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    Insediato il nuovo Vescovo di Cassano, Mons. Savino

     

    Insediato il nuovo Vescovo di Cassano, Mons. Savino

    31 mag 15 Si è insediato stasera nella cattedrale basilica minore Santa Maria Vergine di Cassano allo Jonio il nuovo Vescovo della Diocesi, mons. Francesco Savino. Alla cerimonia religiosa, oltre a tantissimi fedeli, hanno partecipato l'arcivescovo di Cosenza mons. Salvatore Nunnari, presidente della Conferenza episcopale Calabra, l'arcivescovo di Reggio Calabria mons. Giuseppe Fiorini Morosini e il Vescovo di Locri mons. Francesco Oliva. Presente una delegazione di amministratori e cittadini di Bitonto la città dalla quale il nuovo presule proviene essendo stato per 27 anni rettore del Santuario dei Santi medici Cosma e Damiano. "Sono tra voi - ha detto mons. Savino nella sua omelia - come Pastore alla sequela di Gesu, il Pastore bello, sul passo degli ultimi. Ho con me il pastorale: non sono io a portarlo, èquesto pastorale così bello che mi avete regalato a sostenermi, a guidarmi e a farmi sentire la mia intima unione con la Chiesa, con il Santo Padre Papa Francesco che chiede a noi tutti di pregare per lui". "È una coincidenza speciale - ha aggiunto il presule - che proprio nel giorno in cui celebriamo la Santa Trinità io faccia il mio ingresso in diocesi. E dunque fissiamo lo sguardo sulla Trinita, e proveremo una spinta incontenibile ad uscire da noi stessi, a sentirci in relazione con il creato, con la storia passata e presente, con i nostri simili. Quando in me riconosco l'immagine di Dio Padre Creatore, sono in relazione con l'altro, immagine anche lui di Dio. La Trinitàèdunque il mio progetto di vita condivisa con i fratelli. L'identitàdi ciascuno di noi è nell'incontro con l'altro che èsempre diverso da me. La Trinitàci provoca ad una revisione dei nostri rapporti interpersonali e a farci superare l'individualismo e il narcisismo che producono l'indifferenza. Abbiamo bisogno di ritornare alla realtà dei volti. Il volto dell'altro è epifania del mio volto". "La Chiesa esiste - ha detto ancora il presule - per evangelizzare. Bello il percorso che ho seguito nel mio ingresso qui a Cassano all'Jonio. Sono stato all'Hospice, centro di cure palliative, a visitare il santuario di Dio che èl'uomo che soffre di un male inguaribile. Gli ammalati sono tra i preferiti di Gesu. E poi ho incontrato i sacerdoti, i religiosi, le religiose e i fedeli presso il monumento dell'Immacolata. Un saluto tutto speciale a don Nunzio, cui siete, siamo legati e riconoscenti". "Questo nostro tempo - detto ancora mons. Savino - ha bisogno di profezia; di testimonianza e di amore; di presenza e di servizio generoso. C'è bisogno urgente di cittadini e di cittadini cristiani che servano la comunitànella piena responsabilitàdi una cittadinanza attiva. Cerchiamo di essere Chiesa aperta e in uscita, 'ospedale da campo' per tutti i feriti. Viviamo da cristiani appassionati di Gesu. È su Gesù, il Cristo, che vogliamo giocarci tutta la vita. L'Immacolata, i Santi Medici, San Biagio, San Nicola, San Francesco di Paola accompagnino il cammino che stasera iniziamo insieme nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo".

