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    Bruciata l'auto del Sindaco di Stefanaconi, si era costituito parte civile contro la ndrangheta

     

    Bruciata l'auto del Sindaco di Stefanaconi, si era costituito parte civile contro la ndrangheta

    27 feb 15 Persone non identificate hanno incendiato a Stefanaconi l'auto, una Seat Ibiza, del sindaco Salvatore Di Sì, del Pd. La vettura era parcheggiata nei pressi dell'abitazione di Di Sì. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco e i carabinieri. Il Comune di Stefanaconi, nei giorni scorsi, si è costituito parte civile nel processo contro il clan di 'ndrangheta dei Patania alcuni membri del quale oggi compariranno davanti al gup di Catanzaro per l'udienza preliminare. Le accuse vanno da associazione mafiosa, usura ed estorsioni aggravate dalle modalità mafiose. Tra gli indagati, per concorso esterno in associazione mafiosa, figurano anche un ex maresciallo dell'Arma dei Carabinieri ed un parroco.

    "A nome di tutto il Pd calabrese esprimo solidarietà al sindaco di Stefanaconi, Salvatore Di Sì, oggetto, la scorsa notte, di un gravissimo atto intimidatorio". Lo afferma il segretario del Pd calabrese Ernesto Magorno. "Nel manifestare la mia vicinanza ad un sindaco del Pd che ha scelto di testimoniare la voglia di riscatto della sua gente costituendosi parte civile in un processo contro i clan del territori - prosegue - non posso però non rimarcare ancora una volta il fatto che troppe sono le minacce nei confronti degli amministratori locali che si oppongono alle logiche perverse e soffocanti della criminalità. E' arrivato il momento di alzare la soglia dell'attenzione e della tutela nei confronti di chi rappresenta le istituzioni nei territori, per non ritrovarsi ogni volta ad esprimere i giusti sentimenti di ripulsione e condanna contro atti gravi ma che si ripetono con frequenza che non è più tollerabile e che richiama l'attenzione delle istituzioni nazionali così come una forte presa di coscienza degli stessi calabresi, seguendo le parole, nette ed inappellabili, che Papa Francesco ha pronunciato contro la 'ndrangheta. Salvatore Di Sì rappresenta chi opera nella nostra terra assicurando, quotidianamente e con coraggio, il suo impegno civile, ed è assieme a sindaci come lui che dobbiamo costruire una Calabria nuova e libera da ogni condizionamento mafioso e criminale".

    "Siamo stanchi di esprimere vicinanza e solidarietà. Quello che, oramai, si alza da questo territorio è un vero e proprio grido di dolore. Lo Stato deve prendere provvedimenti forti e immediati a tutela del territorio Vibonese". Lo afferma il presidente della Provincia di Vibo Valentia, Andrea Niglia. "La Provincia di Vibo - prosegue - non può essere abbandonata a se stessa. Il tessuto sociale ed economico si sta completamente disgregando. Per tali motivi invito il ministro dell'Interno Angelino Alfano a recarsi immediatamente a Vibo Valentia ed a prendere, quindi, provvedimenti forti e incisivi a tutela del territorio. Come mi è capitato più volte di dichiarare in passato, l'escalation delinquenziale degli ultimi anni, spiega quanto diventi inderogabile ed urgente l'opportunità di meglio garantire la sicurezza di amministratori, cittadini, imprenditori e di quanti, per la loro peculiare attività, sono esposti al rischio attentato. In virtù di queste considerazioni il territorio Vibonese avverte forte l'utilità di stimolare ulteriormente l'attenzione del governo per la tutela della sicurezza in questo territorio. Le solidarietà nelle più diverse e significative espressioni, le fiaccolate ed i gesti di vicinanza ai malcapitati cittadini non bastano più. Occorre andare oltre, e lo ribadisco, lo Stato, stavolta, deve agire immediatamente facendo sentire in maniera forte e concreta la propria presenza in Provincia di Vibo Valentia".

    "Esprimo sincera solidarietà e vicinanza personale al sindaco di Stefanaconi, Salvatore Di Sì, per il grave gesto intimidatorio perpetrato nei suoi confronti". Lo afferma il consigliere regionale Vincenzo Pasqua (Oliverio Presidente) che sottolinea "la recrudescenza della criminalità ogni qual volta si sente minacciata o ostacolata dalla fermezza e dalla tenacia delle Istituzioni nel perseguire percorsi di legalità. Quando l'intolleranza ed i tentativi di condizionare l'operato delle Istituzioni raggiungono livelli così alti di odio - prosegue - non basta più lo sdegno della comunità civile e politica. S'impone una azione corale da parte di quanti hanno veramente a cuore il destino della Calabria ed in silenzio ogni giorno fanno della legalità e della trasparenza i principi irrinunciabili del proprio agire. Auspico che Magistratura e Forze dell'ordine, strenuamente impegnate nella difesa della comunità e della sicurezza, possano al più presto individuare ed assicurare alla giustizia gli autori di questi vili atti criminali".

