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    Padre Fedele assolto: "Se non torno a dire messa sono sconfitto"

    Padre Fedele tra i poveri

     

    Padre Fedele assolto: "Se non torno a dire messa sono sconfitto"

    22 giu 15 "Adesso spero di poter tornare a dire messa, altrimenti non ha valore. Se non tornassi a dirla sarei uno sconfitto". E' il primo commento di padre Fedele, l'ex frate accusato di violenza sessuale ai danni di una suora, assolto per non aver commesso il fatto nel secondo processo d'appello dopo che la Cassazione aveva annullato la precedente condanna. Dopo avere saputo la notizia, l'ex minore conventuale - sospeso a divinis ed allontanato dall'ordine dei cappuccini dopo la precedente condanna - si è recato in chiesa. "Ringrazio Gesù e la Madonna della Catena. Ho sempre creduto nell'assoluzione perché una cosa del genere neanche l'ho pensata. Perdono e prego per la suora perché si ravveda". Non appena appresa la notizia dell'assoluzione da uno dei suoi avvocati, Eugenio Bisceglia, padre Fedele è andato a Laurignano, frazione di Dipignano, piccolo comune alle porte di Cosenza, nel Santuario della Madonna della catena di cui è devoto. "Ringrazio i miei avvocati per il lavoro che hanno fatto - dice - e continuo a pregare affinché si ravveda la suora e chi l'ha aiutata. Io li perdono". "Ho scritto al vescovo di Cosenza - racconta poi padre Fedele con un tono di voce molto pacato rispetto a quello usato quando fu condannato - chiedendogli di poter concelebrare messa il 4 luglio, una data per me molto importante. Il 4 luglio del '44, quando avevo cinque anni, mia madre è morta per una polmonite. Di lei ricordo il bacio che le ho dato prima che se ne andasse, ma da quello che mi hanno detto tutti, di lei conservo l'amore per i poveri. Lei i poveri li faceva mangiare a casa e non fuori. E questo amore lo ha inculcato anche a me, evidentemente". "Nella sentenza - prosegue - ci ho sempre creduto. Quelle cose non l'ho mai neanche pensate. Appartengo a Gesù e lui disse 'mentendo diranno ogni sorta di male contro di me'. E contro di me ne hanno dette di cose ...". Padre Fedele rivolge quindi un pensiero al suo segretario, Antonio Gaudio, assolto dall'accusa di avere violentato la suora ma condannato per abusi su un'ospite dell'Oasi Francescana di Cosenza: "Mi spiace e prego per lui, ha due figli piccoli. Mi è sempre stato vicino".

    Le decisioni: Padre Fedele è stato assolto per non aver commesso il fatto.Pena ridotta per il segretario dell'ex frate, Antonio Gaudio, condannato per un caso di violenza. Gaudio, in particolare, è stato assolto, perchè il fatto non sussiste (e non per non avere commesso il fatto) dall'accusa di avere violentato in due occasioni la religiosa ma è stato condannato per la violenza su una ospite dell'Oasi Francescana di Cosenza ed ha avuto inflitta una condanna a 3 anni e 4 mesi di reclusione (in primo grado gli erano stati comminati 6 anni e 3 mesi). Padre Fedele oggi non era presente in aula.

    Il fatto non sussiste. Assolto perché il fatto non sussiste: è questa la formula usata dai giudici della Corte d'appello di Catanzaro (e non per non avere commesso il fatto) per assolvere padre Fedele Bisceglia dall'accusa di avere violentato una suora all'interno dell'Oasi Francescana di Cosenza, la struttura creata dall'ex frate che ospita persone in difficoltà. I giudici si sono ritirati in camera di consiglio verso le 13, per uscirne dopo poco più di un'ora. Nella sua requisitoria, nell'udienza del 9 giugno scorso, il sostituto procuratore generale aveva chiesto la condanna dell'ex frate a 9 anni e due mesi di reclusione. Nella prima sentenza d'appello, poi annullata dalla Cassazione, padre Fedele era stato condannato a nove anni e tre mesi. Gaudio, invece, era stato condannato nel primo processo d'appello a 6 anni e tre mesi e la sentenza era stata solo parzialmente annullata dalla Cassazione. Adesso è stato condannato a 3 anni e quattro mesi per violenza su un'ospite dell'Oasi ma assolto anche lui dall'accusa di avere abusato della suora.

