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    Se n'è andato Micuzzu Scola, alfiere dell'automobilismo cosentino e calabrese

     

    Se n'è andato Micuzzu Scola, alfiere dell'automobilismo cosentino e calabrese

    25 feb 16 Don Micuzzu se n’è andato. Il “piedone” cosentino conosciuto in tutta Italia, nel mondo delle gare automobilistiche, ha raggiunto il suo amico-rivale di sempre, Carlo Nesti, lì, nel grande circuito dei cieli. Domenico Scola, 85 anni, Don Mimì o Don Micuzzo, era amato da tutti gli appassionati dello sport dell’auto. L’ultimo saluto glielo ha dedicato il nipote prediletto, Domenico jr, che al suo funerale ha fatto “cantare” la sua Osella PA rossa. Un rombo commovente come nessun altro ricordo si possa raccontare. Con il suo casco giallo sopra la tuta azzurra che campeggiavano sul feretro l’ultimo viaggio è stato quello nella chiesa di Sant’Antonio da Padova a Rende dove viveva con la moglie Franca. L’ultimo suo ricordo una foto che lo ritrae seduto alla partenza della salita della Sambucina mentre guarda il nipote che parte per la vittoria. In tanti lo ricordano trionfatore della gloriosa Coppa Sila nelle epiche “battaglie” contro Nesti ed in giro per le cronoscalate di tutta Italia. I figli Emilio, Carlo e Anna assieme alla moglie Franca lo piangono oggi. Se n’è andato il giorno del 65’ anniversario del matrimonio. Se n’è andato alla sua maniera. In un silenzio carico di significati. In silenzio metteva a tacere con le vittorie le polemiche immancabili nel mondo dell’auto. Lui campione vero ha continuato a correre fino a tarda età. A Fasano all’età di 82 anni l’ultima sua gara nel 2013. Poi ha lasciato il “tarallo” ai figli Carlo ed Emilio che hanno continuato sulla scia di papà Domenico. Ma le soddisfazioni più grosse gliele ha date Micuzzo Junior. Il nipote che fin dall’età di sei anni ribolliva per il rombo dei motori e la puzza di olio di ricino. Oggi non si usa come una volta ma il ricordo corre alla montagna di Montescuro violata dal rombo della sua auto che si perdeva lungo i tornanti in mezzo al profumo dei pini mischiato a quello di gomma bruciata e olio di ricino. Ora Don Micuzzu corrè lassù dove con uno sguardo particolare continuerà a seguire Domenico che con una lacrima che gli rigava il volto oggi ha fatto rombare per l’ultima volta la sua Osella.

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