Beni per 1.6 mln sequestrati alla cosca Giampà a Lamezia - Nuova Cosenza Quotidiano d'informazione della Calabria

Beni per 1.6 mln sequestrati alla cosca Giampà a Lamezia

06 ott 15 Beni per 1,5 milioni di euro sono stati sequestrati dai finanzieri del Gruppo di Lamezia Terme a Francesco Giampà, "il professore", ritenuto il boss dell'omonima cosca, ed al cognato Vincenzo Bonaddio. Altre due persone, Francesco Maria Stranges e Tonino Stranges, sono indagate come prestanome. Sequestrati gli immobili in cui vivono le famiglie Giampà e Bonaddio. Quest'ultimo è indagato per estorsione per avere imposto la sua ditta per la costruzione di una casa. I provvedimenti di sequestro sono stati emessi dal Tribunale di Catanzaro su richiesta della Direzione distrettuale antimafia del capoluogo calabrese a conclusione di indagini della Guardia di finanza di finanza di Lamezia Terme. Dagli accertamenti delle fiamme gialle, secondo l'accusa, è emersa la sproporzione tra il valore dei beni sequestrati rispetto ai redditi leciti dichiarati, tenuto pure conto del tenore di vita agiato mantenuto negli ultimi anni dagli indagati. Bonaddio, detenuto insieme a Giampà in regime di 41 bis, è stato raggiunto anche da un avviso di garanzia emesso dalla Dda in relazione ad una estorsione attuata con modalità diverse rispetto a quelle tradizionali. L'uomo, infatti, secondo quanto sarebbe emerso dalle indagini della Guardia di finanza, dopo avere avviato un'impresa di costruzioni al fine di immettersi nel mercato lecito e giustificare i suoi averi, avrebbe imposto ad un altra persona di affidargli i lavori di costruzione di un fabbricato. L'estorsione, secondo l'accusa, starebbe nei costi sostenuti dalla vittima, nettamente superiori a quelli che avrebbe pagato rivolgendosi ad una ditta "normale". Bonaddio è stato quindi indagato per estorsione aggravata dalle modalità mafiose.