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    Danno da un mln di euro per truffa a fondi UE per coltivazioni biologioche mai eseguite

     

    Danno da un mln di euro per truffa a fondi UE per coltivazioni biologioche mai eseguite

    15 gen 16 I finanzieri del Comando provinciale di Catanzaro hanno scoperto una truffa per ottenere illecitamente un milione di euro di fondi comunitari finalizzati all'avvio e lo sviluppo di colture biologiche. Un imprenditore agricolo della provincia di Catanzaro è stato segnalato alla Corte dei Conti per danno erariale. Nel corso delle indagini i finanzieri hanno scoperto che la cooperativa agricola ha ottenuto i fondi comunitari ma i soci non hanno mai avviato le coltivazioni biologiche. I fondi, che dovevano essere divisi tra i soci della cooperative per avviare le colture, sono state dall'azienda attraverso una sistema contabile di compensazione tra l'ammontare dei contributi e la quota di mezzi propri da immettere sotto forma di aumento di capitale sociale.

    L’indagine aveva preso il via sulla scorta di una truffa per presunti illeciti perpetrata da una impresa agricola in relazione ai contributi pubblici erogati a favore di quest’ultima. È stato poi accertato dalle fiamme gialle catanzaresi che l’impresa aveva avuto la possibilità di partecipare ai programmi regionali agro - ambientali, potendo indebitamente beneficiare di contribuzioni pubbliche erogate dall’Agea di Roma (agenzia per le erogazioni in agricoltura). Il disegno fraudolento si era poi definitivamente concretizzato nella fase in cui la stessa impresa – cooperativa - aveva materialmente ottenuto i contributi. le somme, infatti, avrebbero dovuto essere ripartite pro-quota tra tutti i soci. invece, esse erano state trattenute dalla cooperativa, mediante l’utilizzo di una privata forma di compensazione (tra l’ammontare della quota di contributi - spettante ad ogni singolo socio per l’assoggettamento dei propri terreni ai metodi di coltivazione integrato o biologico - e la quota di mezzi propri da immettere sotto forma di aumento di capitale sociale). Così facendo, la cooperativa ha potuto adempiere agli obblighi di immissione di mezzi propri sanciti nell’ambito della disciplina di cui al “patto territoriale”, ottenendo ulteriori contributi pubblici per la realizzazione di beni strumentali. L’esito delle indagini esperite, già segnalato all’a.g. penale, ha ora anche portato all’attuale denuncia milionaria alla procura regionale della corte dei conti per il danno subito dalle casse erariali. Prosegue la lotta della guardia di finanza contro la sleale concorrenza ed ogni forma di inquinamento del mercato, a tutela degli imprenditori onesti che agiscono con scrupolo, nel rispetto delle regole e normative vigenti.

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