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    Busta con proiettili e minacce a giornalisti e legale di Vibo

     

    Busta con proiettili e minacce a giornalisti e legale di Vibo

    26 dic 15 Una busta con una frase intimidatoria, un proiettile ed il titolo di un articolo del Quotidiano del Sud. È il messaggio ricevuto la vigilia di Natale dai giornalisti Francesco Mobilio e Pietro Comito, cronista della redazione Vibonese de Il Quotidiano del Sud e direttore dell'emittente LaC, e dall'avvocato del Foro di Vibo Marco Talarico. Circa sei anni fa, i due giornalisti ed il legale avevano ricevuto analoghe minacce aventi sempre lo stesso argomento: il cosiddetto "Palazzo della Vergogna", un edificio nel pieno centro di Vibo rimasto disabitato per 24 anni e divenuto pericolante e pericoloso per l'incolumità pubblica. Il palazzo è stato abbattuto poco prima di Natale. Il titolo di giornale ritagliato, infatti, riguardava la notizia dell'avvio dei lavori di demolizione. Al ritaglio era unita la frase scritta al computer in stampatello: "Pi mo u iettasti... A scordata... i frati 7,65... Mu ti guardi sempre", in sostanza un avvertimento a guardarsi le spalle da questo momento in poi, il tutto accompagnato da un proiettile calibro 7,65. I due giornalisti, che in passato si erano occupati del caso, hanno presentato denuncia ai carabinieri che hanno avviato le indagini sequestrando la busta ed il suo contenuto. Una denuncia è stata presentata anche dal legale che, in qualità di presidente del consiglio comunale di Vibo, nel 2008, presentò all'assemblea, che poi l'approvò, l'ordine del giorno in cui si diede indirizzo all'esproprio dell'area. Ma la pratica, però, giace da allora negli uffici comunali.

    "La gravissima intimidazione perpetrata ai danni di chi svolge la propria missione con professionalità non disgiunta da onestà intellettuale e rispetto della verità e di chi ha svolto il suo dovere nelle istituzioni con grande impegno al servizio della città rappresenta un episodio sconcertante che va duramente condannato". E' quanto afferma il deputato del Pd Bruno Censore, commentando quanto avvenuto a Vibo Valentia, dove ignoti hanno fatto recapitare dei proiettili al redattore del Quotidiano del Sud Francesco Mobilio, al direttore di LaC Pietro Comito e all'avvocato Marco Talarico, già capogruppo del Pd nella passata consiliatura a palazzo Luigi Razza. "Siamo di fronte ad atti gravi e inaccettabili verso cui - prosegue Censore - dobbiamo rispondere con la più totale fermezza. Chi mette in campo il proprio impegno per la comunità, chi fa l'importante scelta di sottrarsi all'omologazione e alla subordinazione va tutelato e sostenuto. Ai giornalisti Francesco Mobilio e Pietro Comito e all'avvocato Marco Talarico vada la mia più viva vicinanza e sentita solidarietà, con l'augurio che sia fatta quanto prima luce sull'accaduto e possano essere individuati i responsabili dell'intimidazione".

    "Esprimo solidarietà ai giornalisti Francesco Mobilio, del Quotidiano del Sud, e Pietro Comito, direttore de La C, nonché all'avvocato Marco Talarico, per le minacce ricevute. Un atto ancora più spregevole perché consumato in un momento particolare come la vigilia di Natale". Nicola Irto, presidente del Consiglio regionale della Calabria, interviene così sulle lettere contenenti un proiettile, accompagnato da un messaggio intimidatorio e da un titolo del Quotidiano sull'abbattimento di uno stabile a Vibo Valentia. "Purtroppo - conclude - la categoria dei giornalisti continua a essere esposta a gravi attacchi e vili intimidazioni che comprimono gli spazi della libertà d'informazione. Ai destinatari di questo ennesimo grave episodio giunga la vicinanza dell'intero Consiglio regionale"

    "Siamo sicuri che le vili minacce perpetrate nei confronti del direttore responsabile dell'emittente televisiva La C, Pietro Comito, del giornalista del Quotidiano del Sud, Francesco Mobilio e dell'avvocato del Foro di Vibo Valentia, Marco Talarico, ai quali va la nostra solidarietà, non riusciranno a condizionare la loro attività professionale". Lo affermano in una nota il presidente della Provincia di Vibo Valentia Andrea Niglia ed il responsabile dell'Ufficio stampa dell'ente, Pasquale Petrolo. "Le istituzioni deputate - aggiunge Niglia - devono, comunque, reagire in maniera forte e incisiva adottando con la massima celerità tutte le misure necessarie ad assicurare, al Vibonese, una vita sociale più tranquilla e sicura". "L'alto senso etico della professione che accomuna colleghi dalla schiena dritta come Comito e Mobilio non sarà, di certo, scalfito da questi deplorevoli avvertimenti malavitosi", afferma Petrolo. Il quale evidenzia inoltre "il ruolo significativo che il mondo dell'informazione vibonese svolge, da anni, sul territorio provinciale, per promuovere nei cittadini una coscienza civica e la cultura della legalità".

