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    Blitz antiterrorismo della Digos di Cosenza, arrestato 25enne jihadista a Luzzi

     

    Blitz antiterrorismo della Digos di Cosenza, arrestato 25enne jihadista a Luzzi

    25 gen 16 Blitz antiterrorismo della Polizia. Gli uomini della Digos di Cosenza hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare nei confronti di un foreign fighter marocchino. L'operazione è coordinata dal Servizio centrale Antiterrorismo. In manette è finito il giovane Hamil Mehdi di 25 anni radiclaizzato a Luzzi, in provincia di Cosenza. Gli uomini della Polizia, che indagavano su di lui dal luglio scorso, lo hanno bloccato all'alba. Il giovane era pronto a raggiungere scenari di guerra. Il marocchino è indagato per i reati previsti dalla nuova legge antiterrorismo in vigore da aprile 2015 ed in particolare gli viene contestato l'articolo 270 quinques del codice penale. Il marocchino arrestato questa mattina a Cosenza, era arrivato in Turchia lo scorso 10 luglio, dove è stato fermato dalle autorità per un controllo. Al termine degli accertamenti, le autorità turche, d'intesa con gli uomini dell'Antiterrorismo italiano, lo hanno respinto per motivi di "sicurezza pubblica" e lo hanno fatto rientrare in Italia.

    --- Video Il video della conferenza con DDA e Ucigos

    --- Video Il video dell'operazione notturna

    --- Video Il video degli arresti in Questura

    Si tratta di un giovane commerciante. E' un commerciante ambulante di tappeti il marocchino di 25 anni arrestato per il reato di auto addestramento ai fini di terrorismo internazionale. Il giovane, giunto in Italia nel 2006, è residente a Luzzi, nel Cosentino, con permesso di soggiorno. Gli agenti della Digos di Cosenza e del Servizio centrale Antiterrorismo lo hanno monitorato costantemente dal luglio scorso dopo che era stato respinto in Turchia per motivi di sicurezza ed era rientrato in Italia.

    Sequestrati pc e telefonini. Telefoni cellulari, un computer ed una serie di manoscritti sono stati sequestrati stamane dagli agenti della polizia di Stato in occasione dell'arresto del marocchino Hamil Mehdi nell'ambito di un'inchiesta contro il terrorismo internazionale. Il dirigente della Digos di Cosenza, Piero Geraci, nel corso della conferenza stampa sull'arresto, ha affermato che "stiamo provvedendo a far tradurre i manoscritti e valuteremo meglio tutti gli elementi emersi dall'attività investigativa. Il giovane si è dichiarato sin dall'inizio innocente". All'incontro con i giornalisti era presente anche il rappresentante della Direzione generale antiterrorismo, Claudio Gazzerano. "L'operazione di oggi - ha spiegato Gazzerano - è un successo della politica di prevenzione, grazie alla cooperazione internazionale, ma soprattutto siamo riusciti ad individuare un processo di radicalizzazione in corso ed a fermarlo prima che potesse raggiungere conseguenze più gravi".

    Il giovane si difende "In Turchia solo per pregare". "Sono andato in Turchia solamente per pregare". E' quanto ha detto il marocchino Hamil Mehdi ai poliziotti di Cosenza al momento dell'arresto eseguito stamane per il reato di auto addestramento ai fini di terrorismo internazionale. Mehdi era stato respinto nel luglio scorso dalla Turchia. "Mi avevano già contestato - ha aggiunto - di appartenere all'Isis ma io ho sempre negato. Ed anche ora ribadisco che non appartengo all'Isis. Sono andato in Turchia solamente per pregare".Mehdi era stato bloccato all'aeroporto di Istanbul da dove, secondo gli inquirenti e gli investigatori, avrebbe tentato di raggiungere la Siria per arruolarsi nelle file dell'Isis. Il marocchino è così stato respinto dalle autorità turche e rispedito in Italia dove è stato bloccato all'aeroporto di Fiumicino. Neanche ai familiari aveva svelato le sue intenzioni: quando infatti gli agenti della Digos si sono presentati a casa sua in Calabria, i familiari hanno detto che sarebbe rientrato quella stessa sera. Nel corso della perquisizione, i poliziotti hanno trovato tra l'altro nel suo zaino un paio di pantaloni militari, una pubblicazione dei Fratelli Musulmani sui comportamenti che deve tenere un buon musulmano secondo il Corano, due telefoni cellulari e 800 euro.

