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    La tratta ferroviaria jonica la terza tra le dieci peggiori d'Italia

     

    La tratta ferroviaria jonica la terza tra le dieci peggiori d'Italia

    12 dic 16 La tratta ionica Reggio-Taranto è la terza tra le dieci peggiori linee ferroviarie d'Italia. E' quanto emerge dal Rapporto Pendolaria 2016 di Legambiente. "La Reggio Calabria-Taranto - è scritto in una nota di Legambiente - è una linea al Sud che potrebbe rappresentare la spina dorsale dei collegamenti tra le diverse regioni, i centri turistici e i porti, garantire un servizio di qualità per studenti, turisti, lavoratori. E invece è in uno stato di degrado incredibile, con tagli ai collegamenti e una situazione mortificante per i pendolari. Con il nuovo orario da Reggio a Taranto, vi saranno solo 4 collegamenti al giorno (di cui un solo Intercity diretto con oltre 7 ore di viaggio) mentre il treno più veloce impiega 6 ore e 15 minuti, con tre cambi a Paola, Castiglione Cosentino, Sibari. Da Sibari, inoltre, il treno non c'è più, per cui si continua in pullman. Purtroppo la linea continua a vedere ennesimi assurdi tagli al servizio, pari al 20% dal 2010, con la cancellazione di 2 intercity, 4 intercity notte, 5 treni espresso, 7 treni espresso cuccetta, 2 treni interregionali". Secondo i risultati di Pendolaria 2016 "un altro dato sconcertante è l'età media dei treni circolanti che, in Calabria, è di 22,1 anni. Ancora più sconcertante è che il 71,3% dei convogli ha più di 15 anni di età. In particolare è la fascia Ionica ad essere più colpita e penalizzata ma in generale, sia che si tratti di convogli gestiti da Trenitalia sia per quelli di Ferrovie della Calabria, si vedono circolare treni (circa 120 in tutto) che aggravano la già difficile situazione del servizio, creando molto spesso ritardi a causa di porte guaste. Anche i livelli di comfort dei pendolari sono desolanti vista l'assenza di climatizzatori nella grande maggioranza delle carrozze e dei guasti molto frequenti anche ai servizi igienici".

    Maglia nera alla Roma-Ostia Lido. Roma-Ostia Lido e Circumvesuviana si confermano le tratte ferroviarie più problematiche d'Italia e sul podio sale quest'anno la Reggio Calabria-Taranto mentre in Abruzzo, Basilicata e Sicilia viaggiano i treni più vecchi. Lo afferma Legambiente che come ogni anno, all'entrata in vigore dell'orario invernale, lancia la campagna Pendolaria, con una prima analisi della situazione del trasporto ferroviario pendolare in Italia mentre l'analisi puntuale dei finanziamenti e dei processi organizzativi verranno presentati a gennaio 2017. "Complessivamente dal 2010 a oggi, dopo la riduzione dei trasferimenti da parte dello Stato, si stimano tagli nel servizio regionale del 6,5% e negli intercity del 19,7%" rileva Legambiente. Le dieci linee peggiori sono state scelte in base a criteri relativi alla qualità del servizio, alle proteste degli utenti per ritardi e tagli dei treni, alla tipologia dei treni utilizzati sia per capienza sia per età, alla disponibilità di orari adatti all'utenza pendolare, alla frequenza dei convogli, alla condizione delle stazioni. Il rapporto Pendolaria 2016 rileva che mentre cresce ancora l'offerta del servizio ad alta velocità (+276% dal 2007 sulla Roma-Milano), le condizioni in molti casi continuano a peggiorare per chi si muove sulla rete secondaria, sugli intercity e sui regionali dove invece si sono ridotti i treni (in 15 Regioni) o sono state aumentate le tariffe (in 16 Regioni). Nella classifica, al quarto posto c'è la linea Messina-Catania-Siracusa, seguita dalla Cremona-Brescia, dalla Pescara-Roma; al settimo posto si sono i collegamenti per Casale Monferrato, con la linea per Vercelli e quella per Mortara dalla Casale Monferrato chiuse a seguito del tagli decisi dalla Regione Piemonte; la tratta Bari-Martina Franca-Taranto si colloca al ottavo posto poi la Treviso-Portogruaro e al decimo posto si piazza la Genova-Acqui Terme. Nel complesso, in Italia sono quasi 3.300 ogni giorno i treni del servizio regionale, ricorda Legambiente. Il 69% dei treni in circolazione supera i 15 anni d'età, con differenze marcate tra le regioni del centro-nord e quelle del sud. Nel dettaglio, la regione con la più alta età media dei treni è l'Abruzzo, con 24,1 anni seguito dalla Basilicata con una età media dei treni di 23,3 anni e dalla Sicilia, con 23,2. L'età media nazionale è pari a 17,2 anni, migliorata rispetto allo scorso anno (era 18,6), per gli investimenti di alcune Regioni, per i nuovi contratti di servizio con Trenitalia che prevedono la sostituzione di 450 treni e, in alcuni casi, per la dismissione di quelli più vecchi (Puglia e Lombardia). "Per i prossimi anni non sono previsti finanziamenti per aumentare i treni in circolazione, con la conseguenza che nelle tratte non ad Alta Velocità si rischiano ulteriori tagli nel servizio" sottolinea Legambiente secondo cui "occorre garantire gli stessi standard di sicurezza e qualità su tutte le linee del Paese", per cui "il nuovo Governo deve individuare le risorse per il rilancio del trasporto pendolare e procedere al commissariamento dove le Regioni non sono in grado di garantire il servizio".

