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    Più di 550mila aziende guidate da immigrati in Italia

     

     

    Più di 550mila aziende guidate da immigrati in Italia

    13 dic 16 Sono più di 550mila le aziende guidate dagli immigrati registrate in Italia alla fine del 2015, il 9,1% del totale, e producono 96 miliardi di euro di valore aggiunto, il 6,7% della ricchezza complessiva. Tra il 2011 e il 2015 sono aumentate di oltre il 21% (+97mila), mentre nello stesso periodo il numero delle imprese registrate nel Paese ha fatto rilevare un calo complessivo dello 0,9%. E' quanto emerge dal "Rapporto Immigrazione e Imprenditoria 2016", secondo i dati dell'Indagine sulle Forze Lavoro di Eurostat. È netto il protagonismo delle ditte individuali: 8 casi su 10 (79,9% vs il 50,9% delle imprese guidate da nati in Italia). Le imprese a gestione immigrata, quindi, rappresentano quasi un settimo di tutte le ditte individuali del Paese (13,6%) e meno di un ventesimo delle società di capitale (4,1%). Il commercio, in continuo aumento, rappresenta il principale ambito di attività (200mila aziende, 36,4% vs il 24,5% delle imprese a guida autoctona); segue, seppure fortemente provata dalla crisi, l'edilizia (129mila, 23,4% vs 13,1%). Notevole è anche il comparto manifatturiero (oltre 43mila aziende, 9%), caratterizzato come l'edilizia da una forte dimensione artigiana. Sono artigiane, infatti, oltre 4 imprese edili immigrate su 5 (83,2%) e oltre 2 su 3 di quelle manifatturiere (68,4%). Proprio nell'edilizia e nella manifattura, infatti, si concentrano i tre quarti (76,0%) delle aziende immigrate artigiane (180mila in tutto). Cresce la partecipazione degli stranieri nei servizi. Dai dati di Unioncamere risulta che alla già consolidata presenza immigrata tra imbianchini e carpentieri o nel trasporto merci e nella confezione di abbigliamento, si affianca una crescente partecipazione alle aziende (per lo più individuali) che nella sartoria, nel giardinaggio, nelle pulizie, come pure nella panetteria o nella ristorazione take away. Più in generale, si affermano le attività di alloggio e ristorazione (41mila, 7,5%) e i servizi alle imprese (29mila, 5,3%). I dati Sixtema/Cna sui responsabili di imprese individuali confermano il protagonismo di specifici gruppi nazionali. I più numerosi sono i marocchini (14,9%), seguiti da cinesi (11,1%) e romeni (10,8%) e, quindi, da albanesi (7,0%), bangladesi (6,5%) e senegalesi (4,4%): sei collettività che, da sole, ne raccolgono più della metà del totale (54,7%). Ciascun gruppo si concentra in peculiari comparti di attività: il commercio nel caso di marocchini, bangladesi e soprattutto senegalesi (attivi in questo ambito rispettivamente per il 73,3%, il 66,8% e l'89,2% del totale); l'edilizia per i romeni (64,4%) e gli albanesi (74,0%); il commercio (39,9%), la manifattura (34,9%) e le attività di alloggio e ristorazione (12,9%) nel caso dei cinesi, che mostrano insieme a un'accentuata vocazione imprenditoriale, una maggiore diversificazione degli ambiti di attività in cui, nel tempo, tale capacità si è distinta e radicata. Ne consegue che sono cinesi la metà di tutti gli immigrati responsabili di ditte individuali manifatturiere (49,3%), come pure un quarto di quelli dediti al comparto ristorativo-alberghiero (25,0%). Quasi la metà di quelli attivi in edilizia, invece, sono romeni (27,1%) o albanesi (20,1%); e quasi 3 su 5 di coloro che operano nel commercio sono marocchini (26,7%), cinesi (10,9%), bangladesi (10,7%) o senegalesi (9,5%). Operano al Centro-Nord 8 imprese immigrate ogni 10 (77,3% vs il 66,0% delle aziende autoctone) e quasi un terzo solo in Lombardia (19,1%) e nel Lazio (12,8%). Seguono la Toscana (9,5%) - in cui si rileva anche la più elevata incidenza delle imprese immigrate sul totale (12,6%) -, l'Emilia Romagna (8,9%), il Veneto (8,4%) e il Piemonte (7,4%) e, quindi, la Campania (6,8%), prima regione meridionale di questa graduatoria.

    Se le imprese guidate dagli immigrati sono arrivate a superare le 550mila unità, è vero che le stesse, nel corso della crisi, sono aumentate, in controtendenza con il dato generale. E dunque gli immigrati hanno dimostrato, e continuano a dimostrare, una maggiore capacità di "resilienza". Inoltre, sono stati fatti molti passi in avanti e diversi imprenditori di origine straniera si distinguono per numero di dipendenti e per lavorazioni innovative ad alta tecnologia, come pure vengono maggiormente curati i rapporti con l'estero, a partire dai Paesi di origine. E' quanto evidenzia il "Rapporto Immigrazione e Imprenditoria 2016", giunto alla terza edizione e presentato oggi; punto sul quale si è soffermato Luigi Bobba, ex presidente delle Acli, parlamentare e sottosegretario al Lavoro e alle Politiche sociali con il governo Renzi. Per Maria Fermanelli, vice presidente nazionale CNA, "ogni volta che una piccola impresa nasce è una piccole fonte che comincia a produrre energia, lavoro e reddito. Un progetto che mette le gambe e cammina. Questo vale anche per gli immigrati che diventano imprenditori in Italia. Oltre 550mila imprese che generano ricchezza ogni giorno, in otto casi su dieci sono ditte individuali. È una spinta incessante a fare impresa che non si è arrestata nemmeno negli anni duri della crisi: tra il 2011 e il 2015 sono cresciute di oltre il 21 per cento". Massimo Canovi, MoneyGram vice presidente per il Sud Europa e il Mediterraneo, ha evidenziato come "con oltre mezzo milione di PMI, gli imprenditori immigrati rappresentano ormai una solida base del tessuto economico nazionale. La loro attitudine al lavoro e alla crescita si è contraddistinta anche negli anni più duri della crisi ed è per questo che con il MoneyGram Award vogliamo ogni anno premiare e riconosce le eccellenze straniere in Italia". Ugo Melchionda, presidente Centro Studi e Ricerche Idos, ha infine osservato come "dall'inizio del 2008, l'Italia non è riuscita a crescere o lo ha fatto in una misura così ridotta da non riuscire a recuperare i posti di lavoro persi e i livelli di benessere precedenti alla crisi, con il conseguente allargamento del divario nella ripartizione della ricchezza. Questo problematico scenario porta ad apprezzare maggiormente il dinamismo espresso dagli imprenditori nati all'estero". Il MoneyGram Award è una iniziativa promossa da MoneyGram che mira a segnalare le realizzazioni eccellenti dell'imprenditoria immigrata, coinvolgendo nella giuria anche la Cna e Idos. Il premio è nato nel 2009.

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