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    Arrestato per truffa il Sindaco di Nardodipace, già Gdf; con lui anche figlio del boss

     

     

    Arrestato per truffa il Sindaco di Nardodipace, già Gdf; con lui anche figlio del boss

    03 feb 15 I carabinieri hanno arrestato e posto ai domiciliari, con l'accusa di truffa aggravata, il sindaco di Nardodipace, Romano Loielo, di 43 anni, appuntato della Guardia di finanza in aspettativa da molti anni. Nardodipace, centro di 1.200 abitanti nelle Serre vibonesi, è noto per essere il "comune più povero d'Italia", i suoi abitanti cioè hanno il reddito pro capite più basso del Paese. carabinieri della Compagnia di Serra San Bruno e della Stazione di Nardodipace, con il coordinamento del Comando provinciale di Vibo Valentia, hanno eseguito, complessivamente, nell'ambito dell'indagine che ha portato all'arresto del sindaco di Nardodipace, Romano Loiero, quattro ordinanze di custodia cautelare agli arresti domiciliari e 12 obblighi di presentazione alla polizia giudiziaria. I provvedimenti sono stati emessi dal Gip del Tribunale di Vibo Valentia su richiesta della Procura della Repubblica, che ha condotto l'inchiesta sfociata negli arresti sotto le direttive del Procuratore Mario Spagnuolo. La truffa contestata alle persone coinvolte nell'inchiesta ammonta a centomila euro ed è stata commessa ai danni dell'Unione europea, dello Stato e della Regione Calabria. Secondo l'accusa, gli indagati si sarebbero appropriati di fondi pubblici finalizzati all'organizzazione di corsi di formazione per la creazione di posti di lavoro.

    Le persone coinvolte. Sono destinatari di un sequestro di 97 mila euro ciascuno le persone coinvolte nell'inchiesta di carabinieri e Guardia di finanza che ha scoperto una truffa per i fondi Por. Le persone destinatarie dell'ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari sono Romano Loielo, Bruno Rocco Tassone, Fabio Rullo e Mario Carrera, quest'ultimo attualmente all'estero. Le 12 persone sottoposte all'obbligo di firma sono Maurizio Maiolo, Graziella Tassone, Sonia Cavallaro, Immacolata Aloi, Clauia Iendo, Lucia Primerano, Marinella Iacopetta, Maurizia Maiolo, Rita Fazio, Valeria Demasi, Grazia Silipo e Sandrò Randò. Le indagini sono state dirette dal comandante della Compagnia dei carabinieri di Serra San Bruno, Stefano Vangone.

    Ai domiciliari anche il figlio del boss. Romolo Tassone, di 38 anni, figlio di un boss della 'ndrangheta, Rocco Bruno, di 69, attualmente detenuto, è stato posto agli arresti domiciliari nell'ambito dell'indagine che ha portato all'applicazione di un'analogo provvedimento restrittivo a carico del sindaco di Nardodipace, Romano Loielo. Tassone, come Loielo, è accusato di truffa aggravata.

    Sindaco dirigente Fdi/An. E' un dirigente di Fratelli d'Italia-Alleanza nazionale Romano Loielo, il sindaco di Nardodipace arrestato stamattina dai carabinieri con l'accusa di truffa aggravata. Loielo, eletto nel marzo del 2014 nell'Assemblea nazionale del partito, è stato candidato senza essere eletto alle elezioni regionali in Calabria del 23 novembre scorso con la lista di Fratelli d'Italia-Alleanza nazionale per la circoscrizione di Vibo Valentia.
    Sospeso dal partito. "Auspichiamo che Romano Loielo sappia dimostrare la sua estraneità alle accuse che gli sono state rivolte. La sua appartenenza alla Guardia di Finanza è stata per noi garanzia di rettitudine. In attesa che la magistratura faccia il suo lavoro, comunichiamo la sospensione del sindaco Loielo da ogni incarico di partito". E' quanto si afferma in una nota del settore Organizzazione di Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale. Loielo, sindaco di Nardodipace, è stato arrestato stamani dai carabinieri nell'ambito di un'indagine su una presunta truffa ai danni dell'Unione europea, dello Stato e della Regione Calabria.

