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    Falso olio made in Italy sequestrato in Calabria, Puglia e Umbria

     

    Falso olio made in Italy sequestrato in Calabria, Puglia e Umbria

    03 feb 16 Una vasta operazione condotta dall'Ispettorato repressione frodi (ICQRF) del Ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali, coordinata dalla Procura della Repubblica di Trani, in collaborazione con la Guardia di finanza, in Puglia e Calabria ha portato al blocco di un vasto e collaudato sistema di frode, radicato in queste regioni, nel settore oleario. Sequestri - complessivamente 16 - sono in corso in queste due regioni e anche in Umbria presso aziende olearie, i cui proprietari risultano essere ignari acquirenti delle partite di falso olio italiano. L'operazione, (in codice "Mamma mia"), ha consentito di bloccare la commercializzazione di oltre 2.000 tonnellate di olio extravergine di oliva falsamente fatturato italiano, per un valore di oltre 13 milioni di euro. Sono otto gli indagati, accusati di frode agroalimentare e di reati fiscali, connessi a un giro di fatture false per oltre 13 milioni di euro, attestanti il commercio di 2mila tonnellate di olio italiano fittizio. A seguito di una complessa attività di analisi e a un minuzioso lavoro di ricostruzione documentale, gli investigatori dell'ICQRF hanno accertato che - negli anni 2014 e 2015 - oltre 2mila tonnellate di olio extravergine di oliva proveniente da Spagna e Grecia sono state commercializzate come olio 100% Italiano. Il complesso sistema di frode prevedeva il ruolo di imprese "cartiere" pugliesi e calabresi che emettevano falsa documentazione attestante l'origine nazionale di olio extravergine di oliva, in realtà spagnolo e/o greco, che - mediante artifizi e triangolazioni documentali - arrivava presso ignari soggetti imbottigliatori già designato come Made in Italy, pronto per il confezionamento e la distribuzione sul mercato. Le persone coinvolte provvedevano poi a smaltire l'olio non italiano attraverso vendite fittizie a operatori compiacenti, anche esteri, al fine di farne perdere le tracce. Gli omologhi Organismi di controllo esteri - interpellati dall'Unità Investigativa Centrale (U.I.C.) dell'ICQRF - hanno confermato l'esistenza di operazioni di vendita fittizie, confermando le ipotesi investigative. Alla luce di quanto emerso dalle indagini, su delega e sotto il coordinamento del dott. Antonio Savasta della Procura della Repubblica di Trani, con la collaborazione della Guardia di Finanza di Andria, Crotone e Gioia Tauro, sono stati eseguiti 16 sequestri e 12 perquisizioni. Nel corso dell'operazione è stata sequestrata un'ingente mole di documentazione e anche materiale informatico, attualmente al vaglio degli investigatori dell'ICQRF. Le partite di falso olio 100% Italiano sono state rintracciate mediante la documentazione di vendita le quote ancora residue saranno ritirate dal mercato mediante un articolato sistema di richiamo dei prodotti irregolari.

    "Con gli arrivi di olio dalla Grecia che nel 2015 sono cresciuti del 634 per cento, è positiva l'operazione condotta dall'Ispettorato repressione frodi (ICQRF) che ha portato alla scoperta di oltre 2.000 tonnellate di extravergine di oliva proveniente dal paese ellenico e della Spagna falsamente fatturato italiano, per un valore di oltre 13 milioni". Ad affermarlo è la Coldiretti, in occasione del blitz che vede otto persone indagate per frode agroalimentare e reati fiscali. "L'operazione dell'Ispettorato conferma il nostro allarme - prosegue Coldiretti - sul moltiplicarsi di frodi, con gli oli di oliva importati che vengono spesso mescolati con quelli nazionali per acquisire, con le immagini in etichetta e sotto la copertura di marchi storici, magari ceduti all'estero, una parvenza di italianità da sfruttare sui mercati nazionali ed esteri, a danno dei produttori italiani e dei consumatori". E una ulteriore spinta alle truffe - prosegue Coldiretti- potrebbe venire dal via libera di un ulteriore contingente di 35mila tonnellate di olio tunisino a dazio zero approvato dalla Commissione internazionale del Parlamento europeo. "Diventa dunque ancora più urgente - afferma il presidente della Coldiretti, Roberto Moncalvo - arrivare all'attuazione completa delle norme già varate con la legge salva olio "Mongiello", dai controlli per la valutazione organolettica ai regimi di importazione per verificare la qualità merceologica dei prodotti in entrata".

