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    Beni per 50 mln sequestrati a imprenditori vicini a cosche Gdf in tutta Italia

     

    Beni per 50 mln sequestrati a imprenditori vicini a cosche Aquino/Morabito dalla Gdf in tutta Italia

    27 mar 15 Beni per oltre 50 milioni di euro sono stati sequestrati in Calabria, Toscana, Lazio e Lombardia dalla Guardia di Finanza di Reggio Calabria e dallo Scico di Roma ad alcuni imprenditori ritenuti dagli investigatori contigui alle cosche della 'ndrangheta degli Aquino e dei Morabito. I beni sequestrati sono 33 terreni, 32 fabbricati, 12 attività commerciali e quote societarie e 12 mezzi tra automobili e moto.

    Erano privi di capitali gli imprenditori ai quali la Guardia di finanza di Reggio Calabria e lo Scico di Roma hanno sequestrato i beni per 50 milioni di euro. E' quanto emerso nel corso delle indagini delle Fiamme Gialle. Il sequestro è stato disposto dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Reggio Calabria che ha accolto la richiesta della Dda. I beni, secondo gli inquirenti, sarebbero riconducibili alle cosche della 'ndrangheta degli Aquino e dei Morabito che operano nella zona di Africo e Marina di Gioiosa Ionica. Nel corso delle indagini è emerso che alcuni imprenditori avevano effettuato ingenti investimenti societari e immobiliari in assenza di una capacità reddituale. Gli imprenditori avrebbero fatto ricorso al "finanziamento soci", un sistema che, secondo i finanzieri, consente alla società di disporre di capitali senza ricorrere agli Istituti di Credito. Tale liquidità viene iniettata nelle casse della società direttamente dai soci, quale forma di auto-finanziamento a "costo zero", non dovendone sostenere le spese per gli interessi. Il sistema, secondo gli investigatori, era il modo per utilizzare capitali illeciti. Gli imprenditori che adottavano il sistema sono ritenuti vicini alle cosche della 'ndrangheta ed avrebbero acquistato innumerevoli beni immobili e costituzioni societarie per gestire strutture turistico-alberghiere. I finanzieri hanno anche ricostruito i flussi di denaro dei soggetti monitorati, potendo così circoscrivere i singoli beni e società, che costituiscono il reimpiego dei capitali illeciti.

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