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    Sciopero dei lavoratori al Porto di Gioia, adesione totale

     

    Sciopero dei lavoratori al Porto di Gioia, adesione totale

    29 ott 15 I lavoratori del porto di Gioia Tauro hanno deciso di scioperare, anticipando di 24 ore l'astensione già proclamata dai sindacali. I portuali hanno deciso di attuare da subito lo sciopero dopo aver ricevuto la notifica della programmazione della cassa integrazione per il prossimo mese. La protesta è stata decisa anche per chiedere il rilancio della struttura portuale. Molti portuali negli ultimi tre mesi avrebbero lavorato solo 18 giorni effettivi. L'adesione dei lavoratori allo sciopero è totale. Nelle scorse ore centinaia di sms sono stati ricevuti dagli operai con i quali gli veniva comunicata la collocazione di cassa integrazione. Nel corso della notte, a partire dal primo turno, la decisione di bloccarsi. Inutile il tentativo messo in atto da alcuni dirigenti sindacali di convincere i portuali a ritornare al lavoro. L'adesione dei portuali allo stop delle attività di movimentazione dei container nei piazzali è stata totale: il 100% nel primo turno dall'una di notte alle 7 di mattina e nel secondo turno dalle 7 alle tredici.

    Ministro Delrio conferma impegni assunti. Sulle problematiche del porto di Gioia Tauro in serata c'é stato un colloquio telefonico tra il presidente della Regione Calabria, Mario Oliverio, ed il Ministro delle Infrastrutture, Graziano Delrio. "Al Ministro - é detto in un comunicato dell'ufficio stampa della Giunta regionale - il Presidente Oliverio ha espresso la preoccupazione che è alla base delle iniziative messe in atto dalle organizzazioni sindacali e dai lavoratori portuali, che oggi hanno deciso l'astensione dal lavoro". "Il Ministro Delrio - prosegue il comunicato - ha riconfermato l'impegno del Governo per il rilancio dell'infrastruttura portuale ed ha accolto la richiesta del presidente Oliverio di fare il punto in un apposito incontro che si terrà nei prossimi giorni".

    Il Sindaco: avanti con la lotta. Il sindaco di Gioia Tauro, Giuseppe Pedà, ha incontrato i lavoratori del porto che stanno scioperando per chiedere il rilancio della struttura. "Non molliamo, questa volta non molliamo. Continuiamo la lotta - ha detto il sindaco - fino a quando non arriveranno garanzie sul futuro del porto. Qui dobbiamo arrivare a movimentare almeno 5 milioni di teu all'anno per dare lavoro a tutti. Basta con le promesse, le illusioni. Vi ricordate quando è stato detto che i portuali di Gioia Tauro erano bravissimi perché con professionalità si erano assunti i pericoli della trasbordo delle sostanze chimiche siriane? Adesso non lo sono più? Qui c'è una società che ha lucrato per anni. Adesso sembra invece avere delle difficoltà e si appresta a licenziare i lavoratori". "Occorre respingere l'idea - ha concluso Pedà - che gli esuberi vengano collocati nella nuova fabbrica di auto. Quella non basta. Vogliono tentare di farla? Bene, noi siamo con loro. Ma i portuali devono fare i portuali ed il porto deve essere rilanciato insieme all'interporto. Basta con le promesse solo sulla carta".

