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    Grandi ascolti per la fiction su Lea Garofalo, legale "ora legge su testimoni giustizia"

     

    Grandi ascolti per la fiction su Lea Garofalo, legale "ora legge su testimoni giustizia"

    19 nov 15 Lea, il film su Lea Garofalo, realizzato per la tv da Marco Tullio Giordana, in prima visione su Rai1 ha ottenuto 4 milioni 170 mila spettatori e uno share del 16.24%. Su Canale5 Senza Identità 2 ha raggiunto 3 milioni 145 mila spettatori pari al 12.73% di share. Su Rete4 Continuavano a Chiamarlo Trinità ha messo a segno 1 milione 952 mila spettatori (8.16%). Su Italia1 c'era Colorado visto da 1 milione 642 mila spettatori (7.92%). Su La7 La Gabbia è stato seguito da 817 mila spettatori (4.11%). Ancora molti programmi per raccontare e analizzare i fatti di Parigi a partire dalla puntata speciale di Virus su Rai2, che ha segnato 1 milione 237 mila spettatori e uno share del 5.43%. Su Rai1 dalle 9.40 alle 12.00 lo Speciale Unomattina ha ottenuto 1 milione 31 mila spettatori (18.31%). Alle 14.15 La vita in diretta ha raggiunto 1 milione 682 mila (12.74%). In seconda serata Porta a porta ha registrato 1 milione 1347 mila (14.40%). Su Rai3 alle 12.00 l'edizione straordinaria del TG3 andata in onda fino alle 12.55 ha totalizzato 1 milione 304 mila (11.77%). Rai News 24 ha seguito gli avvenimenti con una lunga diretta che ha raggiunto, dalle 6.30 alle 9.30, 239 mila spettatori (4.37%). Complessivamente le reti Rai si sono aggiudicate il prime time con 10 milioni 698 mila spettatori e uno share del 39.30%, in seconda serata con 4 milioni 237 mila e il 36.10% e nell'intera giornata con 4 milioni 260 mila e il 39.30%. Mediaset ha totalizzato 9 milioni 438 mila (34.67%) in prima serata, 3 milioni 769 mila (32.11%) in seconda, 3 milioni 628 mila (33.46%) nelle 24 ore. Rai1 in prime time ha raggiunto 4 milioni 558 mila spettatori (16.74%) mentre Canale5 4 milioni 13 mila (14.74%). Nell'access si impone Striscia la notizia, visto da 5 milioni 39 mila telespettatori (18.22%), mentre Affari tuoi tocca 4 milioni 949 mila (17.98%). Per l'informazione ieri il Tg1 delle 20 ha totalizzato 6 milioni 447 mila spettatori pari al 25.97%, mentre alla stessa ora il Tg5 è stato seguito da 5 milioni 18 mila spettatori con il 19.98%. Il TgLa7 ha segnato 1 milione 316 mila spettatori (5.27%).

    Spicca share record in Calabria. "Il risultato di ascolto del film tv Lea di Marco Tullio Giordana trasmesso da Ra1 ieri in prima serata ci riempie di emozione. Una storia dura, senza un cast popolare, ma piena di verità e di coraggio, è stato il programma più visto della serata con oltre 4 milioni di spettatori. Il film ha avuto ascolti altissimi soprattutto in quelle regioni dove la presenza della criminalità organizzata è più radicata, e ha mostrato al pubblico le miserie e gli orrori delle famiglie mafiose e una strada di riscatto, impersonata da Lea e dalla giovane Denise". E' quanto sottolinea il direttore di Rai fiction Eleonora Andreatta commentando i dati del tv movie che si è aggiudicato la prima serata con 4 milioni 170 mila spettatori e il 16.24%. "Ma spiccano - fa notare Andreatta - in particolare gli ascolti in Calabria, con il dato record del 40% di share. La Calabria ha abbracciato Lea Garofalo e i suoi ideali di libertà. Come Rai Fiction nel ringraziare Marco Tullio Giordana, la sceneggiatrice Monica Zapelli, il cast e la produzione, Bibi Film, siamo orgogliosi - conclude Andreatta - di aver contribuito con questo film a ricordare una donna caduta nella sua battaglia di emancipazione da un potere arcaico e criminale".

