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    Migrante con arti imputati, Prefettura affida cure a carico del Ssn

     

     

    Migrante con arti imputati, Prefettura affida cure a carico del Ssn

    28 dic 16 Il giovane Widraou Aruna, il ragazzo diciottenne richiedente asilo del Burkina Faso, al quale i sanitari dell'ospedale Pugliese-Ciaccio di Catanzaro hanno dovuto amputare gli arti inferiori a seguito di sevizie da parte degli scafisti, una volta dimesso sarà curato in una struttura a carico del Servizio sanitario nazionale, al pari dei cittadini italiani indigenti. A darne notizia è la Prefettura di Catanzaro. Dopo lo sbarco a Trapani, dove era giunto a bordo della nave Gregoretti, Aruna era stato accolto, assieme a sette compagni di viaggio, nel centro di accoglienza gestito dalla comunità "Piccola Famiglia dell'Esodo" di Decollatura. Era stato il responsabile della struttura a notare la presenza di edemi estesi alle mani e ai piedi e, per tale motivo, aveva deciso di portarlo prima nell'ospedale di Soveria Mannelli e poi al Pugliese-Ciaccio, dove è stato operato a causa della distruzione dei tessuti sottoposti a costrizione. Ora la decisione di curarlo così come accade per i cittadini italiani.

    "Il Comune di Catanzaro sarà in prima fila per aiutare Aruna". Lo ha detto il sindaco, Sergio Abramo, "che insieme al vicesindaco, Gabriella Celestino - é detto in un comunicato - ha fatto visita al diciottenne del Burkina Faso ricoverato nel reparto malattie infettive nell'Hub del capoluogo dopo aver subito l'amputazione delle gambe e delle falangi di entrambe le mani per le torture subite durante il viaggio di tre giorni dalla Libia fino a Trapani". "Legato mani e piedi dagli scafisti - si afferma ancora nella nota del Comune - Aruna ha riportato necrosi così gravi da non riuscire più a camminare. Lo hanno salvato l'attenzione e l'amore di padre Benedetto, che dalla comunità di accoglienza di Decollatura lo ha trasportato nell'ospedale di Catanzaro. Qui, l'intervento eseguito dall'equipe del chirurgo plastico Franco Abbonante ha permesso di scongiurare almeno l'amputazione integrale delle mani. Proprio il dott. Abbonante, insieme al primario del reparto di malattie infettive, Lucio Cosco, e al direttore di presidio, Antonio Gallucci, ha affiancato Abramo e Celestino durante la visita". "Nell'apparato di solidarietà che si è messo in movimento per aiutare Aruna - ha aggiunto il sindaco Abramo - il Comune farà la propria parte fornendo un mediatore linguistico per agevolare la comunicazione del ragazzo, che si esprime solo in francese, e per garantire, se necessario, il sostegno economico utile al suo trasferimento in un centro specialistico per le protesi di Bologna". Con l'aiuto di un interprete Abramo e Aruna, che comincia a stare leggermente meglio e durante l'incontro ha voluto essere trasferito dal letto a una sedia a rotelle, hanno scambiato qualche battuta sulle motociclette, passione comune a entrambi. "Il dramma di Aruna - ha detto ancora Abramo - ha colpito e commosso l'intera comunità catanzarese, che gli è stata e gli sarà vicina e gli rivolge un grande in bocca al lupo. Un ringraziamento particolare bisogna rivolgerlo a padre Benedetto, oltre che ai medici e agli infermieri del 'Pugliese', che hanno subito preso a cuore il ragazzo ed hanno fornito un'altra grande prova del fatto che ci sono nell'ospedale di Catanzaro professionalità brillanti che vanno difese e riconosciute".

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