    Eletto nonostante incandidabilità. Era stato candidato ed eletto dopo essere stato precedentemente dichiarato incandidabile Romano Loielo, il sindaco di Nardodipace, il comune più povero d'Italia, arrestato dai carabinieri stamattina e posto ai domiciliari con l'accusa di truffa aggravata. La dichiarazione di incandidabilità era scattata dopo che l'Amministrazione comunale presieduta da Loielo era stata sciolta nel 2012 per presunte infiltrazioni mafiose. Loielo aveva però presentato ricorso alla Corte d'appello di Catanzaro, che lo aveva accolto, consentendogli così di ricandidarsi e di essere rieletto nella tornata amministrativa del 2013.

    Obbligo di presentazione per assessore. Nell'operazione che ha portato all'arresto, con l'accusa di truffa aggravata, del sindaco di Nardodipace, Romano Loielo, condotta dai carabinieri con il concorso della Guardia di finanza, sono coinvolti anche un assessore comunale, Maurizio Maiolo, di 40 anni, e la moglie del sindaco Loielo, Claudia Ienco, di 35. Per Maiolo e la moglie del sindaco è stato disposto l'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Analoga misura cautelare è stata emessa anche per la moglie dell'assessore Maiolo, Marinella Iacopetta, di 32. I fratelli di Marinella Iacopetta, e quindi cognati dell'assessore Maiolo, Salvatore e Maurizio Iacopetta, di 40 e 37 anni, sono stati arrestati nel novembre scorso dai carabinieri del Ros di Milano con l'accusa di avere costituito in Lombardia un "locale" della 'ndrangheta. Le persone finite agli arresti domiciliari insieme al sindaco Loielo ed a Romolo Tassone, figlio del boss della 'ndrangheta Rocco Bruno, sono due imprenditori accusati di truffa aggravata per non avere utilizzato per gli scopi cui erano destinati i finanziamenti pubblici che avevano ricevuto.

    Procuratore: Comportamenti molto gravi. "È un'indagine che mette a nudo comportamenti di tipo illecito molto gravi anche perché commessi in un contesto particolare e da esponenti della politica". Lo ha detto il Procuratore della Repubblica di Vibo Valentia, Mario Spagnuolo, incontrando i giornalisti in merito all'operazione "Uniti per la truffa" condotta da carabinieri e guardia di finanza che ha portato all'arresto, tra gli altri, del sindaco di Nardodipace, Romano Loielo. Spagnuolo ha sottolineato che "l'inchiesta è partita dall'acume investigativo di un bravissimo maresciallo dell'Arma, comandante della Stazione di Nardodipace, che è riuscito a intuire i comportamenti criminosi degli indagati, capirli e sviluppare un percorso investigativo. A questo si aggiunge il lavoro di una piccolissima unità della sezione di polizia giudiziaria della Finanza in forza alla Procura, eseguito con scrupolo e intelligenza e consultando le banche dati". "Il nostro intervento ha così impedito - ha concluso il Procuratore di Vibo Valentia - che altre iniziative similari potessero essere reiterate, prevenendo danni per 600-700 mila euro e circoscrivendo la truffa a centomila euro".

    Nesci:uso deviato fondi UE. "L'arresto del sindaco di Nardodipace, Romano Loielo, conferma quanto la politica calabrese utilizzi in modo deviato e rovinoso i fondi europei". Lo dichiara la deputata M5S Dalila Nesci, vicepresidente della commissione delle Politiche Ue. "In Calabria i fondi europei - aggiunge - sono sottratti e rubati facilmente, il che mantiene il sottosviluppo e l'inquinamento mafioso. Nel caso di Nardodipace c'erano, però, delle avvisaglie, poiché il comune fu già sciolto con l'ipotesi di infiltrazioni. Allora era sindaco Loielo, dichiarato incandidabile e poi riabilitato dalla Corte d'Appello". "Ringrazio la Procura di Vibo Valentia - dice ancora Nesci - e le forze dell'ordine. Il problema, però, va risolto a monte. Serve una vigilanza serrata da parte di forze politiche e società civile, che devono allontanare subito i personaggi sospetti. Sul piano normativo, invece, bisogna migliorare i controlli di spesa dei fondi Ue, per cui auspico un imminente tavolo istituzionale presso la Regione Calabria".

