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    Istat: In Calabria disoccupazione al 23.4%, la più alta d'Italia

     

     

    Istat: In Calabria disoccupazione al 23.4%, la più alta d'Italia

    02 mar 15 La Calabria, con il 23,4% si conferma la regione con il maggior tasso di disoccupazione d'Italia. E' quanto risulta dai dati analizzati dall'Istat relativi a tutto il 2014. In regione la disoccupazione cresce di un punto percentuale rispetto al 2013. Si tratta di 160 mila persone, 69 mila donne e 91 mila uomini. Tra questi 22 mila (17,4%) sono laureati, 71 mila sono le persone che hanno perso il lavoro, 65 mila, invece, sono prive di alcuna esperienza e il 59,7% è costituito da giovani in età compresa tra i 15 ed i 24 anni. Nel resto d'Italia il tasso di disoccupazione in media è del 12,7%. Nelle province, a parte Cosenza e Crotone che registrano, rispettivamente, il 27,8% ed il 27,2%, una percentuale maggiore rispetto al 2013, le altre province hanno evidenziato una diminuzione della disoccupazione. Catanzaro è passata dal 21,1% del 2013, al 20,4%; Reggio Calabria dal 20,5% al 19,2% e Vibo Valentia dal 22% al 19,4% del 2014. Positivo il dato sul tasso occupazionale che in Calabria con il 39,3% cresce rispetto al 2013. La Provincia con maggiore occupazione è Catanzaro con il 44,2% di occupati. Le altre, che comunque migliorano rispetto al 2013, raggiungono il 38%. Si riduce di un punto percentuale il tasso degli inattivi che, con il 48,5%, scendono a 634 mila (400 mila donne e 234 mila uomini). Di questi il 25,6% sono laureati (32,2% donne e 26% uomini).

    Calabria, Sicilia, Campania, fanalini di coda. Calabria, Sicilia e Campania nel 2013 hanno segnato il livello di occupazione più basso di tutta l'Unione europea. Lo riferisce l'ultimo rapporto di Eurostat sugli indicatori relativi agli obiettivi fissati da Bruxelles per il 2020, che includono un tasso del 75% di popolazione occupata fra i 20 e i 64 anni. Oltre che in Italia, i livelli più bassi di lavoratori attivi nel 2013 sono stati registrati nell'area del Mediterraneo, in particolare nel Sud della Spagna, ma anche in Grecia, Croazia, territori francesi d'oltremare e città autonome spagnole di Ceuta e Melilla. Altro record in negativo per l'Italia sul fronte occupazionale rispetto all'Unione europea è quello del fattore di dispersione dei livelli di impiego all'interno dello stesso Paese, che nel 2013 ha segnato quota 1,8. Questo significa che le regioni con le peggiori performance hanno registrato un'occupazione di 1,8 volte, quasi il doppio, inferiore a quella delle regioni migliori. Altri Paesi con forti differenze interne a livello regionale sono Spagna e Francia, con un fattore dell'1,4. I più omogenei risultano invece Danimarca, Irlanda, Croazia, Olanda e Svezia.(

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