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    Traffico di coca smantellato a Torino gestito dai clan: 8 arresti, sequestro beni

     

    Traffico di coca gestito dai clan di ndrangheta smantellato a Torino: 8 arresti, sequestro beni

    18 giu 15 Oltre 400 chili di cocaina purissima, per un valore di circa 35 milioni di euro, sono stati sequestrati dalla guardia di finanza nel porto di Valencia. L'operazione ha consentito alle fiamme gialle di smantellare un ingente traffico internazionale di droga che dal Sudamerica riforniva le cosche della 'ndrangheta di Piemonte, Lombardia e Calabria. Quindici le misure di custodia cautelare emesse dal gip di Torino, otto delle quali eseguite. Sequestrati beni per 8 milioni di euro. L'operazione, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Torino, ha impegnato 150 militari della guardia di finanza di Torino. Sette arresti sono stati effettuati in Italia, uno in Portogallo. Sono tuttora in corso le ricerche di altri sette indagati, tra i quali tre brasiliani. Le fiamme gialle hanno ricostruito, attraverso intercettazioni telefoniche e ambientali, appostamenti e accertamenti bancari e patrimoniali, le rotte delle ingenti partite di droga destinate all'Italia, che hanno interessato Brasile, Perù, Spagna e Portogallo. In soli cinque mesi, la gang è riuscita a importare dall'America Latina una tonnellata di cocaina purissima, di cui 415 chili sottoposti a sequestro. L’operazione, iniziata alle prime luci dell’alba di ieri ed ancora in corso di esecuzione, anche con l’ausilio di unità cinofile antivaluta (cash dog), ha portato all’esecuzione, da parte dei Finanzieri del Nucleo Polizia Tributaria Torino – Gruppo Investigativo Criminalità Organizzata, di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari presso il locale Tribunale nei confronti di 15 esponenti del sodalizio criminale. Otto persone sono state tratte in arresto, di cui sette in Italia, segnatamente tra le province di Torino, Milano e Reggio Calabria, ed una in Portogallo, con la collaborazione della polizia giudiziaria lusitana, mentre per 7 indagati, di cui tre di nazionalità brasiliana, sono tuttora in corso le ricerche volte al loro rintraccio anche all’estero, ove, nel frattempo, taluni si sono rifugiati.

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    Sequestrati beni per 8 mln. Quattro milioni di euro in contanti, sotterrati nel giardino della lussuosa villa del capo della banda, in provincia di Torino. E' il tesoro dell'organizzazione criminale dedita al traffico internazionale di cocaina dal Sudamerica sequestrato dalla guardia di finanza di Torino. Il denaro è stato sequestrato a San Giusto Canavese insieme a 26 orologi Rolex, gioielli e preziosi. Nell'ambito della stessa operazione delle fiamme gialle, sono stati posti i sigilli a 11 immobili, 33 conti correnti bancari, 15 autovetture, le quote di tre società e di quattro complessi aziendali, in alcuni casi intestati a parenti e/o a prestanome. Il valore complessivo del patrimonio sequestrato ammonta a circa 8 milioni di euro.

    Capo clan latitante. C'era un 57enne di origine calabrese, A.N., ma residente a San Giusto Canavese (Torino) al vertice dell'associazione a delinquere dedita al traffico internazionale di droga che la guardia di finanza ha smantellato. L'uomo, tuttora latitante, organizzava con la moglie, i due figli e alcuni uomini di fiducia le importazioni di cocaina utilizzando container stivati a bordo di navi mercantili di solito in partenza o in transito dal Brasile. Arrestato a Lisbona, è stato rimesso in libertà in attesa della definizione delle procedure per la consegna dal Portogallo all'Italia ed è fuggito. Era già ricercato per una precedente condanna a 13 anni di reclusione per traffico internazionale di droga. Secondo la guardia di finanza le imbarcazioni con la cocaina, dopo aver toccato i porti dell'Africa e della Spagna, giungevano nel porto di Gioia Tauro (RC), dove alcuni membri dell'organizzazione, contigui alla famiglia 'ndranghetista dei Pesce di Rosarno (RC), si occupavano del recupero del carico e del successivo frazionamento di ciascuna partita di droga (in genere, da 100 o 200 chili) tra le 'ndrine operanti in Piemonte (locale di Volpiano), Lombardia (locale di Trezzano Sul Naviglio - Buccinasco) e Calabria (le famiglie di Platì e Rosarno). Anche dopo il citato arresto di A.N., l’organizzazione ha continuato ad operare sotto la guida del primogenito di quest’ultimo, A.P., il quale ha proseguito l’illecita attività quale esponente apicale della stessa, prendendo, di fatto, il posto del padre. È stata tratta in arresto anche F.R., cinquantenne moglie di A.N., incaricata di tenere la contabilità dei profitti derivanti dal traffico di droga e di procedere alla loro ripartizione tra i membri del gruppo criminale, custodendo materialmente le ingenti somme di denaro contante spettanti alla famiglia.

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