    Legale: Ora legge su testimoni giustizia. "E' urgente una legge sui testimoni di giustizia": a dirlo è Enza Rando, avvocato di Denise, 24 anni, figlia della testimone di giustizia Lea Garofalo, sulla cui vita ieri sera è andata in onda una fiction di Marco Tullio Giordana. "Il sistema di protezione dei testimoni di giustizia - dice il legale - una serie di miglioramenti in questi anni li ha fatti. Seguo molti testimoni di giustizia e negli ultimi 10 anni qualcosa è cambiato, alcune prassi sono migliorate e c'è una maggiore competenza". Attualmente esiste la legge sui collaboratori e un paragrafo è dedicato ai testimoni ma per Rando non basta. "Urge una legge per i testimoni, che hanno propria dignità e meritano una normativa apposita. Non si deve mai più confondere infatti il testimone con il collaboratore e una normativa può aiutare a risolvere le criticità attuali. Giusto sarebbe prevedere, a mio giudizio che i testimoni rimangano nei territori in cui sono sempre vissuti e hanno lavorato". Il film di Marco Tullio Giordana a Renda è piaciuto: "A me sembra un bel film che regala una Calabria diversa, una terra del coraggio, che ce la può fare".

    La presidente della Camera Laura Boldrini oggi ha ricordato la figura di Lea Garofalo, testimone di giustizia e vittima della 'ndrangheta che ha ispirato 'Lea', il film di Marco Tullio Giordana andato in onda ieri sera sulla Rai. ''I testimoni di giustizia vanno protetti - ha detto Boldrini ricevendo a Montecitorio i giovani Rosario Esposito La Rossa e Maddalena Stornaiuolo dell'associazione Vo.Di.Sca. (acronimo di ''Voci di Scampia'') di Napoli, accompagnati dal deputato Pd Davide Mattiello - lo Stato non può abbandonarli. Spesso si tratta di donne che si ribellano ai propri mariti e a queste va data protezione, in modo da consentire loro di portare via i figli per vivere in sicurezza in altri luoghi''.

    In arrivo in aula Legge testimoni. Mentre "Lea", il film per la tv di Marco Tullio Giordana, in prima visione ieri su Rai 1 ha ottenuto 4 milioni 170 mila spettatori, si riaccende l'attenzione e la sensibilità del grande pubblico su un tema delicato: quello dei testimoni di giustizia e della loro protezione. Enza Rando, la legale che difende Denise, 24 anni, figlia di Lea e anch'essa testimone di giustizia, spiega oggi come sia "urgente una legge sui testimoni di giustizia, che hanno propria dignità e meritano una normativa apposita". Proprio su questo punto è in dirittura d'arrivo frutto del lavoro della Commissione parlamentare Antimafia, che su testimoni, collaboratori e vittime di mafia ha istituito un Comitato, il V, la cui relazione è stata tempo fa approvata all'unanimità. "La storia di Lea è anche una lezione di speranza. Le mafie si possono battere e si può infrangere il muro dell'omertà mafiosa. Le istituzioni devono garantire protezione e dignità ai testimoni di giustizia, con percorsi autonomi e distinti rispetto a quelli assicurati ai collaboratori. La Commissione parlamentare Antimafia ha elaborato una proposta di riforma che va in questa direzione e mi auguro che si possa presto aprire il confronto in Parlamento", ha detto oggi la presidente dell'Antimafia, Rosy Bindi. Anche la presidente della Camera, Laura Boldrini, oggi ha sottolineato come i testimoni di giustizia "non vanno abbandonati. Spesso si tratta di donne che si ribellano ai propri mariti e a queste va data protezione, in modo da consentire loro di portare via i figli per vivere in sicurezza in altri luoghi''. Proprio questo è uno degli aspetti del nuovo testo, che contempla il cosiddetto "cambio di generalità allargato", ovvero la possibilità, per coloro che non sono testimoni di giustizia ma che si trovino in pericolo a causa di rapporti di parentela, con indagati, imputati, condannati o con persone vittime di delitti, di accedere al cambiamento delle generalità. "Una legge per i testimoni di giustizia non c'è ed è doveroso farla - spiega Davide Mattiello, Pd, coordinatore del V Comitato dell'Antimafia - perchè permane la confusione con i collaboratori. L'inserimento lavorativo di chi è uscito dal programma speciale di protezione non funziona ancora. Perchè se la mafia uccide un magistrato i ruoli sono chiari e la legge per i familiari funziona, ma se la mafia sbrana chi si ribella all'interno del proprio stesso cerchio, la legge si inceppa. Perchè chi vuole rompere con quei legami familiari, anche se non ha informazioni preziose per la giustizia, deve trovare lo Stato". "L'obiettivo è arrivare ad un testo condiviso da tutta la Commissione Antimafia - conclude il segretario dell'Antimafia, Marco Di Lello - vedremo nei prossimi giorni di riuscirci. Io penso che su questo terreno la Commissione possa fare il massimo sforzo per un lavoro unitario"

