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    Agguato a Lamezia, ucciso noto avvocato penalista

     

    Agguato a Lamezia, ucciso noto avvocato penalista. Forse vendetta

    10 ago 16 Un avvocato penalista, Francesco Pagliuso, di 43 anni, è stato ucciso in un agguato a Lamezia Terme. Pagliuso, nel momento dell'agguato, era alla guida della propria automobile e stava facendo rientro a casa nella tarda serata di ieri. Il penalista, noto negli ambienti forensi calabresi, è stato assassinato con alcuni colpi di pistola. Sono in corso le indagini dei Carabinieri. L'agguato è avvenuto nei pressi della casa del penalista, nel centro abitato di Lametia Terme. Pagliuso, nel momento in cui è stato ucciso, era solo in auto. Raggiunto da numerosi colpi sparati con un revolver in varie parti del corpo, il penalista è morto all'istante. A trovare il suo corpo, nel corso della notte, sono stati i carabinieri, avvertiti dai familiari della vittima allarmati per il fatto che il penalista non rispondeva al cellulare.

    Killer ripreso da telecamere sicurezza. La sagoma, a quanto si apprende non riconoscibile, della persona che nella tarda serata di ieri ha ucciso a Lamezia Terme l'avvocato Francesco Pagliuso é stata ripresa dalle telecamere del sistema di videosorveglianza del giardino dell'abitazione del penalista in cui é avvenuto l'omicidio. Nelle riprese si vede l'assassino che si avvicina all'automobile di Pagliuso e spara due colpi con un revolver che provocano la morte istantanea del penalista e poi darsi alla fuga. L'assassino si sarebbe introdotto nel giardino praticando un buco nella recinzione. Le immagini sono adesso al vaglio dei carabinieri e si spera possano dare un concreto contributo per identificare l'assassino.

    Forse vendetta. Una vendetta legata alla sua attività professionale: é questa l'ipotesi che viene seguita in prima battuta nelle indagini, condotte dai carabinieri, sull'omicidio dell'avvocato Francesco Pagliuso, avvenuto nella tarda serata di ieri a Lamezia Terme. Pagliuso, come avvocato, aveva un vasto giro di clienti, molti dei quali legati ad ambienti della 'ndrangheta e della criminalità in genere. Tra i suoi clienti anche persone comuni con pendenze di vario tipo con la giustizia o coinvolte in controversie di natura privata. In più la vittima aveva interessi in vari settori economici, in particolare nella ristorazione. É verosimile, dunque, che Pagliuso sia rimasto vittima di una vendetta. Si tratta adesso di accertare chi e perché abbia voluto che Pagliuso morisse, o uccidendo personalmente il professionista o incaricando a tale scopo un killer.

    Procuratore: Non escludaimo nulla. "Non escludiamo nulla e, allo stato, non si può restringere il campo investigativo a una sola ipotesi. Le indagini, in altre parole, sono a 360 gradi". Lo dice il Procuratore della Repubblica facente funzioni di Lamezia Terme, Luigi Maffia, in relazione all'omicidio dell'avvocato Francesco Pagliuso. Maffia ha assunto la titolarità dell'inchiesta sull'assassinio di Pagliuso insieme al sostituto Marta Agostini. "Il fatto, indubbiamente - ha aggiunto il procuratore Maffia - é molto grave anche perché la vittima era molto conosciuta in svariati ambienti ed aveva una molteplicità di clienti operanti in vari settori. Occorre valutare, dunque, tutte le componenti. Per questo, allo stato, non possiamo escludere alcuna ipotesi".

