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    Arresti Caridi, in aula Grasso inverte odg, il senatore "Sono innocente"

     

    Arresti Caridi, in aula Grasso inverte odg, il senatore "Sono innocente"

    04 ago 16 Il presidente del Senato Pietro Grasso, all'inizio dei lavori dell'Assemblea, ha disposto l'inversione dell'ordine del giorno dei lavori: l'Aula affronterà prima la relazione della Giunta delle Immunità sulla richiesta di arresto del senatore Gal Antonio Stefano Caridi e poi riprenderà a votare articoli e emendamenti del ddl di riforma dell'editoria. "Colleghi, come noto l'ordine del giorno di oggi prevede tra l'altro l'esame di un documento il cui esito potrebbe incidere sia sulla libertà personale di un senatore sia sulla stessa composizione della nostra Assemblea e ritengo che tale argomento debba avere la priorità sugli altri, pertanto ai sensi dell'articolo 56 comma 3 del Regolamento dispongo l'inversione dell'ordine del giorno", afferma Grasso. L'Aula del Senato poi boccia le questioni pregiudiziali e sospensive presentate dalle opposizioni sulla proposta della Giunta per le Immunità di concedere l'arresto per il senatore di Gal Antonio Stefano Caridi.

    Imbarazzo del PD. Il presidente del Senato Pietro Grasso "ha preso in totale autonomia e senza avvertirci" la decisione di invertire l'ordine del giorno per far votare, prima, sulla richiesta di arresto per il senatore di Gal Antonio Stefano Caridi e, poi, sul ddl editoria. A sottolinearlo sono alcuni senatori del Pd che dichiarano di essere in "grave imbarazzo". Sentimento questo che si evince anche dall'intervento del capogruppo Luigi Zanda che spiega in Aula come non sia stato per nulla informato della cosa, sottolineando più volte come si tratti "di una decisione presa dal presidente" di Palazzo Madama. I Dem hanno dunque convocato un ufficio di presidenza per insistere con i senatori sull'importanza di restare in Aula e votare. Anche se in molti sono convinti che se Caridi verrà salvato con voto segreto sarà il Pd "a pagarne le conseguenze" perché "la colpa" verrà data al partito.(

    Lui si difende, grillini lo riprendono. Il senatore di Gal, Antonio Stefano Caridi, quando parla nell'emiciclo di Palazzo Madama è nella penultima fila dei banchi del centrodestra. Si difende dalle accuse dei magistrati di Reggio Calabria leggendo una memoria di poche pagine visibilmente emozionato. Accanto a lui, a distanza di un seggio, Carlo Giovanardi (Idea). Durante il suo intervento, un senatore del M5S prova a riprenderlo con il telefonino, ma viene subito fermato dal presidente del Senato, Pietro Grasso, che invita a non fare "riprese non autorizzate" e a "non fare gesti di manette o altro genere" che nulla hanno a che vedere "con la delicatezza della situazione". Dopo aver ripreso anche il botta e risposta nato nel frattempo tra esponenti del M5S e della Lega, Grasso ridà la parola a Caridi che, al termine della sua autodifesa, riceve l'applauso solo dai banchi del centrodestra, soprattutto da FI, e la stretta di mano di diversi senatori tra cui Pier Ferdinando Casini e Luigi Compagna (Cor).

