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    Ros sequestrano 1.5 mln di azioni a società che doveva costruire ospedali calabresi

     

    Ros sequestrano 1.5 mln di azioni a società in odore di mafia che doveva costruire ospedali calabresi

    23 feb 16 I carabinieri del Ros hanno eseguito un provvedimento della sezione misure di prevenzione del tribunale che ha disposto l'amministrazione giudiziaria delle società Tecnis Spa, Artemis Spa e Cogip Holding Srl e il sequestro delle relative quote ed azioni per un valore di oltre un miliardo e mezzo di euro. L'intervento è stato richiesto dalla procura distrettuale antimafia di Catania. La società Tecnis Spa è impegnata in Calabria nella realizzazione dei nuovi ospedali della Sibaritide e della Piana di Gioia Tauro. Nei giorni scorsi, nel corso di un incontro a Roma tra la Regione Calabria ed i rappresentati della Tecnis, la società aveva dichiarato che la realizzazione dei due ospedali della Sibaritide e della Piana di Gioia Tauro rappresentano un obiettivo strategico dell'azienda e di avere intenzione di riavviare al più presto le attività previste in contratto. La Tecnis ha anche rassicurato la Regione che, essendo i due interventi generatori di consistenti entrate per il bilancio della Società, gli istituti bancari finanziatori dei due interventi assicureranno i flussi previsti nei relativi piani economico-finanziari.

    Società asservita a cosa nostra. Le società Tecnis Spa, Artemis Spa e Cogip Holding Srl sarebbero state "asservite alla famiglia catanese di cosa nostra" e, oltre che a rimpinguarne le casse, avrebbero "consentito agli esponenti apicali dell'organizzazione di governare in qualche modo l'indotto, ottenendo sub appalti e forniture a imprese vicine alla organizzazione mafiosa ed accrescere il proprio potere e prestigio anche presso le famiglie palermitane, consentendo ad imprese loro vicine di infiltrare il settore delle commesse pubbliche". Questa la motivazione del provvedimento con il quale la Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Catania ha disposto l'amministrazione giudiziaria e il sequestro delle relative quote ed azioni societarie. Il provvedimento è stata illustrato durante una conferenza stampa alla quale hanno preso parte il Procuratore della Repubblica di Catania Michelangelo Patanè e il comandante del Ros dei carabinieri Gen. Giuseppe Governale. "Si è potuto verificare nel corso di circa 10 anni - ha detto Patanè - che queste azienda dovevano pagare a cosa nostra, avere collegamenti con essa, si dovevano inserire in appalti e in lavori cospicui del Palermitano, ma in stretto collegamento ed asservimento dei voleri di cosa nostra". Per le tre aziende è stato nominato un amministratore giudiziario, il Prof. Ruperto, che sostituirà gli amministratori per un periodo di sei mesi, ulteriormente rinnovabile, per "risanare e reimmettere nel mercato l'azienda, in modo che possa operare nel rispetto delle regole ed al riparo da interventi della criminalità organizzata". Il provvedimento trae fondamento da più attività investigative, corroborate da dichiarazioni di collaboratori di giustizia e da quelle degli stessi imprenditori. Sulla scorta di questo gli investigatori ritengono che Tecnis SpA (e le relative compagini) abbia subito coartazioni nel libero svolgimento delle attività imprenditoriali. La Tecnis ha un capitale sociale di 32 milioni di euro interamente versato e le relative azioni sono suddivise in egual misura tra le società Cogip Holding srl e Artemis SpA, la prima riferibile a Francesco Domenico Costanzo e la seconda a Concetto Albino Bosco Lo Giudice. Alla ditta è stato sospeso il certificato antimafia in seguito al coinvolgimento dei componenti del suo Cda, Mimmo Costanzo e Concetto Bosco, finiti agli arresti domiciliari nell'ambito dell'inchiesta 'Dama Nera' della Procura di Roma su presunte tangenti all'Anas. La società, operante nel settore edile (realizzazione di strade e autostrade, ferrovie e metropolitane, edilizia sanitaria, parcheggi, interporti e infrastrutture marittime), è presente sia sul mercato nazionale che estero (attraverso partecipazioni in imprese controllate con sede in Brasile, Emirati Arabi, Libia, Nigeria, Romania, Sudan e Tunisia). Ha un organico medio di 305 dipendenti. Ha partecipazioni in imprese controllate italiane tra cui Risanamento San Berillo Srl, Porto Turistico Marina di Ragusa SpA e Marina di Naxos Srl ed è partecipe in circa 60 associazioni temporanee di impresa aggiudicatarie di appalti pubblici. La Artemis esercita l'attività di direzione e coordinamento nei confronti della Tecnis SpA e delle sue controllate, mediante lo svolgimento di attività consistenti in indicazioni strategiche, formulazione di politiche generali di gruppo e conseguente pianificazione e controllo delle attività e indicazioni operative specifiche su modalità gestionali, sul reperimento dei mezzi finanziari, su politiche di bilancio, sulla scelta dei fornitori e dei contraenti in generale. La Cogip è una holding che ha lo scopo di realizzare la massima sinergia operativa tra le società appartenenti al gruppo, attraverso la gestione delle partecipazioni, degli immobili e finanziaria nei confronti delle società partecipate, l'erogazione di servizi di consulenza e la direzione ed il coordinamento nei confronti delle società controllate.

