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    Blitz nella notte, arrestati in un bunker i boss latitanti Crea e Ferraro

     

    Blitz nella notte, arrestati in un bunker i boss latitanti Crea e Ferraro

    29 gen 16 I latitanti della 'ndrangheta Giuseppe Ferraro, ricercato dal '98 e Giuseppe Crea, latitante dal 2006 sono stati arrestati dalla polizia in provincia di Reggio Calabria. I due erano nascosti in un bunker dove c'era anche un arsenale di armi. Il blitz, ancora in corso, è scattato in provincia di Reggio tra Melicucco e Rizziconi. Il bunker, secondo quanto si apprende, era nascosto dentro un costone in una località chiamata Agro di Maropati. Si tratta di una costruzione in metallo dotata all'interno di tutti i confort. Ferraro e Crea si trovano ancora all'interno del bunker dove i poliziotti stanno repertando tutto il materiale e le diverse armi trovate.

    Due boss. Sono due boss, entrambi capicosca, Giuseppe Ferraro, di 47 anni, e Giuseppe Crea, di 37, latitanti e catturati nella notte. Ferraro, latitante dal 1998, deve scontare una condanna all'ergastolo per omicidio ed associazione mafiosa, mentre Crea, irreperibile dal 2006, é stato condannato per associazione mafiosa.

    Nel bunker mangiavano ostriche. Erano nascosti sotto terra ma mangiavano ostriche, Giuseppe Ferraro e Giuseppe Crea, i boss latitanti della 'ndrangheta arrestati questa mattina dalla polizia in un bunker. Gli investigatori e gli uomini della scientifica che stanno perquisendo il covo, secondo quanto si apprende, hanno infatti trovato dei resti di ostriche tra gli scarti di cibo. Saranno gli accertamenti tecnici, inoltre, a stabilire le se sostanze trovate nel bunker siano esplosivo, come sospettato dagli investigatori.

    L'arsenale dei boss

    Anche un mitra. C'era a che un fucile mitragliatore nel covo in cui, in una zona isolata della provincia di Reggio Calabria, si nascondevano i due boss di 'ndrangheta latitanti arrestati stamattina dalla polizia di Stato, Giuseppe Ferraro e Giuseppe Crea. Nel nascondiglio i poliziotti, nel momento dell'irruzione, secondo quanto ha riferito il questore di Reggio Calabria, Raffaele Grassi, che ha diretto l'operazione che ha portato ai due arresti, hanno trovato una decina di fucili di vario tipo ed un consistente quantitativo di pistole. Le armi rappresentavano, secondo gli investigatori, uno degli arsenali delle cosche di riferimento dei due latitanti.

    Sorpresi nel sonno. Sono stati sorpresi nel sonno dentro un bunker seminterrato dotato di corrente elettrica, televisore satellitare e computer. È finita così all'alba la latitanza di Giuseppe Crea, di 37 anni, figlio del boss di Rizziconi, nella piana di Gioia Tauro, Teodoro, conosciuto come 'toro seduto', e Giuseppe Ferraro, di 48, uno degli ultimi ancora vivi dell' omonima 'famiglia' di 'ndrangheta uscita decimata da una faida ingaggiata contro i Bonarrigo-Polimeni nel comune di Oppido Mamertina, "Lo spessore criminale dei due arrestati - ha detto il questore di Reggio Calabria, Raffaele Grassi - è dato dalla loro fedina penale. Un'operazione straordinaria che ha certamente allargato, con il loro arresto, gli spazi di vivibilità democratica".

    Boss indiscussi. Giuseppe Crea e Giuseppe Ferraro rispettivamente 38 e 48 anni, i due latitanti catturati all'alba dalla polizia in un blitz all'interno di un bunker in metallo, sono due veri e propri capi bastone della 'ndrangheta, in grado di condizionare pesantemente ogni attività, non solo economica ma anche amministrativa, nei territori su cui esercitano l'influenza le loro cosche. Un ruolo che si evince anche dalla durata delle loro latitanze: 10 anni per Crea e addirittura 18 per Ferraro. Quella dei Crea su Rizziconi è stata definita dagli investigatori una vera e propria "signoria" che spaziava dalle tipiche attività criminali al totale condizionamento della vita pubblica. Una valutazione emersa dall'inchiesta della Dda reggina "Deus" che nel giugno del 2014 ha portato in carcere gran parte degli affiliati alla cosca, a cominciare dal boss Teodoro "Toru" Crea, di cui Giuseppe è il figlio prediletto, e una serie di fiancheggiatori del latitante. Anche Giuseppe Crea figurava tra i destinatari dell'ordinanza di custodia cautelare, ma era già latitante dal 2006 e sfuggì nuovamente alla cattura. Lo scorso anno è stato condannato in primo grado ad una pena complessiva di 22 anni di reclusione per associazione mafiosa ed estorsione. Secondo alcune ipotesi investigative, potrebbe essere stato lui l'autore dell'omicidio di Francesco Inzitari, figlio diciottenne di Pasquale, ex consigliere alla Provincia di Reggio Calabria condannato in via definitiva per concorso esterno nella cosca di 'ndrangheta dei Mammoliti-Rugolo. Inzitari fu assassinato il 5 dicembre 2009 con 10 colpi di pistola calibro 9x21. Ancora più lunga la latitanza di Giuseppe Ferraro, "uccel di bosco" da 18 anni e ritenuto il capo storico della cosca Ferraro-Raccosta di Oppido Mamertina. Una zona falcidiata, a metà degli anni '80, da una sanguinosa faida alla quale Ferraro è sempre riuscito a sfuggire. E proprio per un duplice omicidio commesso nello scontro tra cosche, Ferraro è stato condannato all'ergastolo.