    Il maggiore di 4 figli. Ha quattro fratelli Hamil Mehdi, il venticinquenne marocchino arrestato stamane Luzzi nell'ambito di una operazione della polizia contro il terrorismo internazionale. Il venticinquenne è giunto a Luzzi nel 2006 con i suoi fratelli, tutti più piccoli, e con i genitori. Sin da subito i componenti della famiglia sono stati seguiti dai servizi sociali del Comune. Tutti sono in possesso del permesso di soggiorno illimitato e, secondo quanto raccontano nel paese del cosentino, sono perfettamente integrati. Negli anni scorsi Hamil Mehdi ed il padre hanno ottenuto la licenza dal Comune di Luzzi per svolgere l'attività di commerciante ambulante. I fratelli del venticinquenne, invece, frequentano regolarmente la scuola. Uno di questi si dedica al calcio.

    Studiava come preparare ordigni. "Dagli elementi rilevanti dell'intercettazione telematica, appare evidente che l'indagato, oltre ad essere fortemente interessato alla causa dello Stato Islamico, visionava filmati idonei ad assicurargli la formazione di base idonea al combattimento ed alla preparazione di materiali esplosivi". E' quanto scrive il giudice per le indagini preliminari di Catanzaro, Giuseppe Perri, nell'ordinanza di custodia cautelare nei confronti del marocchino Hamil Mehdi, arrestato dalla polizia a Cosenza. Nelle 21 pagine dell'ordinanza il giudice evidenzia che in un video, visionato per due volte da Hamil Mehdi, c'era un soggetto vestito con una tuta militare che parla in arabo e che "dopo essere salito su un carro armato e parlando con una seconda persona collegano due fili di colore blu ad un nastro adesivo e dice di legare con le sue mani le 'chiavi del paradiso' e poi segue l'immagine di una esplosione". Altro video riguarda "quattro contenitori - prosegue il Gip - con una miccia posti in una strada di Rabat (Siria) e fatti esplodere".

    In Turchia con biglietto di sola andata. Un biglietto di sola andata Roma-Istanbul, un bagaglio a mano ridotto al minimo dove però c'era spazio per un tappetino per la preghiera, materiale di propaganda riconducibile all'Isis sul telefonino: quando è stato fermato all'aeroporto di Istanbul, il 10 luglio scorso, Hamil Mehdi è apparso subito alle autorità turche come un soggetto a rischio. Tanto che, quando gli è stato chiesto il motivo del suo viaggio e se avesse qualcuno da incontrare, il giovane non ha saputo o voluto rispondere. Una volta rientrato in Italia l'uomo è stato tenuto costantemente sotto controllo dagli uomini dell'antiterrorismo, che ne hanno monitorato i movimenti, le telefonate e gli incontri. "Ha continuato a fare come se nulla fosse", spiega una qualificata fonte investigativa, sottolineando che solo negli ultimi tempi Mehdi aveva cominciato ad informarsi su come proteggere le proprie comunicazioni e la propria navigazione in rete, dopo aver scaricato diverso materiale di propaganda dell'Isis e continuato a consultare siti jihadisti. Secondo gli investigatori, il giovane non aveva al momento progetti su possibili attentati da realizzare in Italia, "ma la sua frustrazione per non essere riuscito a raggiungere gli scenari di guerra", dicono, avrebbe potuto con il tempo trasformarsi in qualcosa di molto pericoloso.