    Meno treni e tariffe più alte. L'alta velocità ferroviaria cresce mentre i treni per i tre milioni di pendolari diminuiscono, le tariffe aumentano e i servizi sono di scarsa qualità. Il divario si perpetua. Maglia nera del servizio di intercity e regionale va anche quest'anno alla linea Roma-Ostia Lido, seguita dalla Circumvesuviana mentre al terzo posto si piazza la Reggio Calabria-Taranto. E' la prima analisi del trasporto ferroviario pendolare in Italia stilata come ogni anno, all'entrata in vigore dell'orario invernale, da Legambiente che lancia la campagna Pendolaria 2016 e la lista delle 10 peggiori linee, in attesa dell'analisi dei finanziamenti e dei processi organizzativi che verranno presentati a gennaio 2017. Sull'alta velocità l'offerta per la Roma-Milano è cresciuta del 276% dal 2007 mentre sono diminuiti i treni su intercity e regionali in 15 Regioni e sono state aumentate le tariffe in 16 Regioni. Dal 2010 a oggi, spiega Legambiente, per la riduzione dei trasferimenti da parte dello Stato, si stimano tagli del 6,5% nel servizio regionale e del 19,7% per gli intercity. Solo in pochissime regioni è aumentato il servizio (il caso migliore è la Provincia di Bolzano). Il taglio maggiore dei servizi (-26,4%) è stato subito dalla Calabria, seguita da Basilicata (18,9%) e Campania (-15,1%). Impennata delle tariffe in Piemonte (+47,3%), Liguria (+41,24%) e Campania (+36,1%). Le dieci linee peggiori indicate da Pendolaria 2016 sono state scelte per qualità del servizio, ritardi e tagli dei treni, capienza ed età dei convogli, disponibilità di orari per i pendolari, condizione delle stazioni. Oltre alle tre sul podio, al quarto posto c'è la Messina-Catania-Siracusa, seguita dalla Cremona-Brescia, dalla Pescara-Roma, i collegamenti per Casale Monferrato, con la linea per Vercelli e quella per Mortara dalla Casale Monferrato chiuse a seguito del tagli decisi dalla Regione Piemonte; la tratta Bari-Martina Franca-Taranto si colloca al ottavo posto, al nono la Treviso-Portogruaro e al decimo la Genova-Acqui Terme. In Italia sono quasi 3.300 ogni giorno i treni regionali con un'età media 17,2 anni (il 69% supera i 15 anni), con differenze marcate tra centro-nord e sud. La regione con i treni 'più vecchi' è l'Abruzzo (24,1 anni) seguita da Basilicata (23,3) e Sicilia (23,2). L'età media in generale è migliorata rispetto al 2015 (era 18,6) per gli investimenti di alcune Regioni, per i nuovi contratti di servizio con Trenitalia che prevedono la sostituzione di 450 treni e, in alcuni casi, per la dismissione di quelli più vecchi (Puglia e Lombardia). Per i prossimi anni, però, avverte Legambiente, non sono previsti finanziamenti per aumentare i treni e quindi si rischiano ulteriori tagli. Per il vicepresidente di Legambiente Edoardo Zanchini, "il nuovo Governo deve individuare le risorse per il rilancio del trasporto pendolare e procedere al commissariamento dove le Regioni non sono in grado di garantire il servizio" e "occorre quanto prima trasferire la gestione delle infrastrutture regionali a Rfi (Rete ferroviaria italiana), per realizzare investimenti in sicurezza e efficienza delle linee, e affidare il servizio con gare europee". Infine, ma non per importanza, "è necessario garantire gli stessi standard di sicurezza e qualità su tutte le linee del Paese" vista la differenza dimostrata anche dal drammatico incidente del 12 luglio, tra Andria e Corato, in provincia di Bari.

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