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    Bruciavano rifiuti tossici, 4 arresti a Lamezia. I fumi tossici bloccavano ospedale

     

     

    Bruciavano rifiuti tossici, 4 arresti a Lamezia. I fumi tossici bloccavano ospedale

    11 feb 16 Quattro persone di etnia rom sono state arrestate dai carabinieri a Lamezia Terme nell'ambito di un'indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica di Lamezia Terme, sulla combustione illecita di rifiuti. I militari della Compagnia di Lamezia Terme, dalle prime luci dell'alba, hanno eseguito anche numerose perquisizioni. L'indagine, denominata "Killer Smoke", ha consentito di portare alla luce l'esistenza di un gruppo di persone di etnia rom dedite a tale attività illecita.

    Fumi tossici bloccavano ospedale. I fumi tossici sprigionatisi a causa dell'incendio doloso di rifiuti nel campo rom di Scordovillo, a Lamezia Terme, avevano provocato, lo scorso settembre, l'interruzione degli interventi chirurgici nell'ospedale cittadino che confina con l'accampamento. E' uno dei particolari emersi a conclusione dell'operazione "Killer smoke" condotta dai carabinieri e che ha portato all'arresto di quattro persone di etnia rom. Gli arrestati sono Cesare Amato e Mario Bevilacqua, finiti in carcere, e Carmela Bevilacqua e Natalina Berlingieri ai domiciliari. Altre sette persone sono state denunciate. I particolari dell'operazione mirata a per contrastare il fenomeno dei fumi tossici e partita dopo la denuncia del sindaco della città Paolo Mascaro, sono stati resi noti nel corso di una conferenza stampa presenti il Procuratore della Repubblica, Domenico Prestinenzi, e il comandante provinciale dei carabinieri Ugo Cantone. A seguito della denuncia del sindaco Mascaro, nelle vicinanze del campo, sono state posizionate delle telecamere per monitorare i vari movimenti e rendere possibile l'identificazione di alcune delle persone responsabili degli incendi. Si è potuto conoscere, così, chi entrava con i rifiuti e procedeva poi ad innescare falò tossici che hanno creato disagi anche e soprattutto all'ospedale cittadino che confina con il campo. E' emerso, inoltre, che insieme ai rifiuti veniva bruciato di tutto, soprattutto copertoni e rifiuti particolari: da qui la denuncia di altre persone che avrebbero consegnato materiale come pneumatici ai rom per farli bruciare evitando loro di smaltirli legalmente. Gli inquirenti non scartano nemmeno l'ipotesi di persone di etnia che da altre località venivano a Lamezia per conferire a Scordovillo i rifiuti da bruciare. In questi mesi l'Arpacal ha effettuato delle verifiche dalle quali sarebbe emersa la presenza di metalli pesanti ed elementi tossici con rischi per la salubrità dell'aria e del terreno.

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