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    De Raho replica alle polemiche su medici arrestati "Non è stato nascosto nulla"

     

    De Raho replica alle polemiche su medici arrestati "Non è stato nascosto nulla"

    23 apr 16 La procura della Repubblica di Reggio Calabria ha reso pubblica la "ricostruzione specifica dell'evoluzione dell'indagine" che ha portato all' arresto ed alla sospensione dalla professione di alcuni medici dei reparti di ostetricia e ginecologia, di Neonatologia e di Anestesia degli "Ospedali riuniti", "al fine di dare massima trasparenza all'azione della Procura e delle forze dell'ordine, che hanno operato senza 'nulla nascondere nel cassetto', sia nella precedente che nell'attuale gestione del fascicolo". La nota, firmata dal procuratore Federico Cafiero de Raho, fa riferimento ad alcune notizie di stampa che parlano di un ritardo nelle indagini. Le indagini - spiega de Raho - "sono state avviate nel maggio 2014, a seguito del deposito dell'informativa della Guardia di finanza, avvenuto il 28 maggio 2014" nella quale "comunicava gli esiti dell'attività di riascolto e trascrizione delle conversazioni intercettate nell'originario procedimento, risalente al 2010, nell'ambito del quale si procedeva per il solo reato di associazione mafiosa, da parte di magistrati già titolari di altre indagini complesse, che hanno trovato sfogo in numerosi dibattimenti, alcuni dei quali ancora in corso". In relazione alle intercettazioni sulla 'Ndrangheta, la Finanza, prosegue il magistrato, "ha depositato gli sviluppi investigativi, confluiti in una complessa informativa". "Per la delicatezza e l'urgenza della trattazione dei temi di indagine - prosegue la nota - l'informativa" sui Riuniti "è stata immediatamente assegnata" ai pm "che hanno provveduto all' iscrizione nel registro delle notizie di reato il 31 maggio 2014". In questa fase, scrive il magistrato, sono state svolte le indagini necessarie a "generalizzare medici e sanitari coinvolti, alla ricognizione dei fascicoli relativi a vicende di colpa medica pendenti tra il 2010 ed il 2014, alla riapertura delle indagini nei fascicoli eventualmente archiviati nonché alla successiva riunione dei singoli episodi nell'ambito di un procedimento unitario; alla identificazione delle persone offese; all'acquisizione dei decreti autorizzatori delle intercettazioni captate nel procedimento Dda". Dopo pochi mesi, il 13 ottobre 2014, prosegue de Raho, il fascicolo "veniva trasferito al registro delle notizie di reato a carico di soggetti noti e riunito ai fascicoli più risalenti iscritti e/o riaperti nel 2014". Le indagini sono proseguite con altre intercettazioni, "la perquisizione delle Unità operative ed il sequestro delle cartelle cliniche, l'escussione delle vittime e dei loro congiunti". Quindi è stato conferito l'incarico ad una equipe di esperti. La perizia "veniva depositato nel luglio del 2015, mentre già nel maggio 2015, la Finanza depositava i verbali di trascrizione integrale delle conversazioni, già per esteso riportate nell'informativa di reato del 28 maggio 2014". "Infine - conclude il procuratore di Reggio Calabria - tra l'agosto e l'ottobre del 2015, la polizia giudiziaria completava - su delega dei pm - le attività di generalizzazione di altro personale sanitario, il cui coinvolgimento era emerso successivamente. Al termine delle investigazioni, durate complessivamente un anno e mezzo, nel dicembre 2015, veniva depositata la richiesta cautelare accolta dal Gip".

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