    Gerace (Digos), Bombardieri (DDA), Liguori (Questore), Galzerano (Ucigos)

    Conferenza:
    Voleva trasferirsi in Belgio. Il marocchino arrestato a Cosenza, dopo l'espulsione dalla Turchia, aveva manifestato l'intenzione di trasferirsi in Belgio. E' quanto emerso nel corso delle indagini della Digos di Cosenza dirette dalla Dda di Catanzaro. Dopo il rientro a Luzzi, nel cosentino, gli investigatori, ritenendo probabile che Hamil potesse reiterare il tentativo di recarsi in territori di jihad, sono stati attivati alcuni servizi tecnici e, contemporaneamente, sono state intensificate le indagini, che sono durate oltre sei mesi. Dal luglio 2015.
    Propenso a sposare causa Isis. Hamil Mehdi, il marocchino di 25 anni arrestato stamane dalla polizia a Luzzi, nel cosentino, in una indagine contro il terrorismo internazionale, aveva una "naturale propensione a sposare la causa dell'Isis". E' quanto emerso dalle indagini della Digos di Cosenza. Il venticinquenne utilizzava piattaforme di comunicazione diverse da quelle abituali. Il giovane, inoltre, durante la navigazione in internet, utilizzava numerosi accorgimenti per non ricevere virus allo scopo di non essere intercettato e come operare al fine di disattivarli.
    Interesse nei filmati dell'Isis. Il venticinquenne marocchino Hamil Mehdi, arrestato dalla polizia di Cosenza in un'indagine contro il terrorismo internazionale, aveva un "accanito interesse per immagini, filmati e altri contenuti propagandistici riferiti all'organizzazione terroristica dello Stato Islamico, linkati quotidianamente tramite diversi siti telematici d'area". É quanto é emerso dalle indagini della Digos di Cosenza dirette dalla Dda di Catanzaro. I contenuti dei filmati rimandano a forme di addestramento e combattimento tra soggetti incappucciati, tutti contrassegnati dall'inconfondibile marchio dell'Isis. Nel corso delle indagini gli investigatori hanno anche riscontrato che Hamil Mehdi aveva un estremo rigore nel seguire i dettami del Corano.

    Verifiche su contatti con Salah. "Ci sono accertamenti anche sul passaggio in Italia di Abdeslam Salah". Lo ha detto a Radio 24 il procuratore aggiunto di Catanzaro Giovanni Bombardieri, che ha coordinato le indagini che hanno portato all'arresto del presunto foreign fighter Hamil Mehdi. "Ci sono accertamenti in corso - ha aggiunto il magistrato all'emittente radiofonica, che ha diffuso una sintesi delle sue dichiarazioni - sulla possibilità che ci possano essere stati passaggi di Salah anche in quest area. Al momento, però, non sono stati trovati contatti. Un soggetto con sempre maggiore radicalizzazione, uno che ha gli esplosivi come 'chiave per il Paradiso' come Mehdi, qualche timore lo desta. Questi soggetti possono compiere qualsiasi cosa". "In uno dei video che consultava Mehdi - ha detto ancora Bombardieri - si dice: 'l'importante è che abbiamo ucciso i nemici di Allah. Per i musulmani, il nostro destino è combattere. Per i non musulmani, Allah vi farà soffrire".