    La Commissione Antimafia potrebbe a breve dare la luce ad una proposta di legge condivisa sulla tutela dei testimoni di giustizia: un testo è già stato elaborato e nei prossimi giorni sarà all'attenzione dei commissari. "L'obiettivo della proposta di legge è separare il regime normativo dei collaboratori, da quello dei testimoni: i primi sono criminali più o meno pentiti, gli altri cittadini che danno il proprio contributo alla giustizia. E giusto separare anche dal punto di vista normativo le due figure", spiega Marco Di Lello (Psi), segretario della Commissione Antimafia. "L'obiettivo è arrivare ad un testo condiviso da tutta la Commissione Antimafia - aggiunge Di Lello - vedremo nei prossimi giorni di riuscirci. Io penso che su questo terreno la Commissione possa fare il massimo sforzo per un lavoro unitario". "Anche per il caso di Lea Garofalo - conclude - ho letto come spesso sia stata fatta confusione tra le due figure, di collaboratore e di testimone: questo ha il sapore del danno e della beffa".

    "Adesso che il racconto della storia di Lea e Denise ha aiutato tanti a riflettere sul bisogno di protezione che c'è in questo Paese, diamoci forza per cambiare la legge". A chiederlo è Davide Mattiello Pd, coordinatore del quinto comitato della Commissione parlamentare Antimafia che si occupa di testimoni di giustizia, collaboratori e vittime di mafia. "Perchè una legge per i testimoni di giustizia non c'è - spiga Mattiello - e permane la confusione con i collaboratori. Perché l'inserimento lavorativo di chi è uscito dal programma speciale di protezione non funziona ancora. Perchè se la mafia uccide un magistrato i ruoli sono chiari e la legge per i familiari funziona, ma se la mafia sbrana chi si ribella all'interno del proprio stesso cerchio, la legge si inceppa. Perchè chi vuole rompere con quei legami familiari, anche se non ha informazioni preziose per la giustizia, deve trovare lo Stato". "Le proposte sono tutte sul tavolo: la Commissione Antimafia dopo aver approvato all'umanità una relazione nell'Ottobre del 2014, ha all'esame una proposta di legge di riforma, il Ministero dell'Interno ha presentato quasi un mese fa la Carta dei diritti e dei doveri per testimoni e collaboratori. Insomma ci vuole soltanto uno sforzo. Un altro, ma è semplicemente un dovere", conclude il deputato.

     

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