    Caridi: Sono innocente: Quella contro di me è "un'accusa sconvolgente e ingiusta". "Io sono innocente e non ho mai svenduto il mio ruolo di parlamentare", "né ho mai stipulato patti con la criminalità organizzata". Il senatore di Gal Antonio Stefano Caridi si difende così, nell'Aula di Palazzo Madama, da tutte le accuse che gli sono state mosse dai magistrati di Reggio Calabria che ora chiedono il suo arresto perché lo considerano al vertice di una Cupola segreta di 'Ndrangheta. "Mi si accusa di aver fatto parte di una sorta di componente apicale e segreta della 'ndrangheta, pur senza indicare un fatto, uno, che dimostrerebbe questa infamante accusa. In quasi venti anni di indagini i fatti dimostrativi del ruolo che mi viene addebitato, così fondamentale, sarebbero infatti l' assunzione di sei persone in una società controllata dal Comune, ovvero la circostanza, narrata ma non dimostrata in alcun modo, secondo la quale avrei assicurato le cure di un medico - non io ma una persona diversa da me - ad un latitante. Mi si accusa di aver avuto da sempre l'appoggio elettorale delle cosche, eppure si dimenticano quelle tornate elettorali, nel 2000 e nel 2005, in cui non sono neppure riuscito ad essere eletto ovvero ho raccolto un numero di voti inferiore a quello di altri candidati proprio nei paesi in cui, storicamente, le famiglie di 'ndrangheta hanno un ruolo dominante. Che logica c'è in questo? Come e' possibile comandare le cosche, influire sulle elezioni e poi perderle?", afferma in Aula il senatore calabrese. "Mi si accusa di aver fatto parte, addirittura, stabilmente della cosca De Stefano Tegano per il tramite di una persona, Chirico, con il quale i rapporti sono interrotti da oltre 12 anni. Mi si accusa, specificamente, di aver concordato con la "cosca Pelle" l'appoggio elettorale, per un incontro che sarebbe durato, secondo gli inquirenti, 180 secondi, ma si cancellano gli esiti di altri processi che hanno verificato che a San Luca, il paese di quella famiglia, ho preso meno voti di tutti gli altri candidati. Si dimentica che in casa di uno degli esponenti di vertice di quella famiglia una microspia ha registrato per un periodo di tempo lunghissimo tutte le conversazioni con persone che per questo sono state processate, e condannate, ma mai la mia presenza, la mia voce. Si dimentica che su tutte le tornate elettorali che si sono svolte in Calabria negli ultimi anni sono state effettuate indagini e celebrati processi, scandagliando tutte le pieghe più recondite dei rapporti tra il potere politico e gli ambienti criminali senza mai trovare alcunché di serio da contestarmi", afferma ancora Caridi.
    "E' vero, questo non è il luogo dove fare il processo ma questo è il luogo dove si può perpetuare un'ingiustizia, a un cittadino e a un parlamentare. Sono sicuro che la mia innocenza verrà riconosciuta in sede giudiziaria e affido alla vostra coscienza di parlamentari l'integrità di quest'organo parlamentare prima che della mia libertà". Conclude così il suo intervento difensivo in Aula il senatore Gal Antonio Stefano Caridi, sulla richiesta di arresto del quale si pronuncerà oggi il Senato. "Da due settimane vivo l'incubo di chi guarda la sua vita nelle carte delle indagini, di non riconoscere la mia vita di professionista stimato. Nella mia terra quando si fa politica si sta tra la gente è sempre in agguato l'allusione, la millanteria interessata", spiega Caridi confutando l'accusa di essere al vertice di una Cupola segreta della 'Ndrangheta. "Tenterò di difendermi con tutte le mie forze nel corso del processo, da un'accusa senza fatti e 'per sentito dire', come testualmente riferisce il pentito Moio", aggiunge.

    "Perché il blitz di questa mattina di portare in Aula il voto sul senatore Caridi? Perché non possiamo leggere le 1800 pagine sul caso ? Perché non si vuole aspettare il pronunciamento del Tribunale della libertà previsto tra sette giorni? Perché tutta questa fretta nel costringere tutti i senatori a decidere senza avere contezza dei fatti? Prendiamo cognizione, leggiamo. Non chiudiamo per ferie il Senato e torniamo invece martedì in Aula per votare, e solo dopo che ci verranno consegnate le carte, quelle 1800 pagine che ci vengono tenute nascoste. Ci troviamo di fronte ad una questione complessa e ambigua, che deve essere valutata con assoluta attenzione", lo dichiara l'avvocato Vincenzo Gibiino, senatore di Forza Italia.

    "Forza Italia e centrodestra tentano di far passare a Caridi l'estate al fresco del mare anziché di una prigione come richiedono i magistrati. E' gravissimo l'ostruzionismo che il centrodestra sta facendo, perché Caridi è accusato di associazione mafiosa" così il capogruppo M5S Senato Stefano Lucidi. "L'ordine del giorno dell'aula del Senato deve rappresentare le priorità del Paese che è quella della giustizia e della lotta alle mafie. Questa notte a Napoli ci sono stati due morti e un ferito in un fatto di camorra . Oggi la priorità è la lotta alle mafie come giustamente ha stabilito Grasso" conclude Lucidi.

