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    Sequestrato il Cara di Aprigliano, struttura fatiscente e senza licenze

    La struttura sostto sequestro e il trasferimentodegli ospitati

     

    Sequestrato il Cara di Aprigliano, struttura fatiscente e senza licenze

    18 set 15 La Squadra Mobile della Questura di Cosenza ha sequestrato questa mattina la struttura del Centro CARA di Aprigliano. Il decreto di sequestro preventivo del centro, situato in contrada Spineto, è stato emesso dalla Procura della Repubblica di Cosenza, ed è stato disposto a conclusione delle indagini disposte dal Procuratore della Repubblica Dr. Dario Granieri, dal Procuratore Agg.to D.ssa Marisa Manzini e dal Sostituto Procuratore Dr. Salvatore Di Maio.

    La struttura, ospitante richiedenti asilo, è di proprietà di M.S. anni 65 ed è gestita da R.C., 33 anni, Presidente della Cooperativa "Sant'Anna", entrambi indagati per i reati di concorso in abuso edilizio ed altro. Il sequestro è stato emesso a seguito delle indagini svolta dalla Squadra Mobile della Questura di Cosenza, partite dopo la rivolta dello scorso 1 agosto. Allora alcuni cittadini extracomunitari richiedenti asilo, denunciavano agli agenti della Mobile intervenuti la fatiscenza degli ambienti in cui venivano ospitati. Dall'attività posta in essere dal personale della Polizia di Stato è emersa una serie di abusi edilizi e false documentazioni. I locali della struttura sono risultati essere privi di Certificati di Agibilità e gravati da problemi igienico-sanitari derivanti da precari allacci alle reti fognarie.

    I senatori di Italia dei Valori Alessandra Bencini e Maurizio Romani hanno presentato un'interrogazione con cui chiedono che "venga fatta luce sulle modalità di gestione del Cara di Aprigliano (Cosenza) - riporta un comunicato di Idv - sequestrato dalla Squadra mobile di Cosenza a seguito del riscontro, da parte delle autorità, di una condizione di fatiscenza della struttura nonché della presenza di abusi edilizi e di false documentazioni". "Nel plaudire all'iniziativa di pieno ripristino della legalità operata dalla polizia e dalla magistratura - sostengono i due parlamentari - chiederemo nel contempo al Ministro competente di fare piena luce sulla vicenda e di verificare come sia possibile che si sia giunti a tutto questo. È assolutamente inaccettabile che un luogo che dovrebbe essere di accoglienza operi invece nell'illegalità, senza che vi sia un monitoraggio in funzione preventiva". "È intollerabile - concludono Bencini e Romani - che la gestione del flusso dei migranti possa tramutarsi in un'operazione di speculazione e di violazione delle leggi e dei diritti umani, ancor più odiosa perché condotta alle spalle di chi soffre".

    © RIPRODUZIONE RISERVATA

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