    Ruolo in omicidio Inzitari. Sono ritenuti "pericolossissimi" Giuseppe Ferraro e Giuseppe Crea, i due latitanti arrestati dalla squadra mobile di Reggio Calabria, i quali, secondo gli investigatori avrebbero avuto un ruolo nell'omicidio del diciottenne Francesco Maria Inzitari, figlio dell'imprenditore e politico Pasquale Inzitari, condannato per concorso estero in associazione mafiosa, nonché nipote di Giuseppe Princi, l'imprenditore di Delianuova assassinato con un'autobomba a Gioia Tauro. I particolari dell'operazione sono stati resi noti nel corso di una conferenza stampa alla quale hanno partecipato il Procuratore di Reggio Calabria, Federico Cafiero de Raho, il Questore, Raffaele Grassi, il capo della Prima Divisione dello Sco, Andrea Grassi, ed il capo della squadra mobile, Francesco Rattà. "E' un risultato davvero importante - ha detto Cafiero De Raho - non solo perché lo Stato mette in condizione di non nuocere due pericolosissimi criminali, ma perché rappresenta un segnale forte, soprattutto ai cittadini di Rizziconi, che hanno visto il loro comune sciolto per infiltrazioni mafiose. Un unico obiettivo: liberare dai latitanti il territorio e chiamare i cittadini ad una maggiore partecipazione alla vita civile e democratica. Credo che il lavoro che lo Stato sta facendo a Reggio Calabria e nella sua provincia, impiegando le sue migliori risorse umane, stia cominciando a dare risultati interessanti". Di intervento "difficile e pericoloso" ha parlato Andrea Grassi, dirigente dello Sco, mentre il capo della squadra mobile reggina, Francesco Rattà, riferendosi agli arrestati, li ha definiti 'pericolosissimi e con un ruolo, in particolare Crea, nell'omicidio di Francesco Maria Inzitari, compiuto nel 2009". Gaetano Paci, procuratore aggiunto della Dda e responsabile del coordinamento della fascia tirrenica della provincia di Reggio Calabria, ha parlato di "operazione di pura polizia giudiziaria, eseguita con sofisticati mezzi di controllo a distanza".

    Prefetto: Duro colpo. "Oggi viene inferto un ulteriore, duro colpo alla 'ndrangheta, toccata ai vertici della struttura". Lo ha detto, in un comunicato, il prefetto di Reggio Calabria, Claudio Sammartino, facendo riferimento all'arresto da parte della polzia dei latitanti di 'ndrangheta Giuseppe Ferraro e Giuseppe Crea. "Rimane alta - ha aggiunto il Prefetto - l'attenzione dello Stato su tutti i quadranti del territorio provinciale, ed in particolare nell'area della Piana di Gioia Tauro". "É da richiamare - si aggiunge nel comunicato della Prefettura - l'accesso ispettivo, l'ultimo in ordine temporale, disposto dal prefetto Sammartino lo scorso mese di dicembre presso il Comune di Rizziconi, area di interesse della cosca 'Crea', per verificare l'eventuale sussistenza di collegamenti diretti o indiretti con la criminalità organizzata o di eventuali forme di condizionamento dell'agire amministrativo". "Il Prefetto - é detto ancora nella nota - ha rivolto, quindi, un messaggio di vivo apprezzamento al Questore, alle donne e agli uomini della Polizia di Stato che hanno operato, sapientemente ed efficacemente coordinati dalla locale Direzione distrettuale antimafia, con determinazione e professionalità nella disarticolazione di pericolose e radicate cosche 'ndranghetiste che hanno esercitato la propria criminale influenza in una vasta area di questo territorio. Il significativo risultato giudiziario conseguito, sommato alle numerose azioni di prevenzione e contrasto ad ogni forma di illegalità quotidianamente poste in essere dalla Prefettura, dalle forze di polizia e dalla magistratura, contribuiscono a confermare la fiducia dei cittadini calabresi nelle Istituzioni dello Stato impegnate, in un rapporto di fruttuosa e costante collaborazione e coesione, a prevenire, contrastare e reprimere le forme di dominio della 'ndrangheta nel tessuto sociale, civile ed economico della provincia"