    Sul:Lavoratori esasperati. "I lavoratori dello scalo gioiese ormai esasperati dalle continue richieste di Cassa Integrazione hanno deciso di incrociare le braccia". E' quanto scritto in una nota del Coordinamento Portuali Sul di Gioia Tauro. "Non ci aspettavamo - prosegue la nota - un'iniziativa così determinata, anche se ormai era palese che i lavoratori non potessero continuare in questo stato di incertezza. Proprio l'esasperazione dei lavoratori e il loro appello, oltre alla consapevolezza di dover agire uniti a tutte le altre parti interessate per dare forza alle rivendicazioni dei lavoratori, ci hanno indotto a mettere da parte tutte le cose che ci potessero dividere dagli altri sindacati e di aderire allo sciopero e alla manifestazione del prossimo 30 ottobre. Siamo convinti che la gravità della situazione debba trovare necessariamente risposte concrete. Pertanto, nel comprendere le grandi difficoltà che i lavoratori del porto e le loro famiglie stanno attraversando, il Sul non può che ribadire il pieno appoggio ai lavoratori schierandosi al loro fianco per tutte le sacrosante istanze legate al rilancio del porto, alla tutela del pieno salario e dell'occupazione". "Già da oggi siamo fermi, come lavoratori portuali all'interno del porto - conclude il Sul - e domani saremo in piazza per ribadire che è finito il tempo dei proclami e che servono azioni concrete".

    "Comprendo benissimo le ansie e le preoccupazioni dei lavoratori del porto di Gioia Tauro". E' quanto afferma, in una nota, il Presidente della Regione, Mario Oliverio, rivolgendosi ai lavoratori dello scalo che oggi hanno scioperato. "Loro sanno - prosegue - che stiamo lavorando alacremente all'obiettivo di creare condizioni vere di rafforzamento dello sviluppo del porto e dell'indotto. Sono in atto una serie di interlocuzioni con il Governo nazionale su molti punti strategici e non solo sulla ZES, che per noi costituisce l'elemento centrale per far partire la ripresa e gli investimenti. Stiamo lavorando sui PON (Programmi Operativi Nazionali), ma anche su un nuovo Accordo di Programma Quadro che dovrà essere rimodulato rispetto a quello precedente. Anche sul ruolo che MSC deve giocare a Gioia Tauro comprendo le preoccupazioni dei lavoratori e delle organizzazioni sindacali ed in tal senso riteniamo di dover sviluppare l'interlocuzione che abbiamo avviato assumendo anche concrete decisioni relative all'abbattimento della tassa di ancoraggio, al fine di definire un quadro chiaro di prospettiva. Conosco bene la situazione e sono profondamente convinto, e non da adesso, che da Gioia Tauro devono partire concrete e serie azioni che possono permettere alla nostra regione di porsi positivamente al servizio del Paese nel suo rapporto strategico con il Mediterraneo, di proporsi come risorsa ed opportunità di interesse nazionale ed europeo". "Stiamo lavorando - dice ancora Oliverio - senza soste. Anche sul versante della valorizzazione industriale dell'area del retroporto voglio ricordare che abbiamo già sottoscritto con il Ministero dello Sviluppo Economico, con la Regione Puglia, con Invitalia e con il titolare di LCV un accordo per un investimento importante per la produzione di automobili che produrrà occupazione, centinaia di posti di lavoro ed effetti importanti nell'indotto. Ai lavoratori del porto confermo il pieno impegno della Regione per il rilancio e la prospettiva di Gioia Tauro nella consapevolezza che questa infrastruttura rappresenta la base vera per il rilancio della Calabria. Proprio per questo mi permetto di rivolgere loro l'invito ad evitare atteggiamenti e forme di lotta che possono indebolire gli sforzi in atto. Di fronte alle difficoltà che determinano comprensibili preoccupazioni, bisogna fare prevalere atteggiamenti di responsabilità ed unità delle forze sociali e degli enti locali che, assieme alla Regione, devono lavorare per la realizzazione dell'obiettivo di rilancio e di sviluppo del Porto e dell'area di Gioia Tauro".

