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    Corte dei Conti "Gattopardesca rassegnazione illeciti su sanità e truffe"

     

     

    Corte dei Conti "Gattopardesca rassegnazione illeciti su sanità e truffe"

    19 feb 16 "Le tipologie di aggressione al patrimonio pubblico, nelle loro variegate molteplicità, si sono ripetute anche nell'anno in esame, ormai secondo un triste e più virulento copione di dannose inefficienze amministrative, di truffe ad enti previdenziali, di indebite percezioni di finanziamenti pubblici nazionali ed europei, di procedimenti ablatori da parte di enti locali, iniziati e non definiti, di illeciti comportamenti di dirigenti medici in danno di aziende sanitarie e diverse altre fattispecie". Lo ha detto il presidente della sezione giurisdizionale per la Calabria della Corte dei Conti, Mario Condemi, leggendo la relazione sull'attività svolta in apertura dell'anno giudiziario contabile 2016. Il presidente Condemi, che ha insistito sulla carenza di organici destinata ad acuirsi nei prossimi mesi (anche lui andrà in pensione in estate), ha sostenuto che "i fatti illeciti, illegittimi, gli sprechi, le distrazioni di fondi, le irregolarità dei conti, i dissesti e le responsabilità connesse, vengono spesso erroneamente considerati come atti e fatti in sé autonomi, nati, vissuti ed accertati come singole patologie", aggiungendo che, di fronte a ciò, "sia gli organi istituzionali, che dovrebbero reagire amministrativamente, normativamente e politicamente, non sentono tale responsabilità, sia l'opinione pubblica, spesso male avvertita o semplicisticamente notiziata dai media, si adagiano su una gattopardesca rassegnazione. Ma uno degli aspetti che particolarmente allarma, attualmente e in prospettiva - ha detto ancora Condemi - è quello per cui le distorsioni, le degenerazioni e le alterazioni suddette sono molto spesso effetto di un sistema a monte disorganizzato amministrativamente (volontario o meno), disomogeneo nei suoi disegni programmatici e migliorativi, frammentario, inefficiente e lento, anche per incompetenza di funzionari ignavi nell'aggiornarsi e nel recepire nuovi stimoli professionali". La sanità si conferma in Calabria ambito particolarmente sensibile. "Allarmano - ha aggiunto il presidente Condemi - dichiarazioni di ex commissari delle varie aziende sanitarie provinciali sulla situazione di caos, di inefficienza e di precarietà in cui versano le diverse aree aziendali". Una situazione che comporta "mancata riscossione di ticket sanitari per milioni di euro, mancato rispetto degli obblighi di esclusività delle prestazioni da parte dei dirigenti medici per avere accettato incarichi extraprofessionali non preventivamente autorizzati e impiego in strutture private; macroscopiche irregolarità in materia di autorizzazione, accreditamento, accordi contrattuali, appalti per le forniture e servizi pilotati con aspetti di corruttela, tant'è che è intervenuto il cosiddetto 'manuale' Cantone volto a prevenire pratiche illecite". Il presidente si è poi soffermato sul caso dell'Asp di Reggio, definita "una banca" dal commissario ad acta per il rientro dal deficit, "avendo egli accertato - ha precisato Condemi - che i mancati pagamenti alle imprese fornitrici, che vantavano crediti, producono un singolare nuovo e redditizio sistema di investimento, nel senso che per ogni anno di ritardo nei pagamenti l'azienda deve corrispondere un interesse del 6%". "Un altro aspetto - ha sostenuto ancora Condemi - è quello che riguarda la natura e le modalità criminogene che caratterizzano atti e fatti illeciti compiuti a danno dell'erario nell'ambito dei finanziamenti e contributi nazionali e Ue a favore dell'agricoltura, di imprese industriali e dell'autoimprenditoria" con la scoperta, nello specifico, di "accordi truffaldini fra aventi diritto teorici". Alla data del primo gennaio 2015 risultavano pendenti 14.701 conti giudiziali, con 3.115 pervenuti e 6.092 definiti, e con una rimanenza pari a 11.724. Il totale dell'importo delle sentenze di condanna, nell'ambito del contenzioso amministrativo contabile, ammonta a oltre 25 milioni e 520 mila euro.

    "I danni erariali, oggetto dell'azione della Procura calabrese, sono proteiformi e investono tutti i settori in cui si esplica l'esercizio delle funzioni pubbliche". Lo ha detto Rossella Scerbo, dallo scorso mese di marzo Procuratore presso la sezione giurisdizionale della Corte dei conti per la Calabria, nella relazione letta in occasione della seduta d'inaugurazione a Catanzaro dell'anno giudiziario. Sanità, società partecipate ed enti strumentali, frodi comunitarie e spreco di risorse pubbliche rimangono, per la giustizia contabile, gli elementi critici dell'azione inquirente della Procura. "I danni si realizzano - ha sostenuto Scerbo - attraverso le più svariate condotte, anche omissive: mancata riscossione, esternalizzazioni e assunzioni di personale 'contra legem', distribuzione di retribuzione accessoria a pioggia, inutilizzazione di immobili, illegittimità nella gestione delle forniture e della ripartizione delle risorse, assenteismo e altre illegittimità. Fonte di potenziale danno erariale - ha proseguito il procuratore - è anche il riconoscimento dei debiti fuori bilancio le cui delibere provengono alla Procura in un numero che non è inappropriato definire patologico, per lo meno quando si parla di quelli relativi a forniture effettuate in assenza di impegno di spesa". Attenzione massima anche alla materia delle frodi "di rilievo non solo in termini di numero delle citazioni depositate nell'anno (28) e di entità del danno erariale pari a quasi 16 milioni di euro, ma anche per le implicazioni economiche in una regione come la Calabria". Il procuratore, nella relazione, ha fornito anche un focus sulla situazione normativa generale lamentando alcuni rischi che si affacciano per l'attività giurisdizionale delle sezioni regionali di controllo della Corte dei conti. "Si assiste a progressive erosioni della giurisdizione contabile - ha sottolineato - con riferimento ad ambiti da considerare 'sensibili' per l'entità degli interessi patrimoniali coinvolti e il collegato allarme sociale. Il riferimento d'obbligo è a interventi normativi ancora in itinere riguardanti la responsabilità medica e le società partecipate. La discussione è legata all'individuazione del giudice (ordinario o contabile?), nel caso delle società partecipate, di fronte al quale fare valere le azioni di responsabilità nei confronti dei componenti degli organi di amministrazione e controllo, per il danno diretto o indiretto subito dalle casse pubbliche. "Non è e lo si sottolinea con fermezza - ha affermato il procuratore - una rivendicazione dettata da spirito di casta. Il rischio è quello della compromissione dell'effettività della tutela delle risorse pubbliche ove il potere di azione non sia attribuito ad un organo, qual è il pm contabile, posto in posizione di indipendenza e neutralità ma ad organi sociali, quegli stessi che hanno eletto gli amministratori contro cui dovrebbero agire". Scerbo ha infine denunciato l' "intollerabile carenza di risorse umane e di strumenti normativi adeguati" nella Procura lamentando la presenza un organico inferiore ad un terzo di quello di diritto, con tre magistrati di cui uno prossimo alla pensione e di 12 unità di personale amministrativo. "Tutto questo - ha concluso - mentre ci si prepara ad affrontare la nuova sfida del processo telematico che in Calabria dovrebbe partire il 15 marzo".

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