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    Aveva ceduto beni a familiari per non pagare tasse, confisca da 3 mln a Vibo

     

     

    Aveva ceduto beni a familiari per non pagare tasse, confisca da 3 mln a Vibo

    22 feb 16 Ha ceduto i beni ai suoi familiari, attraverso donazioni e vendite simulate, per evitare di pagare sei milioni di euro di debiti accumulati nei confronti del fisco. Per questo motivo stamane i militari della Guardia di finanza hanno sequestrato beni per 3 milioni di euro nei confronti dell'imprenditore vibonese Tommaso Pugliese. Il provvedimento di sequestro è stato emesso dal giudice per le indagini preliminari di Vibo Valentia che ha accolto la richiesta del Procuratore, Mario Spagnuolo, e del sostituto Concettina Iannazzo. Nel corso delle indagini i finanzieri hanno scoperto che l'imprenditore, che operante sia nel settore turistico alberghiero che nella costruzione di edifici, aveva un'ingente esposizione debitoria nei confronti dell'Erario (per imposte e sanzioni) in ordine alla quale aveva ricevuto avvisi di accertamento e cartelle esattoriali per un importo di circa 6 milioni di euro. L'imprenditore, per sottrarsi ad un eventuale fallimento ad istanza della Procura, ha chiesto la cancellazione della ditta dal Registro delle Imprese. Subito dopo aver proceduto alla cancellazione dell'impresa, l'imprenditore ha iniziato a disfarsi anche dei propri beni, cedendoli, a vario titolo, ai propri familiari. I finanzieri hanno quindi informato la Procura della Repubblica che ha richiesto il sequestro dei beni.

    "Le ragioni del fisco consentono ad un corpo sociale di vivere decentemente ma nel momento in cui le tasse non vengono onorate si fa ricadere su chi le paga il costo della società". Lo ha detto il Procuratore di Vibo Valentia, Mario Spagnuolo, nel corso di una conferenza stampa per il sequestro dei beni ad un imprenditore. Una vicenda che che il Procuratore ha definito "esemplificativa di un metodo particolarmente consolidato nel territorio vibonese con un'azienda che decide di spostare i suoi asset patrimoniali, mette in liquidazione la sua impresa nei cui confronti c'è una situazione debitoria di 8 milioni di euro e si cancella dal registro delle imprese donando ai familiari, poco prima, società vicine e spostando in tal modo, ingenti possidenze economico-patrimoniali a loro favore". Nelle parole del procuratore di Vibo finisce anche Equitalia: "Tutti questi passaggi - ha affermato - avrebbero dovuto richiamare l'attenzione di Equitalia che è sempre pronta a mettere ganasce a chi non paga le multe anche solo di poche centinaia di euro ma che, in questo caso, non si è mossa, contrariamente all'Agenzia delle Entrate che ha avviato una causa civile per annullare quei provvedimenti. Lo Stato si deve muovere in tutte le sue articolazioni perché il nostro agire ha un senso solo se trova collaborazione in altre parti dello stesso".

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