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    Calabria perde 60% acqua, Cosenza spreco maggiore, Reggio prezzo più caro

     

    La Calabria perde 60% acqua nei tubi, Cosenza spreco maggiore, Reggio prezzo più caro

    19 mar 15 Italia, Paese dalle reti idriche 'colabrodo' e da tariffe per l'acqua che continuano a crescere. Questo il risultato dell'indagine sui costi sostenuti dai cittadini per il servizio idrico integrato nel corso del 2014, realizzato dall'Osservatorio prezzi e tariffe di Cittadinanzattiva, e presentato in occasione della Giornata mondiale dell'acqua che si celebra il 22 marzo. Secondo il report è infatti in aumento ''il costo dell'acqua: più 6,6% rispetto al 2013 e più 52,3% rispetto al 2007''. Le città più care sono Firenze, Prato e Pistoia (563 euro all'anno), mentre la meno cara è Isernia (120 euro all'anno). Nel 2014, sempre secondo l'indagine, una famiglia italiana ha speso in media 355 euro. A livello regionale, quella in cui l'acqua è più 'costosa' è la Toscana, quella in cui si spende meno è il Molise. La dispersione di rete più alta, fino al 60%, si ha in Calabria e nel Lazio; le migliori Valle d'Aosta (20%) e Trentino Alto Adige (26%); la media italiana è del 37%. Secondo Cittadinanzattiva le regioni centrali si caratterizzano per tariffe più alte con 468 euro all'anno. Il primato va alla Toscana: la spesa media in un anno è di 526 euro, con una incremento del 5,6% rispetto al 2013. Inoltre, sette delle dieci città più costose sono capoluoghi toscani, la cui spesa è aumentata rispetto al 2013. Tra le altre regioni centrali: le Marche (451 euro) con una variazione del 5,1% e l'Umbria (439 euro) con una variazione del 4,3%. Sono più virtuose le regioni del nord. Le principali variazioni rispetto al 2013, rileva l'indagine, si riscontrano nell'area settentrionale (più 6,8%), segue l'area centrale (più 6,3%) e quella meridionale (più 3,1%). Tra i capoluoghi di provincia, le città più care sono in Toscana: dopo Firenze, Pistoia e Prato, seguono Grosseto e Siena con 562 euro. La seconda meno cara dopo Isernia è Milano con 136 euro (con un aumento dell'8,7%). I maggiori incrementi rispetto all'anno precedente si registrano a Latina e Cuneo (più 17%). La tariffa più alta per il servizio di acquedotto è applicata a Reggio Calabria (355 euro), oltre 39 volte superiore a quella di Aosta (9 euro). Depurazione e fognatura costano di più a Carrara (298 euro), cioè sei volte di più rispetto a Cremona (49 euro). La quota fissa più elevata spetta a Gorizia (99 euro), 28 volte superiore a quella di Milano (3,50 euro). In Italia - continua il report - va persa in media il 37% dell'acqua immessa nelle tubature (più 3% rispetto al 2013). ''E' necessario - spiega la responsabile politiche dei consumatori di Cittadinanzattiva, Tina Napoli - nell'ambito dei servizi idrici, nel nostro Paese raggiungere alcuni traguardi: garantire la fornitura di acqua potabile in tutte le aree, ridurre la dispersione idrica, garantire a tutti l'accessibilità e la qualità del servizio''

    A Cosenza spreco maggiore, a Reggio prezzo più alto. Ammonta a 282 euro il costo annuale per il servizio idrico integrato in Calabria, rispetto ai 355 euro di media nazionale. In testa Reggio Calabria con 473 euro; segue Vibo Valentia (294 euro). I dati emergono dall'Osservatorio prezzi e tariffe di Cittadinanzattiva che per il decimo anno consecutivo ha analizzato i costi sostenuti dai cittadini per il servizio idrico integrato nel corso del 2014. In Calabria la dispersione idrica ammonta al 60% rispetto alla media nazionale del 37%. Lo spreco maggiore si registra a Cosenza (77%); segue Vibo Valentia (64%). Solo nel caso di Reggio Calabria è stato deliberato uno sconto del 20% sul solo servizio di acquedotto per utenti anziani con età superiore a 65 anni, iscritti all'anagrafe come unico componente di nucleo familiare con reddito annuo dichiarato ai fini Isee non superiore a 10 mila euro.

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