    Bombardieri: Contatti con il Belgio. "Dalle indagini emergono triangolazioni con utenze contattate anche da altri terroristi". Lo ha detto il procuratore aggiunto della Dda di Catanzaro Giovanni Bombardieri, nel corso della conferenza stampa sull'arresto di Hamil Mehdi. "In particolare - ha aggiunto - coincidenze di utenze con soggetti che sono stati accertati essere responsabili di attività riconducibili al terrorismo internazionale, tra cui anche una a cui faceva capo anche Ayoub El Khazzani, l'attentatore del treno Parigi-Amsterdam".
    Video sul martirio. "Il ragazzo attraverso internet era riuscito a dotarsi di manuali e video per l'autoaddestramento, era attento ma scaricava in continuazione video riferibili all'Isis o al martirio". Lo ha detto il Procuratore aggiunto di Catanzaro, Giovanni Bombardieri, nel corso della conferenza stampa sull'arresto a Cosenza del marocchino di 25 anni coinvolto in una inchiesta sul terrorismo internazionale. "Dobbiamo - ha aggiunto - ancora vagliare tutte le altre informazioni, ma di certo ci sono contatti telefonici con terroristi. Mehdi aveva già mostrato la volontà di recarsi in Belgio a fine settembre, viaggio poi rinviato per motivi di famiglia. Sappiamo che vi erano liti continue anche con i familiari a causa di un'estremizzazione dei dettami religiosi, al punto che vietava al fratello di chiamare la fidanzata al telefono o di recarsi al mare dove c'erano donne in costume".

    Sgomento e sorpresa a Luzzi. C'è sgomento e sorpresa a Luzzi, paese del cosentino dove era residente Hamil Mehdi, il marocchino di 25 anni arrestato dalla polizia per il reato di autoaddestramento ai fini di terrorismo. La notizia dell'arresto di Hamil Mehdi ha fatto rapidamente il giro del paese e tutti sono increduli perchè la famiglia di Mehdi è molto conosciuta e stimata. "Ancora non possiamo crederci - affermano alcune persone di Luzzi - alla notizia di questo arresto. Lui è sempre stato un bravo ragazzo e lavorava con il padre. Ci sembra davvero impossibile". A Luzzi la comunità dei marocchini è composta da una trentina di persone residenti ormai da anni nel piccolo centro cosentino e perfettamente integrati.

    "L'arresto di oggi è uno dei primi casi di applicazione della legge del 2015 che contesta l'auto addestramento ai fini di terrorismo internazionale. Il marocchino arrestato è il classico combattente straniero". Lo ha detto il Coordinatore della Dda di Catanzaro, Giovanni Bombardieri, circa l'arresto del marocchino di 25 anni al quale viene contestato l'articolo 270 quinquies del codice penale. "Lo abbiamo monitorato costantemente - ha aggiunto - dopo che in estate era stato espulso dalla Turchia". Al momento dell'arresto, all'uomo è stata notificata una ordinanza di custodia cautelare emessa dal giudice per le indagini preliminari di Catanzaro, Giuseppe Perri, che ha accolto la richiesta del coordinatore della Dda, Giovanni Bombardieri, e del sostituto procuratore, Paolo Petrolo.

    "La Digos di Cosenza ed il Servizio centrale Antiterrorismo era sulle tracce del marocchino arrestato sin da luglio, cioè dopo la sua espulsione dalla Turchia". Lo ha detto il questore di Cosenza, Luigi Liguori, circa l'arresto del marocchino Hamil Mehdi accusato del reato di autoaddestramento ai fini di terrorismo internazionale. "C'è stata una attività investigativa - ha aggiunto - molto serrata ed a tutto campo, senza tralasciare nessun particolare. E proprio durante le indagini sono emersi una serie di elementi che poi hanno indotto la Dda a chiedere l'ordinanza di custodia cautelare che è stata eseguita stamane"

