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    Sbarcati a Reggio 779 migranti

     

    Sbarcati a Reggio 779 migranti

    04 mag 15 Nel porto di Reggio Calabria è giunta la nave militare 'Bersagliere' con a bordo 779 migranti di varie nazionalità. Ci sono 633 uomini, 114 donne ed una trentina di minori. Sono iniziate le operazioni di assistenza e accoglienza, coordinate dalla Prefettura di Reggio Calabria. Dai primi accertamenti è emerso che le condizioni dei migranti sono buone tranne qualche caso di scabbia. Una parte dei migranti resterà in Calabria mentre gli altri saranno trasferiti in altre regioni. Alle operazioni di accoglienza e assistenza per i migranti giunti a bordo della nave Bersagliere stanno partecipando i rappresentanti del Comune e della Provincia di Reggio Calabria, le forze dell'ordine, i vigili del fuoco, della direzione Marittima della Calabria, personale dell'azienda sanitaria provinciale e medici dell'ospedale. I migranti sono assistiti anche dai volontari di numerose associazioni di Reggio. Sono in corso le prime operazioni di identificazione e successivamente si procederà a quelle assistenza sanitaria. I migranti che non saranno ospitati in Calabria raggiungeranno le strutture previste dal piano di riparto predisposto dal Ministero dell'Interno.

    Caritas: Italia venga aiutata. "Dobbiamo renderci conto che quello dell'emigrazione è un fenomeno che l'Italia non può affrontare da sola". Lo ha detto il direttore della Caritas diocesana di Reggio Calabria, don Antonio Pangallo, dopo l'arrivo di 779 migranti con la nave militare Bersagliere. "Il mio augurio - ha aggiunto - è che non ci si interessi al problema soltanto quando assisteremo nuovamente, mi auguro di no, ad un nuovo genocidio nelle acque del Mediterraneo. L'Italia ha bisogno di aiuto. Ci sono altre alte responsabilità; l'Onu e l'Unione Europea hanno il dovere di intervenire. Un realtà fragile e debole come la nostra non può andare oltre il possibile. C'è una grande sensibilità da parte degli organi della Prefettura, di tutte le istituzioni civili, del volontariato che stiamo cercando di mettere in rete. Non siamo nelle condizioni di accogliere migliaia di persone. Però abbiamo dimostrato che si può fare. Il fatto stesso che il Porto di Reggio sia stato individuato come porto di attracco e che qui si possa offrire un servizio immediato di prima accoglienza a chi a rischiato la vita per cercare condizioni di vita migliori, è già tanto". "Davanti a numeri come quelli di oggi - ha proseguito Pangallo - c'è da avere attenzione soprattutto per le categorie più deboli: neonati, solo questi sono 14, 100 donne, minori non accompagnati, ma contemporaneamente bisogna attrezzarci per organizzare la prima e la seconda accoglienza. Teniamo conto che il sistema dell'accoglienza è già in grosse difficoltà. Ci troviamo di fronte ad un fenomeno epocale davanti al quale non possiamo chiudere gli occhi. Davanti a questo mondo che cambia dobbiamo tutti insieme sentirci coinvolti. Come Caritas diocesana siamo di supporto e di sostegno alla rete istituzionale, al quale offriamo la collaborazione del coordinamento delle Associazioni cattoliche: una dozzina di realtà di volontariato impegnate ad offrire prima accoglienza, soprattutto ai più deboli".

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