    "Gli ultimi accadimenti di cronaca che hanno riguardato il settore delle infrastrutture italiane, rendono pienamente l'idea, e anzi, confermano ciò che come me, in tanti hanno sempre pensato. Per il rilancio di quel settore i soldi c'erano eccome, hanno solo preso la strada sbagliata". Lo afferma in una nota il sen. Francesco Molinari (gruppo misto) in merito allo sciopero dei portuali di Gioia Tauro. "Non c'è da stupirsi perciò - prosegue - se tra mazzette ed appalti sottoposti a tangenti, soprattutto in Calabria, lo sviluppo e il rilancio non c'è mai stato e, continuando di questo passo, mai potrà esserci. A fronte di ciò non poche volte ho ammonito, quando non denunciato, sulla pericolosità delle ombre dell'illegalità che aleggiava, sospesa come la spada di Damocle, su importanti aree di snodo e la realizzazione di infrastrutture cruciali. Non sono state poche le volte che ho sollecitato lo stanziamento e l'impiego di fondi al fine di realizzare il rilancio della fascia ionica, tramite la realizzazione di una dorsale ionica efficiente e moderna, e del Porto di Gioia Tauro ma inutilmente: i soldi per il Sud non si trovano mai mentre si impiegano in investimenti fallimentari al Nord. E quelle poche disponibilità vengono usate per trarre utilità personali e illecite dal favorire appalti dall'improbabile ritorno: quante volte, nell'ambito di diverse audizioni in Commissione Finanze, ho chiesto conto della mancata realizzazione di un raccordo ferroviario a RFI. Chissà se il Presidente Lo Bosco sarà più comunicativo con la Procura di Palermo". "É questo - afferma Molinari - lo scenario in cui occorre comprendere ed appoggiare lo sciopero dei lavoratori del Porto di Gioia Tauro, sprofondato in una crisi che provoca una inaccettabile incertezza lavorativa ed esistenziale, famiglie comprese. Ma è difficile condividere la solidarietà con forze politiche e parti sociali ipocrite sempre pronte, all'occorrenza, a vendere la Calabria ed i calabresi per i loro interessi, personali e di gruppo, ammantati dalle giustificazioni più varie. Ieri era un mostruoso rigassificatore, in spregio all'elevata sismicità dei luoghi, per i benefici economici che se ne potevano. Più recentemente era il trasbordo delle armi chimiche che doveva vedere la sicurezza dei calabresi sacrificata sull'altare di un pacifismo di facciata, con la benedizione del M5S calabrese (me e Barbanti esclusi)". "Non è facile - conclude - fare politica onestamente in Calabria, smarcandosi da marpioni e parvenu di tutti i tipi e di tutte le latitudini, politiche e sindacali, con la tara dei figli d'arte riciclati dalle clientele di famiglia. Ma fino a quando ricoprirò questa carica continuerò a sostenere i diritti dei calabresi ed a lottare affinché questa terra raggiunga il benessere che si merita: malgrado, talvolta, mi trovi in cattiva compagnia".

    "La partecipazione massiccia dei lavoratori del porto di Gioia Tauro allo sciopero proclamato, dimostra se mai ce ne fosse ancora bisogno la preoccupazione sul futuro occupazionale e sulle prospettive di uno scalo sempre più relegato ai margini del contesto nazionale e mondiale". Lo afferma in una nota il senatore Nico D'Ascola, responsabile Giustizia di Area Popolare. "Il porto di Gioia Tauro - aggiunge - ha bisogno di scelte immediate ed interventi concreti. La società civile non può rimanere indifferente di fronte alle lungaggini burocratiche ed a scelte politiche che rischiano di compromettere irrimediabilmente il decollo dello scalo portuale calabrese. Sul porto si continua a discutere inutilmente, attraverso annunci e progetti che tardano a concretizzarsi, tralasciando invece scelte strategiche fondamentali per attrezzare porto e retroporto che non possono restare isolati dal resto della Calabria e dai grandi corridoi europei delle merci. In questi anni il porto di Gioia Tauro è stato maltrattato in maniera indecorosa". "Uno scalo - conclude D'Ascola - che potrebbe dare benessere non solo alla Calabria, ma a tutta l'Italia se assumesse le dimensioni che potrebbe avere, se una certa politica che ha favorito i porti del nord Europa, soprattutto quelli tedeschi e olandesi, fosse controbilanciata da un'iniziativa che si radicasse nel centro del Mediterraneo".

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