del maresciallo capo dei carabinieri Silvio Mirarchi, ucciso nel corso di un'operazione antidroga nelle campagne siciliane. Il sindaco di Catanzaro Sergio Abramo, che ha voluto la presenza del simbolo della città ai funerali del maresciallo Mirarchi, si è sentito telefonicamente con il primo cittadino di Marsala Alberto Di Girolamo. "Catanzaro e Marsala sono due città unite dal dolore e dall'impegno contro le mafie" ha commentato Abramo.

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