    La difesa:ripagati da un lavoro di 10 anni. "E' una grande soddisfazione che ci ripaga di un duro lavoro durato dieci anni". Così i difensori di padre Fedele, gli avvocati Eugenio Bisceglia e Franz Caruso, hanno commentato l'assoluzione del loro assistito. "Voglio ringraziare - ha aggiunto Bisceglia - tutto lo studio che ha coordinato l'attività difensiva e Andrea Felci, titolare dell'agenzia investigativa Lormar, che ha collaborato con noi nelle indagini difensive".

    Sindaco Occhiuto "contento che ha dimostrato innocenza". “Sono sinceramente contento di apprendere che padre Fedele Bisceglia sia stato assolto nel processo di appello di secondo grado che lo vedeva imputato, dopo che la Cassazione aveva già annullato la precedente condanna”. Lo afferma Mario Occhiuto, sindaco della città dove subito la notizia di assoluzione “perché il fatto non sussiste” ha scatenato nell’opinione pubblica un’ondata di soddisfazione a cominciare dalla rete. “Non abbiamo mai dimenticato le t*ante buone opere che Fedele ha prodotto a Cosenza – afferma Occhiuto – dedicandosi ai poveri, agli emarginati, agli ultimi. Di tutte queste opere rimangono segni tangibili e siamo pertanto felici che oggi, dopo una lunga e dura battaglia legale, il frate abbia potuto dimostrare la propria innocenza”.

    Corbelli,gli si consenta di dire di nuovo Messa: Franco Corbelli, leader del Movimento Diritti Civili, dopo la sentenza della Corte di Appello di Catanzaro, che ha assolto Padre Fedele Bisceglia, ringrazia "i giudici che hanno scritto - sostiene in una nota - una pagina di Giustizia esemplare che fa onore alla magistratura del nostro Paese". Corbelli esprime tutta la sua gioia, ricorda "di aver sempre ininterrottamente, dal momento del suo arresto, difeso il frate missionario in questi nove anni e mezzo" e chiede adesso che "a Padre Fedele venga immediatamente di nuovo consentito da Papa Francesco l'esercizio del ministero sacerdotale (che gli era stato tolto) e gli venga permesso di celebrare messa come è suo grande desiderio". "Esprimo tutta la mia gioia - dice Corbelli per l'assoluzione di Padre Fedele e ringrazio i giudici della Corte di Appello di Catanzaro che con la sentenza esemplare di oggi hanno, come al solito, scritto una importante pagina di Giustizia e hanno onorato la Magistratura del nostro Paese. Oggi finalmente è stata resa giustizia a Padre Fedele. Lo dico con grande rispetto della suora, che lo accusava, e dei magistrati e giudici che avevano sino ad oggi giudicato (e condannato) Padre Fedele. Sono stato tra i pochissimi ad avere sempre e ininterrottamente difeso Padre Fedele in questi 9 anni e mezzo, dal momento del suo arresto, il 23 gennaio 2006. Sono andato a manifestare davanti al convento di Belvedere dov'era agli arresti domiciliari. Lo sentivo e volevo andare a trovarlo quand'era confinato in Corsica. Per toglierlo dal carcere ero pronto a candidarlo, nel 2006, al Senato, a Cosenza, con la lista Diritti Civili! E' stata questa per Padre Fedele la battaglia più lunga delle mille da me condotte in oltre 30 anni. L'ho difeso, gli sono stato sempre vicino e l'ho aiutato per la sua opera umanitaria: negli ultimi 4 mesi dello scorso anno in tre diverse occasioni ho acquistato e regalato a Padre Fedele per la sua struttura, che ha creato insieme a Giovanni Valentino, Il Paradiso dei poveri, quintali di prodotti alimentari e un carico di vestiti. Sono molto legato a Padre Fedele, con il quale 30 anni fa, nel lontano 1985, ho iniziato il mio impegno umanitario, promuovendo insieme a lui le prime campagne umanitarie e raccolta di aiuti per l'Africa. Non ho mai avuto il minimo dubbio sull'innocenza assoluta di Padre Fedele. Oggi i bravissimi, coraggiosi ed esemplari giudici della Corte di Appello di Catanzaro hanno confermato quella mia granitica certezza. Un ringraziamento va ai bravi avvocati di Padre Fedele. Pochi minuti dopo l'assoluzione sono stato informato da Giovanni Valentino dell'assoluzione di Padre Fedele. Commosso, l'ho subito telefonato. Andrò adesso ad abbracciarlo. E a continuare con lui il nostro impegno umanitario".

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