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    Vatileaks 2, la pierre cosentina non svela nulla "Vittima di processo mediatico"

     

    Vatileaks 2, la pierre cosentina non svela nulla "Vittima di processo mediatico"

    07 gen 16 "Il mio problema era aiutare il Santo Padre, non avere un posto in Curia". Più che rivelazioni nella pomposa conferenza stampa convocata a San Sosti Francesca Chaouqui, la pierre indagata per sottrazione e diffusione di carte riservate nell'inchiesta Vatileaks 2, non svela nulla ma abbozza la sua linea difensiva prendendo le distanze da quanto accaduto. Sicura di sè la pierre cosentina nel suo paese d'origine, San Sosti, dove nacque 35 anni fa, non fornisce ulteriori elementi sulla vicenda che la riguarda. Ad accompagnare la Chaouqui ci sono la mamma, la nonna, il marito, Corrado Lanino, altri parenti e la migliore amica, la coetanea che era con lei a Roma nei giorni in cui l'hanno arrestata. Chaouqui é arrivata nel posto scelto per la conferenza stampa in sella ad una moto e sulle note di "Io non ho paura", di Fiorella Mannoia, ed accompagnata da tanti concittadini che la sostengono a spada tratta. Qualcuno tra loro, tra una domanda e l'altra dei giornalisti, non risparmia critiche alla stampa, parlando di "processo mediatico". - "Non ho mai dimenticato il mio paese. Da qui parte tutto, la mia famiglia, le mie radici e soprattutto la mia fede grazie alla Madonna del Pettoruto". "Sono stata accusata - ha aggiunto Chaouqui - di rinnegare la mia terra, ma in realtà, seppur duramente, la mia volontà era di aprire un dibattito e questo mio pensiero, espresso in una lettera al 'Corriere' dopo la morte di Fabiana Luzzi (la sedicenne uccisa dal fidanzato nel 2013 a Corigliano Calabro, ndr), è stato frainteso ed etichettato come volontà di non amare la mia terra. Questo era un punto che volevo chiarire: amo la mia terra e qui in futuro tornerò a vivere".

    La scena, però, è tutta per lei. "Da me - assicura - non si saprà mai nulla delle conversazioni avute con il Papa o degli atti che ho avuto e letto. Non tradirò mai il mio segreto di Stato, anche se mio figlio dovesse nascere in carcere. Non volevo un posto in Curia, così come hanno detto a Papa Francesco il giorno dopo il mio arresto". "Dieci giorni dopo le nomine, mi resi conto che furono fatte da papa Francesco in maniera autonoma, senza passare dell'iter previsto dalla Segreteria vaticana. E quindi bisognava screditare i membri di questa commissione per far capire a Francesco che non poteva agire in questo modo". "Ero in quella commissione - ha aggiunto Chaouqui - perché ero un'esperta in comunicazione. Il mio curriculum era idoneo, e nessun cardinale o intrigo di palazzo ha fatto sì che fossi nominata in quella commissione. Se tornassi indietro, anche se dovessi finire in carcere, riaccetterei senza dubbio l'incarico offertomi perché stavo contribuendo al rinnovamento del Vaticano".

    Chaouqui parla anche del rapporto con mons. Vallejo Balda. "E' vero - ammette - sono stata io a presentare i due giornalisti a mons. Balda, ma non c'era nessun accordo per passare loro carte private. E' stato mons. Balda a consegnare quei documenti per dimostrare che la riforma non era stata messa in pratica". "Ed è sempre lui - ha aggiunto - che mi accusa perché tutto il processo si basa solo sulle sue dichiarazioni. Ma nel fascicolo non c'è uno straccio di prova a mio carico".

    E sulla sua nomina in Vaticano la pierre chiarisce. "Sono un'esperta in comunicazione. Il mio curriculum - dice - era idoneo, e nessun cardinale o intrigo di palazzo ha fatto sì che fossi nominata. Se tornassi indietro, anche se dovessi finire in carcere, riaccetterei senza dubbio l'incarico offertomi perché stavo contribuendo al rinnovamento del Vaticano".

    E mentre Chaouqui ribadisce che in caso di condanna non chiederà la grazia al Papa, c'è chi dice che lo farà per lei: Carmela Martucci, consigliera comunale di San Sosti."Chiederò la grazia per Francesca - ha aggiunto Carmela Martucci - e lo farò al suo posto sapendo che lei ha già annunciato che rinuncerà a ogni atto di clemenza. Voglio farlo perché il piccolo Pietro non può nascere in carcere. Ma anche perché in carcere dovrebbero andarci i preti che rubano e non persone come Francesca Chaouqui".

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