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    Chiusura Prefettura Vibo, reazioni

     

     

    Chiusura Prefettura Vibo, reazioni

    11 set 15 "In un momento storico contraddistinto dall'emergenza immigrazione e dall'esigenza di maggiore sicurezza, l'inammissibile soppressione della Prefettura di Vibo Valentia (accorpata a Catanzaro) produrrebbe l'unico risultato di generare confusione e disservizi, gettando nel caos un intero territorio, con ripercussioni pesantissime in un contesto territoriale particolarmente problematico che ha un assoluto bisogno di legalità e sviluppo". Lo afferma, in una nota, il deputato del Pd Bruno Censore. "Peraltro - prosegue - la Legge n.124 del 7 agosto 2015, avente ad oggetto 'Deleghe al Governo in materia di riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche', con riferimento al processo di riorganizzazione degli Uffici territoriali del Governo, parla abbastanza chiaro, nella parte in cui specifica che la razionalizzazione della rete organizzativa delle Prefetture e delle funzioni attraverso la riduzione del numero deve tenere conto di criteri quali, tra gli altri, le caratteristiche del territorio, la presenza di criminalità, le dinamiche socio-economiche e il fenomeno delle immigrazioni sui territori fronte rivieraschi, elementi questi che caratterizzano il territorio Vibonese". Censore parla di "inaccettabile arretramento dello Stato, che rischia di lasciare nel caos un territorio marginalizzato". Il deputato lancia quindi un'iniziativa in Parlamento per contrastare "una pesante e ingiustificata soppressione di fondamentali presidi dello Stato sul territorio vibonese" e annuncia un'interrogazione contro il decreto che prevede la soppressione di 23 Prefetture, tra cui quella di Vibo. Censore ricorda che in un recente dossier della Commissione Antimafia - preparato a seguito di una missione a Vibo - dell'aprile 2014 - la Commissione parlamentare ha sottolineato la grave situazione dell'ordine e della sicurezza pubblica nel territorio di Vibo. Proprio sulla base delle audizioni delle autorità presenti sul territorio ha documentato - anche con dati statistici aggiornati - la presenza di "criminalità organizzata, radicata, pervasiva e capillarmente presente sul territorio". E di "consorterie mafiose" con un elevato tasso di pericolosità e di capacità di influenzare la popolazione con la forza dell'intimidazione, inquinando il tessuto economico in ogni settore. In particolare, il rapporto della Commissione Antimafia ha messo in evidenza la percezione della sicurezza da parte dei cittadini, che è influenzata in maniera negativa in primo luogo dai frequenti atti intimidatori ai danni di imprenditori, commercianti ed amministratori locali. Proprio la prefettura e le amministrazioni locali rappresentano nella provincia di Vibo Valentia un importante presidio in un territorio - che - soprattutto della parte montana della provincia di ViboValentia - costituisce - secondo l'Antimafia "un ideale contesto ambientale nel quale anche la popolazione operosa, seppur non rassegnata, mostra difficoltà per un rapido cambiamento". "Sopprimere l'organo periferico dello Stato che rappresenta l'anello di congiunzione tra il cittadino e lo Stato - osserva Censore - scatenerebbe un devastante effetto a catena. Infatti, oltre a disarticolare l'architettura dello Stato nel Vibonese in nome di una logica puramente e assurdamente contabile, lo schema di decreto attuativo relativo alla riforma della pubblica amministrazione, rischia di provocare contraccolpi pesantissimi per il nostro territorio e per i suoi cittadini, stante il conseguente ridimensionamento dei presidi di legalità, penso alla Questura, con effetti pesantissimi facilmente intuibili e con grave arretramento sociale ed economico del nostro territorio".

