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    Tutela per il figlo di Gratteri, rafforzata sicurezza al magistrato

     

    Tutela per il figlo di Gratteri, rafforzata sicurezza al magistrato

    17 gen 16 E' stato messo sotto tutela il figlio del procuratore aggiunto di Reggio Calabria Nicola Gratteri, protagonista, suo malgrado, di un episodio dai contorni ancora misteriosi ma che viene affrontato con la massima attenzione dalle forze dell'ordine. La decisione, secondo quanto si è appreso, è stata presa in sede di Comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica dopo che due persone incappucciate hanno suonato al campanello dell'edificio in cui abita a Messina.

    Rafforzata sixurezza a Gratteri. E' stato rafforzato il dispositivo di tutela del procuratore aggiunto di Reggio Calabria Nicola Gratteri dopo l'episodio che ha visto due falsi agenti avvicinarsi all'appartamento in cui il figlio vive a Messina dove studia. Gratteri è da anni sotto scorta per le tante minacce ricevute nel corso della sua attività di magistrato impegnato nella lotta alla 'ndrangheta, ai traffici internazionali di droga, ed ai rapporti con i cosiddetti colletti bianchi.

    Si cerca nelle immagini della videosorveglianza. Gli investigatori chiamati a chiarire l'episodio, ancora oscuro, avvenuto mercoledì scorso a Messina quando due persone incappucciate hanno suonato al campanello dell'appartamento del figlio del procuratore aggiunto di Reggio Calabria Nicola Gratteri spacciandosi per agenti di polizia e fuggendo poi per le scale una volta giunti sul pianerottolo, starebbero cercando di verificare se alcune delle telecamere di videosorveglianza presenti nella zona possano avere ripreso immagini utili alle indagini. Nel frattempo, anche se nessuna ipotesi viene al momento esclusa, l'idea degli investigatori - secondo quanto si è appreso - è che si sia trattato di un modo subdolo della 'ndrangheta per lanciare un messaggio a Gratteri, impegnato in delicate indagini sulle cosche ed i loro rapporti con i cosiddetti "colletti bianchi" oltre all'attività nel narcotraffico. Ad una prima lettura dell'episodio, infatti, pare strano che i due abbiano suonato solo casualmente al campanello del figlio di Gratteri. Inoltre si sono presentati come agenti di polizia che - altra circostanza che difficilmente viene ritenuta una casualità - è il Corpo che cura la scorta del magistrato. I due, una volta al piano del figlio di Gratteri sarebbero poi fuggiti, forse perché si sono resi conto che davanti la porta d'ingresso dell'appartamento c'è un cancello metallico che era chiuso. E' confermato che i due non abbiano detto niente, ma questo, a giudizio degli investigatori, non renderebbe meno credibile l'ipotesi di un "avvertimento", visto che - viene evidenziato in ambienti vicino alle indagini - la 'ndrangheta opera spesso con "gesti". Le indagini sull'episodio sono condotte dai carabinieri di Messina con il coordinamento della Procura siciliana.

    Gratteri sotto scorta dall'89. E' considerato un magistrato "scomodo" per quel suo modo di fare schietto, il suo parlare sempre senza peli sulla lingua e giri di parole e per non essere vicino ad alcuna corrente della magistratura. Nicola Gratteri, procuratore aggiunto di Reggio Calabria, di certo è uno dei massimi esperti di 'ndrangheta, che combatte quotidianamente sin dagli anni '80 - tanto da vivere sotto scorta dal 1989 - e diventando uno dei pilastri della Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria nella lotta alle cosche. Innumerevoli le operazioni coordinate e portate a termine contro le 'ndrine. Esperto assoluto del narcotraffico e dei legami dei mafiosi calabresi con i più potenti cartelli sudamericani, Gratteri ha dedicato molto del suo tempo a combattere l'"area grigia" che prospera attorno alla 'ndrangheta contribuendo a renderla ancora più potente di quanto già non sia; quell'insieme di "colletti bianchi" della politica, della massoneria, dell'imprenditoria, con i quali i boss fanno affari milionari. Inchieste che hanno messo Gratteri nel mirino delle cosche. Nel 2005 fu ritrovato un arsenale con esplosivo plastico, lanciarazzi e kalashnikov che secondo alcuni pentiti sarebbe dovuto servire per compiere un attentato ai suoi danni. Progetti di attentati e intimidazioni non ne hanno mai frenato l'attività. Così come - compatibilmente con i limiti che gli impone la sicurezza - non ha cambiato le sue abitudini, come quella di vivere nella casa di famiglia a Gerace. Ma Gratteri la conoscenze acquisite in anni di inchieste non le ha volute tenere per sé. Insieme al giornalista Antonio Nicaso ha scritto una decina di libri per fare conoscere al di fuori dei confini calabresi cosa sia realmente la 'ndrangheta, un'organizzazione criminale che opera in tutti i continenti con una struttura verticistica il cui cervello sta a Reggio Calabria - come confermato dall'inchiesta Crimine-Infinito condotta insieme alla Dda di Milano che portò in carcere 300 persone tra capi e gregari - e con un giro d'affari pari a quello di un piccolo Stato. Un'opera di conoscenza che Gratteri ha esteso alle scuole dove si reca, in ogni parte d'Italia, per incontrare gli studenti e parlare loro di legalità. Gratteri è stato anche in predicato di diventare ministro alla Giustizia del Governo di Matteo Renzi il quale, non avendolo poi nominato, gli ha affidato il delicato compito di guidare la Commissione incaricata della revisione della normativa antimafia. Adesso è candidato all'incarico di capo nelle Procura di Catanzaro o di Milano. Ed anche per il capoluogo lombardo, pur non essendo considerato vicino alle correnti delle toghe, è uno dei candidati con più chance.

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    --- Solidarietà a Gratteri dopo l'intimidazione al figlio ---

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