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    Boss ergastolano si laurea per la seconda volta

     

     

    Boss ergastolano si laurea per la seconda volta

    26 dic 16 Giuseppe Barreca, sessant'anni, condannato definitivamente all'ergastolo per una serie di reati compiuti nell'area sud di Reggio Calabria negli anni novanta e riconducibili all'omonima cosca di 'ndrangheta, dopo essersi laureato anni fa in Scienze della comunicazione all'Università di Perugia, l'8 novembre scorso ha conseguito una seconda laurea in Comunicazione istituzionale nello stesso ateneo. Lo rendono noto i suoi legali, gli avvocati Aurelio e Steve Chizzoniti. Barreca, secondo i suoi legali, "è l'unico detenuto nelle carceri italiane ad aver conseguito due lauree per lo stesso orientamento tecnico avviandosi a gran falcate verso il completo recupero al consorzio civile, per come dimostrano i numerosi successi conseguiti anche sul versante letterario scanditi dai tantissimi premi allo stesso assegnati su scala nazionale". La tesi della seconda laurea, tra l'altro, "è stata ritenuta meritevole di dignità di stampa e quindi confluita nel testo accademico ufficiale dell'Università di Perugia ed utilizzata quale tema di approfondimento scientifico (Diritto privato) da parte degli studenti della Facoltà di Scienze politiche. Legittimo, quindi - sostengono gli avvocati - l'orgoglio del dott. Barreca che ha scoperto nello studio e nella cultura una ragione di vita volta a riscattare un pregresso ed ormai lontano periodo turbolento che gli è valso il carcere a vita. Lo stesso non dispera di riguadagnare la libertà perduta così come il fratello Santo anch'egli condannato per gli stessi reati ed ormai prossimo alla laurea e che ha già lasciato le carceri poiché recentemente ammesso al beneficio della libertà condizionale che gli consente di lavorare, totalmente libero, in una azienda del nord Italia lontano dalla Calabria. Del resto ben due gip hanno conclamato in tempi diversi l'ormai avvenuta estinzione della cosca Barreca i cui esponenti di spicco sono da tempo redenti grazie anche all'alta professionalità del personale penitenziario, equipe sociali e magistrati di sorveglianza operanti nelle strutture carcerarie ove gli stessi sono stati ristretti per ben 27 anni". "Da evidenziare - concludono i legali - il ruolo della Procura di Reggio che, attraverso il pm Giuseppe Lombardo, ha scrupolosamente istruito le istanze formalizzate dai fratelli Santo e Giuseppe Barreca poi accolte dai rispettivi Tribunali di sorveglianza territoriali di Sassari e de L'Aquila".

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