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    Forestali pronti alla mobilitazione

     

     

    Forestali pronti alla mobilitazione

    07 nov 15 I forestali sono pronti alla mobilitazione per il lavoro prima che la Calabria cada a pezzi". E' quanto affermano i segretari generali provinciali di Reggio della Fai-Cisl, Romolo Piscioneri e della Flai-Cgil Domenico Mandarano in una lettera inviata al presidente della Regione, Mario Oliverio. "Nella provincia di Reggio - sostengono Piscioneri e Mandarano - riteniamo sia giunto il tempo di mobilitarsi, per rivendicare con fermezza un'immediata riorganizzazione del settore della forestazione, lasciato dal management dell'Azienda Calabria Verde, che opera ormai dal primo maggio 2014, nel più totale abbandono. Non possiamo stare più silenti e fermi dopo che da anni denunciamo la necessità di mettere in sicurezza il nostro territorio. Abbiamo apprezzato la scelta fatta dalla sua Giunta regionale di utilizzare i fondi comunitari per la messa in sicurezza del territorio dal rischio idrogeologico attraverso la pulizia degli alvei delle fiumare, che gli operai forestali stanno eseguendo in modo proficuo, attenuando in parte i danni causati dalle piogge torrenziali che si sono abbattute sulla nostra provincia e nella Locride in modo particolare dei giorni scorsi". "Tutto ciò - proseguono i segretari di Fai Cisl e Flai Cgil - non basta più, l'Azienda Calabria Verde deve diventare uno strumento più efficiente e in grado di dare risposte adeguate al grande tema delle politiche ambientali e del dissesto idrogeologico. Infatti, riteniamo che l'ingiustificato e perdurante immobilismo di questa azienda, rischia seriamente di pregiudicare o mettere a repentaglio il futuro del settore stesso. Qui, esiste poco o nulla. Non solo diritti dei lavoratori negati, ma scadimento sul piano della gestione, che soffre per un inconcludente eccesso di centralismo regionale, incapace di dare risposte alle crescenti esigenze del territorio, che cade a pezzi e continua a degradarsi. Tra le criticità, vi sono: progettazione carente, inadeguata e comunque priva di concretezza rispetto alle opere da realizzare sul territorio e nelle aree montane in particolare; inspiegabili comportamenti discriminatori, tra lavoratori che svolgono medesime mansioni. Non siamo più disposti ad assistere passivamente di fronte ad un settore che si spegne, per effetto delle tante inefficienze, proprio, mentre da più parti si invoca maggiore tutela ambientale e prevenzione contro i possibili disastri idrogeologici, come dimostrano gli ultimi eventi calamitosi. Invochiamo una proposta alternativa, che generi presupposti progettuali tali da portare verso nuove opportunità lavorative e ad un ricambio generazionale, che ci consenta di far rimanere qui i nostri giovani e puntare sul ripopolamento delle aree interne e montane. Solo così potremo assicurare continuità al settore, oggi alle prese con una forza lavoro che non si rigenera dal lontano 1983, data del blocco delle assunzioni (legge 442/84), con ricadute su una forza lavoro sempre più esigua, che conta di un'età media di circa 58 anni. Questa è la strada da seguire, se si vuole riqualificare l'intervento di forestazione volto al mantenimento, salvaguardia e tutela del nostro fragile territorio e del patrimonio artistico culturale, soprattutto nelle zone dell'entroterra, sempre più abbandonate e marginalizzate".

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