    Aveva salvato padre e figlio da ergastolo. E' dello scorso giugno una vicenda che ha riguardato l'avvocato Pagliuso. Il legale, difensore di padre e figlio, Domenico e Giovanni Mezzatesta, condannati all'ergastolo per un duplice omicidio avvenuto nel gennaio del 2014 in un bar di Decollatura (Catanzaro) era riuscito in Cassazione a far annullare la sentenza. La prima sezione della Suprema Corte aveva, infatti, escluso la premeditazione ed aveva rimesso gli atti alla Corte d'Assise di appello di Catanzaro per la rideterminazione della pena. Domenico e Giovanni Mezzatesta, 61 e 42 anni, sono accusati dell'omicidio di Francesco Iannazzo e Giovanni Vescio, di 29 e 36 anni, uccisi in un bar mentre seduti su un divano sorseggiavano una bibita Le fasi del duplice omicidio vennero riprese dalle telecamere di sorveglianza. Nei fotogrammi si vedono Iannazzo e Vescio entrare nel bar. I due si siedono insieme ad altre persone. Stanno discutendo, quando nel locale entrano Domenico e Giovanni Mezzatesta che iniziano a parlare con loro. La discussione va avanti per un po' in un crescendo di alterazione fino a quando i Mezzatesta impugnano le pistole che hanno con loro e le puntano contro Iannazzo e Vescio. Nel bar e' un fuggi fuggi: c'e' chi si ripara sotto il bancone, chi riesce a scappare, chi si chiude in bagno. Ora sono gli uni di fronte agli altri. Giovanni esce e fa da "palo" mentre il padre rimane all'interno e spara. A questo punto il figlio rientra. A terra c'e' Giovanni Vescio che tenta di reagire. Giovanni Mezzatesta lo colpisce al volto con un calcio. Impugna l'arma e la punta contro l'uomo. Sembra che esploda un colpo. La pistola, pero', si inceppa ed il padre lo spintona per farlo uscire a controllare se nel frattempo i colpi hanno richiamato qualcuno. Quindi, rimasto solo con le vittime, Domenico Mezzatesta spara il colpo di grazia in testa ad entrambi.

    Condanna dell'Unione camere civili. L'Unione Nazionale Camere civili esprime la propria "dura e ferma condanna per l'efferato omicidio dell'avvocato Francesco Pagliuso del foro di Lamezia Terme". "Ancora una volta - sottolineano i civilisti - viene colpita la figura professionale di chi opera al servizio della tutela dei diritti, a difesa della legalità e dei valori ispirati alla nostra professione". "Dobbiamo in questo momento tutti riflettere ed unirci per difendere tali principi, troppo spesso ormai calpestati e vilipesi" concludono i civilisti.

    Tribunale e legali chiedono più attenzione del Governo. "Il barbaro omicidio dell'avvocato Francesco Pagliuso, noto professionista del Foro di Lamezia Terme, ha profondamente scosso l'intera città. Gli avvocati, il Presidente ed i giudici del Tribunale di Lamezia Terme e l'intera cittadinanza esigono la massima attenzione dello Stato ed, in particolare, del Presidente del Consiglio, del Ministro della Giustizia e del Ministro dell'Interno, affinché non debbano più ripetersi così tragici eventi". É quanto si afferma in una nota sottoscritta dal presidente del Tribunale di Lamezia Terme, Bruno Brattoli, e dai presidenti dell'Ordine degli avvocati e della Camera penale, Antonello Bevilacqua e Pino Zofrea. "Si è profondamente convinti - aggiungono - che i più alti rappresentanti dello Stato saranno vicini ai familiari ed alla popolazione di Lamezia Terme a cominciare dalle esequie dell'avvocato Francesco Pagliuso e che il loro impegno successivo sarà massimo".

    Ordone avvocati: Pagina molto buia. "Oggi un'altra pagina buia, molto buia, è stata scritta in questa città. Lamezia da qualche anno aveva rialzato la testa e questo triste e gravissimo delitto fa di nuovo comparire una vecchia ed opprimente cappa che sembrava essere stata allontanata". E' quanto afferma in un post su Facebook Antonello Bevilacqua, presidente dell'Ordine degli avvocati di Lamezia Terme commentando l'omicidio del penalista Francesco Pagliuso. "La morte violenta di una persona - prosegue Bevilacqua - lascia sempre sconcertati soprattutto quando le modalità sono quelle scelte in questo ed in tanti altri tristi delitti. La morte di un avvocato poi colpisce oltre che la città anche una intera categoria di professionisti che si occupano giornalmente dei problemi e delle angosce dei propri assistiti. Attendiamo con fiducia gli esiti delle indagini e ci stringiamo tutti attorno a Francesco ed ai suoi familiari in questo momento terribile".

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