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    Mons. Galantino saluta la comunità di Cassano: non servono bilanci

    Mons. Galantino con l'arcivescovo di Cosenza, Nunnari

     

    Mons. Galantino saluta la comunità di Cassano: non servono bilanci

    10 mar 15 "Siamo qui per ringraziare insieme la Trinità Santa. E' Lei che ha permesso questo straordinario e, per me, fecondo incontro. L'incontro tra un prete chiamato a fare il Vescovo e una Comunità che hanno percorso insieme un tratto della loro strada". Lo ha detto monsignor Nunzio Galantino nel corso dell'omelia pronunciata durante la messa, celebrata nella basilica di Cassano allo Jonio, per il congedo dai fedeli e dal clero della diocesi di. Dopo tre anni, infatti, mons.Galantino lascia la diocesi per dedicarsi interamente all'incarico di segretario della Cei. Al suo posto arriverà don Francesco Savino, che sarà ordinato Vescovo il 2 maggio a Bitonto (Bari) e successivamente si insedierà a Cassano allo Jonio. "Noi - ha aggiunto - siamo qui per ascoltare il Signore, per celebrare i Santi misteri, per farci aiutare dal Signore a proseguire il nostro cammino, per domandare al Signore di farci ancora dono del suo Spirito perché la nostra testimonianza possa essere sempre di più una testimonianza credibile. Se invece ci attardiamo a parlare di noi, di quello che abbiamo fatto insieme in questi tre anni; se ci fermiamo a gioire delle cose belle e a domandare e a domandarci perdono per le opportunità sprecate - tutte cose buone, si intende, ma fatte nel momento sbagliato - sapete cosa facciamo? È come se invitassimo il Signore a stare con noi e poi gli diciamo: adesso stai qui, buono buono, e sentici un poco. Vogliamo farti sapere come siamo stati bravi".

    Perdono è gesto di coraggio. "Dove il mondo dice che il perdono è un atto umiliante e un gesto di debolezza, la Chiesa è chiamata a vivere e a far vivere il perdono come un gesto di coraggio e di grande maturità spirituale". Lo ha detto il segretario della Cei, mons. Nunzio Galantino, nel corso dell'omelia per la messa di congedo dai fedeli e dal clero della Diocesi di Cassano allo Jonio. "Lo so che parlare di perdono - ha aggiunto - non è proprio facile, e praticarlo lo è ancora di più. Penso rimaniate anche voi sorpresi quando sentite o leggete di perdono offerto in situazioni e a persone alle quali voi personalmente fareste fatica a perdonare. A me questo è capitato e capita. E la sorpresa è tanto più grande quando vedo la fatica che io stesso faccio a guardare con occhio di benevolenza chi parla male di me o chi danneggia la mia reputazione ingiustamente. Sì, faccio fatica, in questi casi, a perdonare. Certo, ci è capitata una pagina difficile ed esigente del Vangelo per questa circostanza. Difficile soprattutto perché esigente. Difficile perché per essere messa in pratica richiede che io riconosca continuamente i doni ed il perdono che il Signore continua a elargirmi". "Chi non è consapevole del perdono che il Signore gli concede - ha concluso mons. Galantino - difficilmente sentirà il bisogno di perdonare. Gli sembrerà sempre impossibile tendere la mano a chi con quella mano ha percosso il suo volto o ha gettato fango su di lui e sulla sua storia. Gli sembrerà sempre impossibile rivolgere la parola a chi da quella bocca ha fatto uscire parole ingiuriose o addirittura vere e proprie calunnie".

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