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    Associazione precisa: Nessun minorenne in centro migranti di Feroleto

     

     

    Associazione precisa: Nessun minorenne in centro migranti di Feroleto

    23 apr 16 "Falsa e diffamatoria è la circostanza riferita dal delegato della Regione Calabria all'immigrazione, Giovanni Manoccio, secondo il quale il centro di accoglienza ospitava minori nella propria struttura, addirittura da oltre due mesi, quando è vero il contrario". E' quanto scritto in una nota della società cooperativa Malgrado Tutto circa le affermazioni del delegato della Regione Calabria all'immigrazione, Giovanni Manoccio, relative al centro di accoglienza straordinario di Feroleto Antico. "La società cooperativa, infatti, nell'ipotesi in cui i migranti - prosegue la nota della Malgrado Tutto - abbiano dichiarato un'età inferiore ai 18 anni, su richiesta della Questura di Catanzaro, Ufficio Immigrazione, avvia gli esami antropometrici al fine di verificare l'effettiva età anagrafica dei richiedenti protezione. Ebbene nessuno dei migranti risultava, all'esito degli accertamenti clinici, un minore di anni 18. Allo stato, quindi, è smentita la falsa notizia riportata dal Manoccio in merito alla presenza di minori nella struttura. Difatti, prima di diffondere false informazioni, il Manoccio avrebbe dovuto valutare l'attendibilità dei racconti e documentarsi, nel caso specifico, presso gli organi istituzionali che dispongono l'accertamento dei cittadini stranieri che si dichiarano minorenni. Per cui è falsa la circostanza riportata agli organi di stampa per cui il centro di accoglienza "avrebbe ospitato anche minorenni, alcuni da oltre due mesi, nonostante non potessero farlo, trasferiti poi, spiega Manoccio, nelle strutture accreditate dopo l'interessamento, pochi giorni fa, dello Sprar nazionale". Ancora più grave, poi, è il comportamento del delegato regionale all'immigrazione il quale, preso atto delle lamentele dei migranti nei confronti del centro di accoglienza, anziché lasciarsi andare a dichiarazioni sulla sua chiusura, bene avrebbe fatto a documentarsi sull'attività amministrativa e giuridica effettivamente svolta dal personale del centro di accoglienza". "Solo così - aggiunge la Cooperativa - avrebbe potuto comprendere le ragioni o meno di una protesta che in molti, invece, hanno preferito sfruttare senza il reale accertamento della verità dei fatti. Per tutte queste ragioni, un rappresentante della Regione Calabria doveva usare maggiori cautele prima di rilasciare dichiarazioni senza la prova della veridicità di quanto riferito. Con la conseguenza che la società cooperativa chiederà l'accertamento giudiziale dell'avvenuta diffamazione ai suo danni, nelle opportune sedi, anche al fine di salvaguardare la propria immagine e reputazione professionale, compresa quella di tutto il personale dipendente".

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