    "L'arresto dei due latitanti di 'ndrangheta rappresenta il risultato di una strettissima sinergia della Dda con la Squadra mobile di Reggio calabria". Lo ha detto il Procuratore della Repubblica di Reggio Calabria, Federico Cafiero de Raho. "La liberazione del territorio dai due pericolosissimi latitanti - ha aggiunto de Raho - può rappresentare l'inizio di una maggiore vicinanza della gente verso la Procura di Reggio Calabria e la polizia di stato al fine di illuminare fatti gravissimi come l'omicidio di Francesco Maria Inzitari. É proprio in quel contesto di 'ndrangheta che maturò tale fatto e tanti altri gravissimi".

    "Oggi è un'altra bella giornata per tutti e per il Paese, perché oggi la giustizia ha vinto ancora una volta e ha vinto in modo eclatante con l'individuazione e l'arresto di due boss "capicosca" della 'ndrangheta, catturati in un bunker in provincia di Reggio Calabria". Lo sottolinea il ministro dell'Interno, Angelino Alfano, commentando la cattura dei boss di 'ndrangheta Ferraro e Crea. "La Squadra Mobile e gli uomini dello Sco della Polizia di Stato, con il coordinamento - ricorda il ministro - della Procura della Repubblica di Reggio Calabria, hanno arrestato così, in una operazione di altissimo livello, Giuseppe Ferraro, latitante da quasi vent'anni e condannato per associazione mafiosa e omicidio, e Giuseppe Crea, il maggiore esponente della 'ndrangheta tirannica, ricercato da dieci per associazione mafiosa, entrambi esponenti dei clan della Piana di Gioia Tauro e inseriti nell'elenco dei latitanti più pericolosi d'Italia. Questo a dimostrazione del fatto che non si può sfuggire per sempre alla giustizia perché la squadra-Stato lavora ogni giorno per ripulire il territorio dalla mala pianta della crimine organizzato, perché i cittadini, che della squadra-Stato fanno parte, possano credere sempre di più nella forza delle istituzioni"

    "In pochi giorni la polizia di Stato ha ottenuto un altro successo investigativo a Reggio Calabria". Lo dichiara il capo della polizia Alessandro Pansa in relazione alla cattura dei due superlatitanti trovati in un bunker a Palmi. "L'operazione conclusa oggi - aggiunge Pansa - testimonia lo straordinario impegno della polizia di Stato nella lotta alla criminalità organizzata". "Un ringraziamento - conclude Pansa - va a tutti i poliziotti che con grande senso del dovere e spirito di sacrificio lavorano quotidianamente per garantire la legalità e il vivere civile".

    "La cattura di Giuseppe Crea e Giuseppe Ferraro, pericolosi latitanti e capicosca della 'ndrangheta è uno straordinario risultato che premia il duro lavoro investigativo della Dda e della squadra mobile di Reggio Calabria". Lo dichiara il presidente della commissione parlamentare Antimafia, Rosy Bindi. "L'operazione di questa mattina assesta un colpo durissimo alla 'ndrangheta della provincia reggina per lo spessore criminale dei due latitanti, entrambi ricercati per gravissimi delitti - dice ancora - ma ancora attivi nella gestione degli affari dei clan e nelle capacità di controllo militare del territorio, come dimostra anche l'arsenale ritrovato nel bunker". "Ringrazio gli uomini della polizia di Reggio Calabria e dello Sco, i magistrati della Dda e il Procuratore Cafiero de Rhao - conclude - per la determinazione con cui hanno lavorato, dimostrando ancora una volta l'impegno delle Istituzioni a contrastare i poteri mafiosi".

    "La Fondazione 'Francesco Maria Inzitari Onlus' si congratula con la Procura di Reggio Calabria, la Squadra mobile e lo Sco di Reggio Calabria, per l'operazione che ha assicurato alla giustizia due esponenti di spicco delle cosche di 'ndrangheta di Rizziconi e della piana di Gioia Tauro". E' quanto afferma, in una nota, Nicoletta Maria Inzitari, presidente della Fondazione. "Ci auguriamo fiduciosi - prosegue La presidente - che gli arresti di oggi possano contribuire a fare luce sul barbaro omicidio di Francesco, ucciso il 5 dicembre 2009 e ancora ad oggi senza giustizia". Nicoletta Maria Inzitari è la sorella di Francesco Maria, ucciso in un agguato a Taurianova (Reggio Calabria) quando aveva 18 anni.

    "Grazie agli uomini della @poliziadistato, presi due super latitanti! Gran successo di legalità proprio nel giorno di #MattarellainCalabria". Così, su Twitter, il deputato del Pd e componente della Commissione Antimafia, Ernesto Magorno, commenta l'arresto dei due latitanti di 'ndrangheta Giuseppe Crea e Giuseppe Ferraro.

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