    Alfano: Nuove norme efficaci. "Oggi è stato arrestato un marocchino, indagato per 'addestramento ad attività con finalità di terrorismo anche internazionale', reato introdotto con il decreto antiterrorismo, oggi diventato legge. Le nuove norme antiterrorismo sono efficaci e di questo sono molto orgoglioso perché premiano il lavoro delle Forze dell'Ordine e offrono nuovi strumenti normativi ai magistrati, adeguati alle strategie che siamo chiamati a fronteggiare". Così il ministro dell'Interno Angelino Alfano dopo l'arresto di un presunto 'foreign fighter' in Calabria. "Il marocchino arrestato su ordinanza del Gip di Catanzaro, a seguito di indagini portate avanti dalla Digos di Cosenza e coordinate dal Servizio Antiterrorismo della Polizia di Stato, respinto dalle autorità turche verso l'Italia per non precisati motivi legati alla sicurezza pubblica - ha aggiunto il ministro in una nota - è stato sottoposto subito, nel nostro Paese, ad attenti controlli in base ai quali è emersa la sua compulsiva attività di ricerca, tramite internet, di documenti e di video di propaganda dello Stato Islamico, con una particolare attenzione ai passaggi di esaltazione degli attentatori suicidi, alle istruzioni per l'uso delle armi, esplosivi, e alle tecniche di combattimento e difesa personale". "È un caso importante - ha proseguito - che rileva come internet sia utilizzata da Isis per reclutare manovalanza di morte e avviare processi di autoradicalizzazione e quanto sia importante e strategico rafforzare la collaborazione con i rappresentanti più autorevoli del mondo del web. Altre indagini hanno rilevato come il marocchino si fosse gradualmente isolato anche rispetto ai propri connazionali, per seguire una pratica rigidissima dei dettami coranici. In casi del genere, infatti, il quasi livellamento delle relazioni sociali può essere indice di un orientamento che porta alla radicalizzazione". "Ecco perché - ha concluso Alfano - diventa necessaria la collaborazione anche con le comunità islamiche: non basta più dichiararsi contro il terrorismo, ma adesso bisogna collaborare perché ogni focolaio estremista sia individuato e disinnescato".

    Sindaco Luzzi: sorpresi da arresto. "Siamo sorpresi per questo arresto. Il giovane marocchino e la sua famiglia sono perfettamente integrati nella nostra comunità". Lo ha detto il sindaco di Luzzi, Manfredo Tedesco, dopo aver appreso dell'arresto di Famil Mehdi nell'ambito di un'operazione contro il terrorismo. "Ci stupisce quanto è successo - ha aggiunto il sindaco - ma al momento non possiamo che attendere l'esito degli accertamenti. Siamo a disposizione delle autorità per fornire ogni tipo di informazione utile a fare chiarezza. Tutta la nostra comunità è davvero senza parole".