    Provvedimento da indagini e da collaboratori. Per l'adozione del provvedimento di sequestro delle tre società etnee, tra cui la Tecnis, da parte della sezione misure di prevenzione del Tribunale, sono stati prese in considerazione indagini 'corroborate' dalle dichiarazioni di collaboratori di giustizia e degli stessi imprenditori e gli esiti di alcuni procedimenti penali. Tra questi l'operazione "Arcangelo", disposta nei confronti tra gli altri, di Angelo Santapaola. Nel 2005, in occasione dei lavori per la costruzione dei due approdi di emergenza in Tremestieri (Messina) in cui era impegnata la Tecnis, i cugini Angelo e Vincenzo Santapaola vennero intercettati mentre discutevano della cifra di 20 mila euro che la Tecnis avrebbe dovuto loro corrispondere. Carmelo Bisognano, ritenuto esponente apicale della famiglia di Barcellona Pozzo di Gotto (Messina), in relazione ai lavori relativi all'autostrada Messina/Palermo riferì di aver appreso da Giuseppe Ranno, dipendente dei Costanzo, che l'interlocutore mafioso dell'impresa era il gruppo di Picanello della famiglia Santapaola. In ordine ai lavori della Galleria Scianina (sull'autostrada Messina/Palermo), la famiglia di Barcellona Pozzo di Gotto avrebbe dovuto ricevere le somme spettanti a titolo estorsivo dalla famiglia Santapaola. Alfio Giuseppe Castro, imprenditore ed esponente della famiglia catanese di cosa nostra, ha riferito di aver lavorato in più occasioni per conto della Tecnis SpA e di avere appreso che l'impresa era "messa a posto" con il gruppo di Picanello, il cui esponente, Rosario Tripoto, curava gli interessi dell'impresa quando lavorava fuori Catania, salvaguardandola dalle pretese della criminalità locale. Santo La Causa, considerato reggente dell'organizzazione catanese del 2007 al 2009, ha confermato il collegamento delle imprese Costanzo con il gruppo di Picanello. Un'altra operazione i cui risultati sono stati presi in considerazione è la "Iblis": nel 2007 si accertò che la "GEST.I FOND. GESTIONI IiV1MOBILIARI E FONDIARIE SRL", di proprietà della Tecnis spa e della Iniziative Immobiliari SpA, aveva stipulato un preliminare di vendita di un terreno con un prestanome di Alfio Aiello, fratello del più noto Vincenzo, ae si era impegnata a corrispondere 3.846 mila euro sebbene il titolare poco tempo prima lo avesse pagato 360 mila. A fronte della cifra pattuita, la società risulta aver corrisposto 2.593 mila euro senza ottenerne né il trasferimento della proprietà né la consegna del bene. Sui terreni la Tecnis aveva avanzato proposta per la realizzazione di una nuova struttura penitenziaria. Durante le indagini, che si è arricchito delle dichiarazioni del collaboratore di giustizia Gaspare Pulizzi, emerse anche che nel periodo in cui cosa nostra catanese, attraverso Angelo Santapaola e Vincenzo Aiello, si "interfacciava" con quella palermitana nella persona di Salvatore Lo Piccolo, reggente del mandamento di San Lorenzo, quest'ultimo aveva manifestato l'intenzione di stabilire un contatto con la Tecnis, che si era aggiudicata l'appalto relativo alla realizzazione dei lavori della metropolitana di Palermo per il tratto Politeama - Giachery. Un'altra operazione è la "Golem" della Procura di Palermo, un provvedimento cautelare del 2009 che, tra gli altri, analizza un 'pizzino' sequestrato nel 2007 a Salvatore Lo Piccolo in cui vi erano dei riferimenti alla Cogip SpA dei Costanzo, impegnata in lavori presso lo scalo aeroportuale di Palermo - Punta Raisi Sulla scorta di quanto precede, è stato ritenuto che la Tecnis SpA (e le relative compagini) ha subito coartazioni nel libero svolgimento delle attività imprenditoriali.

    Governale, Tecnis è demone dal volto d'angelo. "Si tratta di aziende che si proclamavano paladini dell'antimafia ma la realtà dei fatti ha determinato un loro coinvolgimento. Il provvedimento assunto è aderente alla necessità che abbiamo di dare un'azione di contrasto forte a questo demone dal volto d'angelo, perché cosi' si presenta, per preservare la società civile". Lo ha detto il il comandante del Ros dei carabinieri Gen. Giuseppe Governale parlando con i giornalisti in merito al provvedimento con cui la sezione misure di prevenzione del Tribunale di Catania ha disposto l' amministrazione giudiziaria e il sequestro delle relative quote ed azioni societarie nei confronti delle società Tecnis Spa, Artemis Spa e Cogip Holding Srl, ritenute "asservite a cosa nostra catanese". "La mafia - ha concluso Governale - parte da questo presupposto 'o le cose amministro io, o le guardo io, o le metto a posto io oppure non sono di nessuno'. Dobbiamo stroncare questo paradigma e l'evoluzione normativa di settore e' chiara: se una cosa non appartiene alla mafia appartiene allo Stato e lo Stato deve essere in grado di essere efficace e di essere credibile nei confronti della società civile"

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