    "Produciamo il 17% dell'olio italiano e sempre di più le aziende olivicole calabresi comprendono la necessità della collaborazione anche per aumentare la percentuale di imbottigliamento e commercializzazione; da questo punto di vista l'operazione portata a compimento stamane, grazie al lavoro dell'Ispettorato repressione frodi, va nella direzione giusta ed è per questo che diciamo convintamente grazie alle forze dell'ordine ed a tutte quelle articolazioni dello Stato che devono garantire il rispetto delle leggi e conseguentemente tutelare le aziende che operano nel solco della legalità". Lo afferma in una nota Alberto Statti, presidente di Confagricoltura Calabria. "Il fenomeno - prosegue - è significativo ed ha numeri consistenti. Spacciare come Made in Italy olio prodotto in altri contesti territoriali, Spagna e Grecia nel caso di stamane, vuol dire colpire direttamente le imprese olivicole che già affrontano i rischi produttivi e la scarsa redditività determinata da un andamento dei prezzi spesso condizionato da autentica schizofrenia. Colpire chi bara è dunque una assoluta priorità cosi come lo è, e l'appello è rivolto alla classe politica regionale, l'impegno per impedire che, come al solito, sciagurate scelte dell'Unione Europea danneggino la nostra capacità produttiva. Nello specifico ci riferiamo alle deroghe concesse, per ragioni economiche e di natura geopolitica, alla Tunisia dalla quale arriveranno, salvo correzioni dell'ultima ora, 70 mila tonnellate di olio che avranno precisi effetti: rendere meno agevoli i percorsi delle aziende italiane e calabresi sul mercato europeo ed incidere significativamente sui prezzi; senza considerare la presa in giro verso chi garantisce la qualità della produzione olivicola nazionale. Tunisia che peraltro ha già avuto una performance straordinaria di esportazione di olio verso l'Italia in conseguenza del calo produttivo registrato nel nostro Paese nel 2013/2014. Il nostro Paese ed in particolare la nostra regione devono comprendere appieno che la produzione agroalimentare è una risorsa non solo da valorizzare con investimenti e strategie ma soprattutto da difendere con i denti; ci auguriamo che, ad esempio, tanto la classe politica regionale quanto la nostra deputazione possano, attraverso ogni canale utile, far presente a chi di dovere il rischio che corriamo se dovesse giungere a conclusione la prospettiva di aprire il mercato ad altre 70mila tonnellate di olio tunisino". "E non si dica, come si è soliti fare - conclude Statti - che si tratta di complesse e difficilmente controllabili dinamiche europee, se si intende interpretare un ruolo questo è uno di quei casi che ne fornisce l'occasione"

    "Vietato depenalizzare". Lo dichiara David Granieri, presidente di Unaprol, in merito all'inchiesta coordinata della procura di Trani denominata "Mamma Mia" e condotta dall'Ispettorato repressione frodi (Icqrf) con la collaborazione della Guardia di Finanza di Andria, Crotone e Gioia Tauro. "L'inchiesta che ha permesso di far affiorare un sistema di frode, tra Puglia, Umbria e Calabria, nel settore oleario - aggiunge Granieri - dimostra che di fronte a questo tipo di attività criminose il deterrente più efficace è la certezza della pena e non solo il pagamento di sanzioni che si vorrebbe introdurre con il decreto legislativo, attualmente all'esame delle commissioni parlamentari Giustizie ed Agricoltura della Camera dei deputati, per bypassare la legge Mongiello". "L'attività della magistratura dimostra quanto sia efficiente il sistema di contrasto alle frodi - prosegue Granieri - Dobbiamo però rafforzarlo e sarebbe efficace intensificare la tracciabilità di prodotto attraverso la banca dati Sian, nella quale vengono registrate tutte le movimentazioni dell'olio d'oliva commercializzato in Italia". Questo sistema - conclude Unaprol - potrebbe essere esteso a livello di Unione europea per una maggiore tutela del stesso consumatore europeo.

    "Occorre fare piena luce sul sistema di frode nel settore oleario. Bene l'operazione 'Mamma Mia', coordinata dalla Procura della Repubblica di Trani, in collaborazione con la Guardia di finanza". È il commento del deputato M5s membro della commissione agricoltura Paolo Parentela. "L'olio extravergine d'oliva - aggiunge - rappresenta un settore strategico in termini di fatturato e di manodopera impiegata. Le frodi agroalimentari e i reati fiscali connessi sono spesso favoriti dalle importazioni di oro verde proveniente all'estero e poi mescolato a quello nazionale. Per questo il M5S ribadisce la sua netta contrarietà all'importazione senza dazi nell'unione e quindi anche in Italia di una quota annua di 35.000 tonnellate di olio d'oliva dalla Tunisia per due anni, votata dal Pd in commissione Commercio Internazionale del Parlamento europeo. Quota che si somma alle 56.700 tonnellate annue già previste dall'accordo di associazione Ue Tunisia». «In questo contesto sono doverosi i controlli condotti dal ministero delle Politiche agricole e dalle forze dell'ordine. Tutelare le aziende oneste e i consumatori è e deve continuare ad essere una priorità".

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