    Il senatore di FI, Bruno Alicata, chiede nell'Aula di Palazzo Madama che la proposta di concedere l'arresto per il senatore di Gal Antonio Stefano Caridi torni all'esame della Giunta per le Immunità e non venga posta al voto dell'Assemblea. "Io che faccio parte della Giunta - dichiara Alicata - non ho ancora letto neanche un rigo delle migliaia di pagine trasmesse dai magistrati su Caridi. Quindi credo che ci sia bisogno di più tempo per riflettere e farsi davvero un'idea su questa vicenda che tira in ballo testimonianze di circa 10 anni fa".

    "Bene ha fatto il Presidente Piero Grasso a usare le sue prerogative regolamentari per avviare l'immediata trattazione stamane in Senato della richiesta di autorizzazione all'arresto del senatore Caridi, accusato di reati gravissimi connessi con l'attività della 'ndrangheta". Lo afferma la senatrice del Pd Lucrezia Ricchiuti, membro della Commissione d'inchiesta sulle mafie e dell'Ufficio di presidenza del gruppo Pd in Senato. "Il faticoso lavoro della Giunta delle elezioni e delle immunità, che propone di concedere l'arresto, sarebbe stato vanificato da un rinvio della decisione dell'Assemblea a settembre. Persino il rinvio a oggi pomeriggio avrebbe potuto significare la mancanza del numero legale e quindi un'autostrada per il senatore Caridi di cadere nella tentazione d'inquinare le prove e farsi beffe delle esigenze cautelari, chiaramente indicate dalla magistratura. Un cittadino qualsiasi - nelle condizioni di Caridi - sarebbe in prigione da un pezzo. La decisione del Presidente Grasso mette tutti davanti alle proprie responsabilità ed evita al Senato quell'uso strumentale e distorto delle prerogative parlamentari cui abbiamo purtroppo assistito in passato e che i cittadini italiani non avrebbero capito. Voterò convintamente per l'arresto", conclude Ricchiuti.

    "Le chiedo formalmente convocazione della capigruppo per affrontare l'inversione dell'ordine del giorno da lei decisa". Lo chiede il presidente dei senatori FI Paolo Romani in merito all'anticipazione del voto sulla richiesta di arresto del senatore Antonio Caridi. Richiesta respinta dal presidente del Senato Pietro Grasso. "Non è una modifica di calendario, è un'inversione dell'Odg, è un'anticipazione di un argomento all'ordine dei lavori già deliberato nella capigruppo. Non ritengo di doverla convocare", replica Grasso.

    "Prendo atto della sua decisione, avendola appresa nel momento in cui l'ha comunicata. Due sole considerazioni": la prima è quella di riconoscere "all'Aula del Senato la qualità del lavoro svolto in questa fase. Ha lavorato intensamente e con molta responsabilità, non c'è stato neanche da parte delle opposizioni alcun momento di ostruzionismo. La seconda è che sono dei momenti nella vita del Parlamento in cui questo è chiamato a scelte molto difficili, e questo è uno di quei momenti. Sono certo che l'Aula del Senato continuerà a esprimersi secondo coscienza,secondo diritto, secondo senso dello Stato". Lo afferma in Aula il presidente dei senatori Pd Luigi Zanda rivolgendosi al presidente del Senato Pietro Grasso.

    "Le chiedo, seguendo la prassi, di sottoporre la sua decisione al voto dell'Aula. E le chiedo di dare al senatore Caridi il tempo per prepararsi" visto che "ha diritto di intervenire ma, con l'Odg previsto, è impreparato al momento e non è in Aula". E' quanto ha sottolineato, intervenendo sull'inversione dell'ordine dei lavori decisa dal presidente Pietro Grasso, il capogruppo Gal Mario Ferrara. "Il documento della Giunta pronto per l'Aula solo stamattina, credo che i senatori debbano essere nelle condizioni di studiarlo. La trattazione fatta per altri casi ha impiegato qualche ora", aggiunge Ferrara proponendo che l'Aula, stamattina, continui ad esaminare il ddl editoria e dopo affronti il caso della richiesta di arresto al senatore Antonio Stefano Caridi.

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