    La storia dell'arresto: Il 10 luglio 2015, personale dell’Ufficio Digos della Questura di Cosenza, ha provveduto ad effettuare una perquisizione domiciliare presso l’abitazione di HAMIL Mehdi bloccato presso l’Aereoporto di Fiumicino in entrata dalla frontiera turca da dove era stato respinto per motivi di “sicurezza pubblica”. Al momento del controllo l’HAMIL, oltre al passaporto marocchino con cui è stato identificato, era in possesso di un unico bagaglio a mano (zaino multitasche) contenente un pantalone di tipo militare con le tasche laterali, una camicia, biancheria intima, un tappeto da preghiera, un libro in lingua araba (una pubblicazione dei Fratelli Musulmani sui comportamenti che deve tenere un buon musulmano secondo il Corano), due telefoni cellulari, denaro contante per la somma di euro 800. Nel corso della perquisizione il personale della Digos ha avuto modo di apprendere dai familiari presenti che nella stessa serata avrebbe dovuto fare rientro a casa, elemento contrastante con la sua presenza nella stessa giornata ad Istanbul da dove è stato respinto, motivo per il quale, unitamente ad altri, si legittimava la supposizione che l’HAMIL Mehdi potesse essere partito alla volta della Siria con l’intenzione di combattere a fianco dei guerriglieri dell’ISIS. Ciò posto e ritenendo probabile che l’HAMIL potesse reiterare il tentativo di recarsi in territori di jihad, sono stati attivati alcuni servizi tecnici e, contemporaneamente, sono state svolte alcune attività tipiche di Polizia durate oltre sei mesi. Al termine dei predetti accertamenti si sono evidenziati ed accertati una serie di indicatori che hanno evidenziato una “naturale” propensione dell’Hamil a sposare la causa dell’Isis: utilizzo di piattaforme di comunicazione diverse da quelle abituali (soprattutto whatsapp); l’accanito interesse per immagini, filmati e altri contenuti propagandistici riferiti all’organizzazione terroristica dello Stato Islamico, linkati quotidianamente tramite diversi siti telematici d’area, i cui contenuti rimandano a forme di addestramento e combattimento tra soggetti incappucciati, tutti contrassegnati dall’inconfondibile “brand” dello Stato Islamico; la volontà di raggiungere la Turchia e successivamente il progetto di trasferirsi in Belgio; l’estremo rigore nel seguire i dettami del Corano; alcuni accorgimenti tenuti durante la navigazione in internet per evitare di ricevere virus, per evitare di essere intercettati e come operare al fine di disattivarli. I numerosi elementi raccolti sull’odierno indagato, pertanto, hanno costituito una solida base sulla quale integrare i diversi profili penali contemplati dalla nuova legislazione antiterrorismo, provvedimento emanato per affinare l’attività di contrasto al terrorismo internazionale con particolare riferimento alla fenomenologia dei cosiddetti foreign fighters, cioè di quei soggetti reclutati e/o addestrati/auto-addestratisi soprattutto in occidente che si spostano in aree di crisi per unirsi ad organizzazioni terroristiche. Al termine delle attività d’indagine, la Procura della Repubblica presso la Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro ha proposto al competente G.I.P. l’adozione di misura di custodia cautelare - per i reati contemplati dalla nuova legislazione antiterrorismo per come introdotta dalla legge n. 43 del 17 aprile 2015, con particolare riferimento alla fenomenologia dei cosiddetti foreign fighters, art. 270-quinquies del c.p. - che ha emesso l’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di HAMIL Mehdi. Nella mattinata odierna, pertanto, personale dell’Antiterrorismo della Questura di Cosenza, diretta dal Questore dr. Luigi Liguori, ha eseguito la misura ed al termine delle attività l’indagato è stato accompagnato presso la locale Casa Circondariale di Cosenza.

    Reazioni e commenti:

    "Le forze di polizia calabresi hanno compiuto un'importante operazione antiterrorismo. A loro un grazie, il terrore non vincerà mai". Così, su Twitter, il deputato del Pd Ernesto Magorno commenta l'operazione antiterrorismo di questa mattina che ha portato all'arresto di Hamil Mehdi.

    "Come sempre il nostro ringraziamento a chi, come la Digos e l'Antiterrorismo della Polizia di Stato, in silenzio, con professionalità e competenza, difende il nostro Paese senza sosta dal pericolo del terrorismo jihadista, come è accaduto oggi con l'arresto di Cosenza". Lo afferma Emanuele Fiano, responsabile Sicurezza segreteria nazionale PD.

    "Complimenti alla Digos di Cosenza e allo Sco, il Servizio centrale antiterrorismo, per l'operazione che ha portato ad individuare un giovane pronto a trasformarsi in un foreign fighters. L'arresto di questa mattina dimostra che le norme esistenti, insieme a quelle di recente approvazioni con il decreto antiterrorismo, la preparazione e la professionalità delle nostre forze di sicurezza nel loro complesso sono efficaci". Così Rosa Calipari, vice presidente della commissione Difesa e componente del Copasir. "Possiamo senz'altro affermare - aggiunge Calipari - che il nostro Paese oggi è all'avanguardia nel contrasto al terrorismo internazionale, un mostro particolarmente feroce e con molte teste, contro il quale la tecnologia può molto ma solo insieme al dispiego intelligente e generoso delle risorse umane".