    Continuerò opera mons. Galantino. "Se il Signore mi ha chiamato vuol dire che mi darà anche quella sua grazia di cui ho sempre avuto bisogno e grazie alla quale continuerò l'opera già iniziata dai miei predecessori, in modo particolare quella di mons. Nunzio Galantino. Il verbo pesare non mi piace". Lo ha detto il nuovo Vescovo di Cassano allo Jonio, mons. Francesco Savino, incontrando gli operatori dell'informazione prima di insediarsi nella Diocesi guidata fino a pochi mesi addietro dal segretario generale della Conferenza episcopale italiana, mons. Galantino. Mons. Savino, 60 anni, di Bitonto, è prete dal 1978 ed è stato prima, della nomina episcopale da parte del Pontefice, parroco e rettore del santuario dei Santi medici Cosma e Damiano di Bari. E' stato ordinato Vescovo lo scorso 2 maggio nella Cattedrale della sua città. "A monsignor Galantino sono molto grato - ha aggiunto il presule - e insieme al popolo cassanese pregheremo per lui. Io sono profondamente convinto che quando nella vita c'è una chiamata e la chiamata da parte dello Spirito che ha suggerito a chi ha segnalato il mio nome, sono convinto che attraverso di me il Signore, con tutto il Popolo cassanese, farà grandi cose e con Maria voglio cantare con il mio popolo il Magnificat". "Voglio essere - ha aggiunto mons. Savino - un vescovo del popolo. Vorrò camminare e rapportarmi con il popolo. Starò in mezzo al popolo. Sono onorato di essere uno di voi. Sarò sempre accanto a quelle persone che vivono ai margini e che purtroppo aumentano sempre di più. Sono loro, i rifiuti, gli avanzi della società, che devono diventare le pietre angolari per la costruzione della Chiesa di Dio". "La mia sarà una Chiesa inclusiva - ha inteso aggiunto mons. Savino - nel senso che nel cuore della mia Chiesa, nel cuore di me vescovo, tutte le persone fragili, tutte le persone troveranno sempre ascolto accoglienza, vicinanza, prossimità, accompagnamento. La chiesa che proporrò, ma che sono convinto che è già iniziata con i vescovi miei predecessori, sarà una chiesa in uscita, del dialogo, del confronto una chiesa che metterà insieme l'aula liturgica, vangelo, strada, piazza. Sarà una Pastorale, la mia, che metterà insieme Cielo e Terra, giornale e storia. Non sarò un funzionario, né un burocrate. Vorrò essere un vescovo credibile che dirà solo quelle cose che poi farà. Cercherò di mettere insieme le ragioni della regione e le ragioni del cuore". "Ho voluto incontrare la stampa, prima di entrare e di prendere possesso della diocesi - ha sottolineato il neo Pastore della Chiesa cassanese - perché è giusto comunicare e noi dobbiamo saper comunicare la verità, il Vangelo, ma soprattutto la bellezza che c'è nella vita. Fa più rumore un albero che cade che una foresta che cresce. Ebbene i giornalisti, a mio parere, dovrebbero comunicate la foresta che cresce. Ai giornalisti è demandato un grosso compito, comunicare la verità. Dovrebbero comunicare il bene che si fa in questa terra straordinaria dei cuori generosi dei calabresi. Partiamo dal positivo. Io vorrei invitare tutta la mia Diocesi a scoprire il bello e il buono che il popolo cassanese è e gli appartiene". Parlando dei giovani monsignor Savino ha sostenuto che "noi adulti dobbiamo chiedere perdono ai giovani perché gli abbiamo tolto il futuro e non possiamo continuarlo a fare. Bisogna convertire le nostre esistenze e le politiche di ogni tipo perché i giovani abbiano un futuro. I giovani saranno il tema dei temi della mia pastorale. Mettiamo al centro il lavoro. Diciamo basta a una economia del selvaggio liberismo che non ha al centro la persona ma solo interesse. Io sono per una economia reale. La mia Chiesa sarà disponibile a collaborare con tutti - ha concluso - per creare lavoro pulito".

    Collaborazione con istituzioni. "Sono onorato di essere stato mandato in Calabria da Papa Francesco a essere Vescovo di una Diocesi bella e storica. La terra calabra è generosa e accogliente, bella e di profonda cultura". Lo ha detto il nuovo Vescovo di Cassano allo Jonio, mons. Francesco Savino dopo il saluto delle autorità al suo ingresso in Diocesi. All'incontro erano presenti, oltre al sindaco di Cassano, Gianni Papasso, il prefetto di Cosenza Gianfranco Tomao, il consigliere regionale Mario D'Acri in rappresentanza della Regione, e tutti i sindaci dei comuni della Diocesi. "In lei, signor sindaco - ha aggiunto il presule rivolgendosi al primo cittadino cassanese - saluto la sua giunta, il consiglio comunale e abbraccio tutta Cassano e i sindaci dei Comuni che compongono la Diocesi. Le chiavi della cittàche lei simbolicamente mi ha consegnato, sono soltanto una testimonianza ulteriore di ciòche io vivo dentro di me dal giorno in cui Papa Francesco mi ha nominato vostro Pastore. Io giàvi custodisco nel mio cuore, già voglio bene a tutto il Popolo che mi viene affidato, come ho voluto bene a mia madre e mio padre. Alla mia famiglia. Alla mia citta. Alle comunitàche ho guidato a Bitonto in modo particolare la Comunitàdel Santuario del Santi Medici che ho servito per circa 26 anni". "Da tempo - ha aggiunto mons. Savino - mi abita una convinzione profonda: ètempo di 'osare l'aurora, nonostante la notte' ciascuno nel suo ruolo. C'èun valore che èil metodo del rapporto tra Chiesa e Istituzioni: la sussidiarietàverticale che deve integrarsi con quella circolare. La sussidiarietàverticale dice la mia disponibilitàa collaborare con ciascuno di voi, uomini di istituzione, anteponendo sempre il bene comune, il bene di tutti, nel rispetto dell'autonomia della politica che èlaica, nella consapevolezza che la laicitàdeve essere positiva valorizzando competenze e risorse che il territorio, nella sua dimensione antropologica, mette a disposizione. Il tempo ormai si èfatto breve perchéla politica recuperi credibilitàe autorevolezza inseguendo quei principi della legalitàe della giustizia. Con le parole di Papa Francesco dico che non si puòessere nétimidi néirrilevanti nei confronti della corruzione. Dinanzi a noi si apre una grande sfida: passare dalla cultura dello scarto, degli avanzi, della globalizzazione dell'indifferenza, alla cultura dell'incontro, del dialogo, della convivialitàdelle differenze, dove la differenza o ogni forma di diversitàsono una risorsa e non un problema. La cultura dello scarto ègenerata ancor di piùdalla disoccupazione. Il lavoro diventa quindi la prioritàdelle prioritàe, come Chiesa, dichiaro subito la disponibilitàa collaborare per intraprendere ogni strada possibile, per creare lavoro pulito che dia dignità alle persone".

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