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    La Sgrena e Minniti ricordano Calipari

     

     

    La Sgrena e Minniti ricordano Calipari

    04 mar 15 "'Giuliana, Giuliana, sono Nicola amico di Pier e di Gabriele'. 'Gabriele chi?'. 'Il direttore del tuo giornale' mi risponde Calipari, sorpreso, lo intuisco dalla voce perché non lo vedo": è un passo del ricordo di Giuliana Sgrena, scritto per globalist.it a 10 anni dalla morte di Nicola Calipari, il dirigente della polizia di Stato ucciso nel 2005 in Iraq proprio mentre riportava a casa la giornalista, liberata dopo il suo rapimento. "Già, per tutto il mese del mio rapimento - ricorda Sgrena - avevo rimosso il Manifesto dai miei pensieri. Unica eccezione per Valentino (Parlato). Mi concentravo sulle persone che mi volevano bene e che immaginavo stessero soffrendo molto: i miei genitori, Pier, Sofia, la mia nipotina. Con grandi sensi di colpa". "Avevo invece preferito dimenticare il giornale, perché negli ultimi giorni, prima del mio rapimento, i rapporti, per usare un eufemismo, non erano stati idilliaci. Ero riuscita a tornare in Iraq solo per la mia testardaggine: avevo vissuto a Baghdad la guerra, nel 2003, ero ritornata altre volte e volevo vedere cosa succedeva con le prime elezioni". "Per tutto il viaggio, fino alla sparatoria - e' il ricordo della giornalista del Manifesto - Calipari non mi ha più parlato del giornale ma di altri amici comuni, questi rapporti e il modo in cui me ne parlava mi avevano fatto capire perché mi aveva subito ispirato fiducia. Era uno come noi, che ora potevo anche vedere dopo essermi liberata del cotone sugli occhi. Poi la tragedia. Arrivata a Roma molte altre sorprese: non avrei mai potuto immaginare quello che era stato fatto per me dai compagni del giornale, da Gabriele ma anche da tutti gli altri della redazione, da amici e conoscenti e tanta gente comune. Per mesi avrei incontrato persone che mi dicevano semplicemente 'io c'ero'. Il riferimento era alla manifestazione del 19 febbraio del 2005, con centinaia di migliaia di persone".

    "Un eroe gentile", "un uomo del Sud", "un esempio che ha contribuito a trasformare il modello dell'intelligence negli anni a seguire". Con queste parole il sottosegretario con delega ai Servizi, Marco Minniti, ha ricordato il dirigente del Sismi, Nicola Calipari, in una cerimonia che si è svolta a Forte Braschi, nuova sede dell'Aise, nel decennale della morte. Presenti a Forte Braschi, tra gli altri, il presidente del Senato, Piero Grasso, i direttori di Ris, Giampiero Massolo; Aise, Alberto Manetti; Aisi, Arturo Esposito; la vedova Rosa e i due figli. Hanno partecipato molti dirigenti del comparto intelligence e diversi dei compagni di Calipari. Questo, ha detto ancora Minniti, sarà l'anno di Nicola, al quale sarà dedicata la cerimonia di apertura dell'anno accademico della scuola dell'intelligence.

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