    Corsi fantasma nel paese più povero della Calabria. A Nardodipace, paese della Calabria più profonda e con il reddito pro-capite più basso d'Italia, c'era un gruppo di persone tra le quali il sindaco Romano Loielo, 43 anni e appuntato della Guardia finanza in aspettativa, finito ai domiciliari per truffa aggravata, il quale si sarebbe inventato dei corsi fantasma per creare fantomatici posti di lavoro attraverso associazioni, sodalizi e società in realtà inesistenti. L'hanno chiamata "Uniti per la truffa" l'operazione condotta dai carabinieri di Vibo Valentia, che con il concorso della guardia di finanza ha portato ai domiciliari per lo stesso reato contestato al sindaco Loielo anche Romolo Tassone, 38 anni, figlio del boss della 'ndrangheta Rocco Bruno attualmente detenuto. Disposti gli arresti domiciliari anche per Fabio Rullo, di 34 anni, e Mario Carrera, di 28, intestatari di due ditte utilizzate per compiere la truffa. Il provvedimento a carico di Rullo è stato eseguito, mentre Carrera si trova attualmente in Germania. Tra le 12 persone alle quali è stato imposto l'obbligo della presentazione alla polizia giudiziaria ci sono l'assessore comunale Maurizio Maiolo, di 40 anni; la sua consorte, Marinella Iacopetta (32), e la moglie del sindaco Loielo, Claudia Ienco (35). Stesso provvedimento è stato adottato anche per Graziella Tassone, Sonia Cavallaro, Immacolata Aloi, Lucia Primerano, Maurizia Maiolo, Rita Fazio, Valeria Demasi, Grazia Silipo e Sandro Randò, anche loro compartecipi della truffa con vari ruoli e funzioni. Secondo quanto è emerso dalle indagini, per ottenere fondi dall'Ue, dallo Stato e dalla Regione Calabria le persone coinvolte nella truffa avevano costituito alcuni sodalizi come una società di calcio fantasma, l'Allarese Calcio, con sede a casa di Tassone e alle cui dipendenze fittizie risultava la moglie di Loielo, e altre associazioni e sodalizi che sulla carta avrebbero dovuto occuparsi di sostegno al reddito, di cultura o di volontariato. Invece in alcuni dei locali indicati come sedi operava un dentista o era ospitato un pub, "l'Ascot", che, nonostante non fosse mai stato avviato, risultava aperto a tutti gli effetti. La truffa, grazie all'indagine, è stata circoscritta alla somma di centomila euro, ma la reiterazione delle iniziative avrebbe potuto portare a cifre pari a sei o sette volte tale importo. Per il procuratore della Repubblica di Vibo Valentia, Mario Spagnuolo, l'indagine "mette a nudo comportamenti di tipo illecito molto gravi anche perché commessi in un contesto particolare e da esponenti della politica. L'inchiesta - ha aggiunto Spagnuolo - è partita dall'acume investigativo di un bravissimo maresciallo dell'Arma, comandante della Stazione di Nardodipace, che è riuscito a intuire i comportamenti criminosi degli indagati, capirli e sviluppare un percorso investigativo". Romano Loielo è dirigente di Fratelli d'Italia-An ed è stato candidato alle elezioni per il rinnovo del Consiglio regionale della Calabria del 23 novembre scorso senza essere eletto. Il partito di Giorgia Meloni, con una nota del settore nazionale Organizzazione, lo ha sospeso dagli incarichi "auspicando che possa dimostrare la sua estraneità alle accuse". Loielo era già a capo dell'Amministrazione comunale di Nardodipace sciolta nel 2012 per presunte infiltrazioni mafiose. Dichiarato incandidabile dal Tribunale di Vibo Valentia, aveva presentato ricorso alla Corte d'appello di Catanzaro, che lo aveva accolto. Loielo, così, aveva potuto ricandidarsi alle elezioni amministrative del 2013 riuscendo a farsi rieleggere sindaco.

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