    "La notizia letta sulla circolare diffusa dal Viminale è a dir poco scioccante". Lo afferma il Presidente della Provincia di Vibo Valentia, Andrea Niglia. "L'avvisaglia dei mesi scorsi, materializzatasi - aggiunge - nelle ultime ore, è un colpo da ko per il territorio della provincia di Vibo Valentia che deve ricorrere a tutte le sue energie per fronteggiare la scelta e lottare per la sua revoca. L'accorpamento della Prefettura di Vibo Valentia con quella di Catanzaro suona come una severa beffa sulle legittime aspettative di un'area che aveva trovato proprio nell'Ufficio Territoriale di Governo lo strumento più proficuo per combattere la pericolosità ambientale, favorire la più strenua difesa del posto di lavoro, dibattere la problematica più scottante della società che soffre. Chi ha le idee chiare sa che la difficile situazione in cui versa tutto il territorio provinciale è stata al centro dello straordinario impegno degli Uffici della Prefettura che come si ricorderà operano ormai da diversi mesi e senza sosta pur di offrire il massimo sostegno a tutte le iniziative di lotta ingaggiate soprattutto dal mondo dei lavoratori vibonesi". "Le vicende legate ai lavoratori della Provincia e alle aziende che operano nei dintorni - prosegue Niglia - hanno trovato nella struttura della Prefettura non soltanto il conforto ideale quanto la disponibilità più piena per avviare a soluzione ogni tipo di problema. Ma è giusto anche evidenziare che l'Ufficio territoriale di governo si è ampiamente distinto per l'opera esercitata in tutti i comuni dove ha imposto la più sana correttezza politico amministrativa intervenendo in quelle realtà che hanno originato atti amministrativi discutibili e non consoni al più perfetto clima di legalità. Il governo centrale non può non prendere atto che questa sorta di 'punizione' per la provincia di Vibo Valentia non può che diffondere sfiducia nelle popolazioni. Quelle stesse che avevano ripreso a sperare grazie alle garanzie offerte attraverso l'impegno della Prefettura. Tutto questo porta a dover creare una forte mobilitazione capace di impegnare le forze attive della politica, delle istituzioni, degli enti e delle associazioni pronti a promuovere un'azione di forte lotta per far retrocedere il Viminale dalle intenzioni manifestate nella circolare di queste ultime ore". "La scelta - conclude - suona come una severa condanna nei confronti di un territorio impegnato a recuperare la propria condizione proprio mediante il vigoroso aiuto della Prefettura che ha dimostrato, con le sue articolazioni operative, di poter interpretare le giuste esigenze di una provincia che ormai da anni lotta contro l'imperversare della delinquenza organizzata, la galoppante disoccupazione ed il freno ad ogni attività economica ed imprenditoriale. Spetta, adesso, alle rappresentanze politiche ed istituzionali, ai sindacati e alle associazioni trovare un momento di forte condivisione su un progetto che dovrà propiziare le condizioni per annullare la penalizzante "volontà" del Viminale. Bisogna metterci la faccia e far capire che il futuro di questa provincia senza la Prefettura non può che finire alle ortiche".

    "La misura è davvero colma e tale decisione è non solo inaccettabile, ma anche ingiusta e contraddittoria". Lo afferma in una nota il consigliere regionale Vincenzo Pasqua (Oliverio presidente) in relazione alla proposta del Ministero dell'Interno di sopprimere la Prefettura di Vibo Valentia. "E' venuto il momento che tutta la deputazione calabrese - prosegue - reagisca con la dovuta determinazione ed esprima in maniera aperta e chiara la propria posizione contraria a tale orientamento del ministero. Il rischio, altrimenti, è di dovere dare ragione ai così detti 'parolai della legalità' di turno, che costruiscono solo carriere e fortune ai danni di un territorio complesso intrinsecamente, come quello vibonese, che evidenzia problematicità dinanzi a cui, paradossalmente, anche le eventuali chiusure di prefetture come Agrigento o Palermo, apparirebbero magari più lievi. Nella provincia di Vibo Valentia i cittadini, invece, necessitano di un saldo punto di riferimento istituzionale evitando così di finire in balia delle negatività di turno. Se non dovesse esserci una rivisitazione del provvedimento di riforma, così penalizzante per Vibo e la sua provincia, come quello licenziato dal Ministero dell'Interno vorrà dire che dovremo prepararci all'assuefazione della sindrome della 'Catanzaro-centrite' consegnando le chiavi del Tribunale, della Procura della Repubblica, dell'ospedale, del Comando dei carabinieri e della Questura e di tutti i vari enti che operano sul territorio". "Rivolgo pertanto - conclude Pasqua - un appello al sindaco di Vibo, al presidente del Consiglio comunale, alla Conferenza dei capigruppo, affinché sia urgentemente indetto un Consiglio aperto per trattare la delicata questione; così come rivolgo un appello ai consiglieri regionali Mirabello, Salerno e Mangialavori affinché insieme si chieda al presidente del Consiglio Nicola Irto la convocazione di una seduta dell'Assemblea per decidere le opportune iniziative tese a scongiurare la chiusura della Prefettura di Vibo Valentia".

