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    Scendono in piazza i 380 dipendenti della Provincia di Vibo

     

     

    Scendono in piazza i 380 dipendenti della Provincia di Vibo

    09 mar 15 Intonando l'inno d'Italia e al grido di 'lotta dura senza paura' è partito il corteo dei 380 dipendenti della Provincia di Vibo da oggi in sciopero. Si tratta del primo sciopero in tutta Italia di una Provincia. Il corteo scortato dalla Polizia è guidato dalle organizzazioni sindacali. "Questo - affermano i lavoratori - è un momento d'orgoglio e di dignità. Tutti i dipendenti non percepiscono lo stipendio da cinque mesi lavorando senza riscaldamenti e nella sporcizia". Lo sciopero generale proclamato dalle organizzazioni sindacali riguarda la drammatica situazione occupazionale nel territorio vibonese. Al corteo, oltre ai 380 dipendenti della Provincia, stanno partecipando i 120 operai della Gam Oil, licenziati dopo la sentenza di fallimento; 90 operatori Infocontact delle sedi di Serra San Bruno e Stefanaconi; operai della Marenostro e dell'Italcementi ed i pescatori di Nicotera. Tutti i lavoratori interessati alle vertenze vibonesi sono scesi in piazza dopo aver organizzato, nei giorni scorsi, un presidio permanente davanti al municipio del capoluogo di provincia. Per oggi, intanto, è previsto un incontro a Roma tra il presidente della Provincia, Andrea Niglia, alcuni sindaci del territorio e rappresentanti del Ministero dell'Interno. Durante la riunione gli amministratori locali consegneranno il documento redatto la settimana scorsa in cui manifestano l'intenzione di dimettersi in massa qualora il Governo non mostrasse interesse per la drammatica questione della carenza di lavoro nel territorio vibonese.

    La protesta dei 380 dipendenti della Provincia di Vibo Valentia e dei lavoratori delle altre aziende in crisi nel vibonese si è poi conclusa poco dopo le 18. I dipendenti della Provincia hanno aderito ad uno sciopero proclamato dai sindacati per chiedere il pagamento degli stipendi arretrati. Chiedono, invece, una prospettiva per il loro futuro i lavoratori delle altre aziende in crisi nel territorio vibonese. Al termine del corteo sono stati numerosi gli interventi da parte dei lavoratori. "Sono una delle tante dipendenti della Provincia - ha detto una lavoratrice - e noi vogliamo denunciare che soffriamo da troppo tempo. Al Governo gridiamo che siamo in 380 e continueremo a lottare. Ora diciamo basta. I nostri padri e nonni versando il loro sangue ci hanno insegnato la libertà e la dignità di essere uomini". Un dipendente della ditta Restuccia, che lavora per l'amministrazione provinciale, ha evidenziato: "siamo pronti a fare azioni di forza. Siamo in disoccupazione, in mobilità, ma a noi serve dare da mangiare ai nostri figli". Infine il segretario della Camera del Lavoro di Vibo Valentia, Luigi De Nardo, ha evidenziato che "un corteo e una piazza straordinaria chiede lavoro e dignità. Solidarietà anche ai dipendenti dell'azienda di costruzioni Restuccia che sono qui con noi".

    "Il sottosegretario Graziano Delrio parla delle Province col solito dogma dei conti, i suoi, ignorando che al Sud, specie in Calabria, la situazione è insostenibile". Lo afferma la deputata M5s Dalila Nesci, a proposito, è scritto in una nota, "di una recente intervista in cui Delrio ha detto che le entrate provinciali permettono di coprire i costi per la manutenzione di scuole e strade". "Delrio - prosegue la parlamentare - faccia un giro nelle scuole vibonesi percorrendo le strade provinciali. Poi ci racconti. Inoltre, sul suo rimprovero alla Regione Calabria, che non ha ridefinito le funzioni delle Province, va osservato che il governo predica bene e razzola male. Dove sono i necessari interventi straordinari, soprattutto per la Provincia di Vibo Valentia, i cui dipendenti sono alla fame? Il governo crede di potere applicare in tutta Italia lo stesso modello di amministrazione del territorio, come se in Calabria le Province non avessero subito danni enormi da condizionamento mafioso e collusione?". "E' vero il rilevato ritardo della Regione Calabria - conclude Dalila Nesci - nella ridefinizione delle funzioni provinciali, ma l'esecutivo Renzi ha fatto di peggio nella sanità, che ad oggi non ha ancora il commissario per il rientro. Matteo Renzi è in forte contrapposizione con il governatore Mario Oliverio. Questo condizionerà per intero la nuova legislatura regionale. Tra ammende, ritorsioni ed equilibri da ristabilire, il governo rinvierà ogni volta le risposte alle priorità della Calabria".

    "La protesta dei 380 dipendenti della provincia di Vibo Valentia che da cinque mesi non percepiscono lo stipendio, è una rivedicazione giusta, sacrosanta e legittima. Perciò mi interesserò del caso Vibo, unica provincia assieme a quella di Biella, in stato di dissesto finanziario". Ad affermarlo è la deputata calabrese di Ncd Dorina Bianchi. "E' un fatto grave - prosegue - di cui la Regione Calabria deve sentire tutto il peso e la responsabilità e attivarsi immediatamente per predisporre tutte le azioni previste dalla legge di stabilità, ridisegnando la geografia delle funzioni sul proprio territorio. Entro il 31 Marzo, infatti, le province, proprio sulla base delle competenze che perdono, dovrebbero scrivere l'elenco delle 'eccedenze', cioè del personale che dovrà essere ricollocato perché impegnato in attività non più svolte dall'ente di appartenenza. La nostra Regione è l'unica, assieme all'Emilia, in cui manca del tutto la legge attuativa della riforma. La Regione Calabria, ha l'obbligo di identificare e decidere quali competenze suddividere tra Province e Comuni così da stabilire, eventualmente, gli esuberi di personale e ricollocarlo presso altri enti". "Una mobilità prevista dal piano di riforma degli enti provinciali - conclude Dorina Bianchi - ma che garantirà continuità lavorativa e uno stipendio certo e puntuale a fine mese".

    "A chi ha perso la capacità di ascolto e in maniera ostinata continua a mostrare indifferenza istituzionale, questa piazza dimostra che non ci sarà la resa. La smettano di considerare Vibo solo un bacino elettorale. Non si può assistere in silenzio di fronte a deputati calabresi che promettevano di presentare un emendamento sulla Provincia di Vibo e cosi non è stato". Lo ha detto il segretario generale Funzione pubblica-Cgil della Calabria Alfredo Iorno in occasione dello sciopero generale di stamane a Vibo Valentia al quale hanno preso parte, oltre ai 380 lavoratori della Provincia, quelli interessati alle numerose altre vertenze in atto nel territorio. In tutto un migliaio di persone. Iorno ha riferito che "Province come Vibo e Biella, che sono in dissesto finanziario, non possono partire indietro nel processo riformatore. E le scadenze della riforma Delrio vanno rispettate in Emilia Romagna come in Calabria. Occorre ridisegnare i Comuni, ce ne sono 180 in Calabria in dissesto, tra le altre cose serve andare subito verso la fusione dei Comuni. La politica ora dia risposte, e la risposta è un intervento straordinario che non faccia restare Vibo indietro nel processo della riforma istituzionale nazionale delle Province. Siamo uniti come sindacati grazie anche alla Chiesa che è presente su questa vicenda e vicino ai lavoratori, grazie alle forze dell'ordine che hanno sedato i momenti di tensione, chiederemo già da domani all'incontro con la Regione risposte concrete e precise"

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