    "Quanto successo la scorsa notte ai danni del sindaco di Stefanaconi Salvatore Di sì è un fatto di una gravità inaudita, l'ennesimo atto intimidatorio che colpisce sindaci della nostra Regione e che fa riflettere su come le nostre amministrazioni locali si trovano a dover governare, i loro paesi, in un clima di perenne tensione e paura". Lo afferma Michele Mirabello, segretario provinciale del Pd di Vibo e consigliere regionale. "I sindaci - prosegue - sono i soggetti istituzionali che rappresentano in prima persona le problematiche di un territorio e, molto spesso, si ritrovano soli. Adesso più che mai bisogna essere compatti e stare vicini a Di Sì, il quale coraggiosamente ha scelto di testimoniare, costituendosi parte civile in un processo contro i clan del territorio e, proprio oggi, alcuni membri compariranno davanti al gup di Catanzaro per l'udienza preliminare. Non basta di certo la solidarietà e la vicinanza, serve più tutela nei confronti di chi rappresenta le istituzioni nei territori, ancor di più in una provincia difficile come la nostra, dove la criminalità si alimenta del malessere sociale ed economico".

    "Anche a nome della comunità napitina, esprimo al sindaco di Stefanaconi la massima solidarietà per la vile intimidazione subita". Lo afferma il sindaco di Pizzo, Gianluca Callipo. "L'ennesimo atto intimidatorio ai danni di un amministratore pubblico conferma che l'allarme criminalità nel Vibonese resta altissimo. Ormai, purtroppo, siamo abituati a notizie di questo tipo, ma non dobbiamo assuefarci alla violenza e alla prevaricazione, continuando a condannare con forza ogni tentativo di compromettere la convivenza civile e democratica".

    "Esprimo la mia più totale vicinanza e solidarietà al sindaco di Stefanaconi, Salvatore Di sì, per il gravissimo attimo intimidatorio subito questa notte". Lo afferma il deputato del Pd Bruno Censore. "Non si contano più - prosegue - gli amministratori che subiscono atti del genere nella nostra Regione, ogni giorno ci troviamo a dover fronteggiare situazioni di questo genere, situazioni in cui i più diretti rappresentanti istituzionali di un territorio, si trovano a dover amministrare comuni molto difficili da soli e senza tutele. Di Sì rappresenta la parte della Calabria che non si piega, quella che sa dire di no. Il comune di Stefanaconi come sappiamo si è infatti costituito parte civile in un processo contro i clan del territorio e oggi, alcuni membri compariranno per l'udienza preliminare. Proprio per questo, adesso più che mai, le istituzioni ad ogni livello, devono essere presenti nella nostra provincia. E' doveroso tenere alto l'allarme affinché la criminalità organizzata non trovi lo spazio necessario per condizionare l'operato di chi è al servizio della propria comunità. Spero si faccia presto piena luce sull'accaduto e che il sindaco di Stefanaconi continui il suo operato per il bene del territorio".

    "Gli amministratori comunali della provincia di Vibo Valentia continuano a pagare un prezzo sempre più alto nel loro quotidiano impegno atto a migliorare la condizione di vivibilità della popolazione amministrata". Lo afferma Franco Cavallaro, segretario generale della Cisal. "Per quanto è accaduto ad un sindaco di frontiera come Salvatore Di Sì, impegnato ogni giorno ad affrontare gravissimi problemi sociali e inquietanti sfide di legalità - aggiunge - la solidarietà non basta. Il Governo deve puntare verso l'applicazione di misure più dure. La Cisal con i suoi iscritti è, ancor più di prima, al fianco di Salvatore Di Sì e degli altri rappresentanti delle istituzioni che seriamente e concretamente operano per la tutela e lo sviluppo del territorio vibonese. Sindaco di grande impegno politico-amministrativo e sempre più vicino ai reali bisogni della gente per affrontare e cercare di risolvere i sempre più notevoli problemi della vita quotidiana, Salvatore Di Sì è spesso impossibilitato a dare risposte confortanti alla domanda che sale dal territorio perché costretto con la sua Amministrazione a fare i conti con i drastici tagli del Governo centrale. Siamo sicuri che il primo cittadino di Stefanaconi non si lascerà intimidire dall'efferatezza del grave gesto intimidatorio, andando avanti con maggiore vigore, nella convinzione che presto magistratura e forze dell'ordine faranno piena luce su questo avvilente episodio, accertando autori e movente£00.

    Il sindaco di Dinami, Maria Ventrice, esprime "forte condanna" per il grave attentato subito dal primo cittadino di Stefanaconi, Salvatore Di Sì, "al quale - afferma - va la solidarietà dell'Amministrazione comunale e della comunità tutta. La violenza, in qualsiasi forma di espressione - aggiunge - rappresenta un attacco alla democrazia e non può mai sostituirsi alla politica. Episodi come quello capitato al Sindaco di Stefanaconi vanno condannati da tutti con fermezza e durezza. Siamo certi che le forze dell'ordine impegnate nelle indagini riusciranno ad individuare, al più presto, i responsabili".

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