    "L'operazione condotta oggi dalle Forze dell'Ordine a Cosenza e che ha portato all'arresto di un marocchino per terrorismo dimostra il livello altissimo di attenzione in Italia e l'efficienza del nostro sistema sicurezza". Lo dichiara il coordinatore regionale di Ncd per la Calabria, senatore Antonio Gentile. "Tutto ciò - prosegue - conferma l'ottimo operato del governo ed in particolare del ministro Alfano, la cui fermezza e decisione ha consentito il varo di norme, da ultimo proprio il decreto antiterrorismo, che hanno rafforzato le difese del nostro territorio fornendo allo stesso tempo strumenti efficaci per il contrasto e la lotta al terrorismo internazionale". "Sono azioni brillanti come queste - conclude Gentile - che danno la misura del buon operato del governo, facendo giustizia delle demagogiche e populistiche dichiarazioni di chi invece sa soltanto fomentare le paure degli italiani. E' anche questo il senso dello stare al governo e di essere una forza responsabile di governo come Area popolare"

    "L'arresto di Hamil Mehdi, considerato dalle Forze dell'ordine, un potenziale 'foreign fighters', dimostra l'efficacia del decreto antiterrorismo, approvato lo scorso anno e di cui sono stato relatore nel corso dell'iter parlamentare. Grazie alla nuova norma introdotta nel decreto, il reato di autoaddestramento ai fini di terrorismo internazionale, è stato possibile indagare e quindi fermare questo potenziale terrorista". Lo dichiara Stefano Dambruoso, Questore della Camera dei Deputati, (Sc) magistrato ed esperto in terrorismo internazionale, commentando l'operazione di questa notte condotta dagli uomini della Digos di Cosenza, i quali hanno arrestato il cittadino marocchino dopo una lunga indagine. "A questo punto è quanto mai necessario - ha proseguito Dambruoso - prestare, con la dovuta urgenza, ogni attenzione alla prevenzione della radicalizzazione della violenza jihadista. Per tali intrascurabili ragioni, in questa settimana, presenterò alla Camera dei Deputati una proposta di legge, co-firmata con l'on. Manciulli del PD, sulla deradicalizzazione. Il modello che intendo proporre - ha concluso Dambruoso - incentrato sull'integrazione propone progetti atti ad evitare quelle marginalizzazioni, che consentono alle organizzazioni terroristiche di trovare un terreno fertile alla radicalizzazione degli estremismi fondamentalisti"

    "Oggi è il giorno dei complimenti alle forze dell'ordine per la brillante operazione che hanno messo a segno. Ma non solo. Oggi deve essere anche il giorno in cui ci chiediamo quanto siano sicure le nostre città e cosa stia facendo il Governo per garantire la sicurezza di tutti noi". Lo dichiara Roberto Occhiuto, deputato e vice coordinatore regionale della Calabria di Forza Italia, commentando l'arresto di Hamil Mehdi, l'ambulante marocchino di 25 anni residente a Luzzi. "Il Governo - prosegue - non può fare finta di nulla, limitandosi a festeggiare l'evento, facendosi forza del successo della Polizia. L'Italia, purtroppo, è un Paese ad alto rischio di infiltrazioni terroristiche, anche per colpa delle politiche messe in campo da Renzi e Alfano, che stanno dimostrando di non essere assolutamente in grado di gestire queste emergenze". "Mehdi - conclude - sembrava perfettamente integrato, mentre parlava con terroristi e aspirava ad allacciarsi le cinture per l'ascesa al suo paradiso. Attenzione, perché questa non è una rara eccezione, ma la regola di questi terroristi".

    "Il decreto anti terrorismo ha messo a disposizione del Paese strumenti molto importanti che funzionano. Questa operazione è stata resa possibile esattamente in ragione dei contenuti di quel provvedimento che ha garantito alle forze di polizia e alla nostra intelligence di poter analizzare, controllare e valutare meglio i fattori di rischio". Lo ha affermato il viceministro dell'Interno, Filippo Bubbico, sull'arresto da parte della polizia di Stato a Cosenza di Hamil Mehdi, considerato dalle Forze dell'ordine un potenziale 'foreign fighters'.

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