    La Cisl di Vibo Valentia esprime forte e netta contrarietà rispetto alla decisione assunta dal Governo di chiudere la Prefettura accorpandola a quella di Catanzaro. "Non è pensabile - afferma il segretario provinciale Pino De Tursi - che un territorio con un elevatissimo tasso di criminalità possa essere privato da presidi strategici, veri e propri punti di riferimento per tutti i cittadini. Ci permettiamo di ricordare che proprio il Presidente del Consiglio in occasione della sua visita in Calabria ha ribadito il forte impegno del Governo nei confronti della nostra Regione, alle prese ancora oggi con una situazione di grave precarietà a livello economico, sociale, produttivo ed occupazionale, rispetto alla quale risulta del tutto incomprensibile che con un tratto di penna si cancelli, nei fatti, la presenza sul territorio Vibonese di una Istituzione, che ha sempre rappresentato un baluardo di legalità e di presenza dello Stato. Tutto ciò peraltro accade in una provincia, quella Vibonese, in cui, al contrario, l'azione dello Stato dovrebbe essere ulteriormente intensificata anche alla luce dei continui sbarchi di migranti al porto di Vibo Valentia". "La Cisl - prosegue la nota - è fortemente preoccupata per l'irrazionale decisione assunta dal Governo esprime tutta la propria indignazione contro la soppressione della Prefettura di Vibo, convinta di rappresentare il sentimento di un'intera comunità, assillata da mille problemi ed oggi orfana di un presidio dello Stato. Una comunità a cui non è stata nemmeno concessa la possibilità di rappresentare le proprie ragioni visto che il provvedimento è stato calato senza un coinvolgimento delle Istituzioni locali e del mondo sociale ed imprenditoriale. La CISL rivolge un forte appello ai Parlamentari Calabresi e alla Giunta Regionale per una loro forte e decisa azione nei confronti del Governo centrale, affinchè possa recedere dalla decisione in quanto il territorio Vibonese per le sue pecularietà socio - economiche non può essere privato da un cosi importante e strategico presidio dello Stato"

    "Di fronte a tale decisione sciagurata che distrugge ulteriormente l'apparato sicurezza, la protesta del Coisp sarà fortissima e se Renzi sarà presente a breve in Calabria lo accoglieremo con una protesta eclatante. Se la questura di Vibo Valentia chiude allora Matteo Renzi deve dimettersi". È quanto dichiara in merito alla paventata possibilità della soppressione della questura di Vibo Valentia oltre che della prefettura, Giuseppe Brugnano. "Tutto - aggiunge - potevamo immaginarci tranne che rimpiangere il Governo Berlusconi in quanto questo Governo è decisamente peggio. La soppressione della questura di Vibo Valentia, infatti, rientra nei decreti attuativi della legge Madia ed il governo nazionale ormai, sulla stessa lunghezza d'onda del governo di opposto colore politico, continua a pugnalare alle spalle, non solo gli appartenenti alle forze di polizia ma l'intero Paese". "Un governo nazionale ed un premier - conclude il segretario del Coisp - che dimostrano che a loro non interessa la sicurezza dei cittadini, considerandola come una qualsiasi merce da trattare, e vanno avanti a colpi di slogan e di annunci pubblicitari vuoti ed inconsistenti".

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