    "E' chiaro che chi cerca vigliaccamente di intimidire un giornalista vuole il silenzio. La verità fa male specialmente in un ambiente dove da sempre sono abituati a tenere tutto sotto controllo". Lo afferma in una nota Adriana Musella, presidente del Coordinamento nazionale Antimafia "Riferimenti". "L'ignoranza e la disinformazione - prosegue - fanno comodo alla 'ndrangheta e a chi con essa fa affari, a tutti quelli che vestono il doppio petto e vorrebbero passare per insospettabili ma che altro non sono se non strumenti nelle mani della criminalità. La Calabria è piena di questa gente e ancor più la provincia di Vibo Valentia dove massoneria e 'ndrangheta dettano il vangelo. E' gente questa che non vale niente, che colpisce nell'ombra, pavidi,senza coraggio se non quello di delinquere. A Pietro Comito e Francesco Mobilio la nostra affettuosa e concreta vicinanza".

    Il movimento "Giornalisti d'Azione", in una nota, esprime "piena solidarietà ai colleghi Comito e Mobilio destinatari di una lettera di minacce corredata da un bossolo di pistola". Il movimento esprime "sdegno, riprovazione e disprezzo per la parte 'malata' della Calabria, quella della 'ndrangheta, del malaffare, delle minacce a chi svolge il proprio lavoro, delle intimidazioni a chi vorrebbe una Calabria diversa". "Giornalisti d'Azione" esprime "indignazione e rabbia, per questi gesti vili che mirano a soffocare la democrazia, la libertà, la volontà di chi lavora per tentare di attribuire un volto nuovo ed onesto ad ogni ambito della vita sociale della Calabria". Il movimento, "nell'augurarsi che i protagonisti di queste azioni vigliacche vengano assicurati al più presto alla giustizia, coglie l'occasione per richiamare la necessità che anche nella nostra terra, a tutti i livelli, si cominci seriamente a compiere un'operazione di 'pulizia' anche della cosiddetta 'zona grigia' capace, cioè, di isolare coloro i quali pur non avendo la 'patente' di mafiosi, e dunque pur non usando fucile e pistola, condizionano le persone in ogni ambito sociale, soffocando, nei fatti, ogni tentativo di cambiamento reale".

    "La seria e reiterata minaccia perpetrata nelle ultime ore ai danni di Comito e Mobilio e che vede coinvolto anche l'avv. Talarico, conferma quanto sia diventato difficile svolgere informazione in Calabria, terra dove dilaga la cultura della minaccia ai danni dei sempre più coraggiosi operatori dell'informazione". Lo afferma Franco Cavallaro, segretario generale Cisal e consigliere nazionale della Fnsi. "L'insano gesto - prosegue - mira a mettere a dura prova la capacità di reazione di una popolazione che non può non esprimere il suo più pieno sdegno contro chi persevera in una delle azioni più assurde e intollerabili se è vero che questo tipo di minaccia ha la pretesa di mettere a tacere chi quotidianamente spende la sua professione nella caparbia difesa e tutela di ogni diritto di libertà. A Comito e Mobilio non basta più la solidarietà della società civile in tutte le sue articolazioni. L'intimidazione invita tutti a riflettere e a individuare il più ideale sistema di ferma condanna contro chi ha deciso che la minaccia può apparire il metodo più adeguato per scoraggiare l'impegno professionale di chi continua a lottare contro l'illegalità e la criminalità garantendo la più libera informazione. Lo Stato deve farsi carico dell'assurdo reiterare di questi gravi episodi intensificando il controllo sul territorio, garantendo al giornalista la propria libertà professionale, rassicurando la popolazione che chiede ormai da tempo e con forza il ripristino della normale condizione di vita".

    "Sono tornati alla carica e forse con maggior impeto. Potrebbe essere questa la più ideale definizione del vile messaggio intimidatorio recapitato ai colleghi Comito e Mobilio, vittime, con l'avv. Talarico di una assurda intimidazione. Un messaggio che esprime la piena determinazione di chi si affida a questi insani gesti per frenare l'orgogliosa passione di due colleghi che si spendono giornalmente in una sempre più coraggiosa fatica sul sempre più difficile campo della più attendibile informazione". Lo afferma in una nota Giuseppe Sarlo, del Collegio nazionale dei Probiviri della Fnsi. "Forse - prosegue - è il momento di pesare il già voluminoso fardello che include tutte le minacce perpetrate ai danni di tanti colleghi che sfidano chi mira a destabilizzare l'articolazione delle istituzioni, intervenendo con una proposta seria, concreta ed immediata, pronta a frenare la facilità con cui si continua ad attentare alla vita di chi opera per aiutare la società ad andare avanti. La cultura della solidarietà non serve più a nulla perché il dato più preoccupante è dovuto al fatto che il numero dei minacciati sale sempre di più senza che intervenga alcun provvedimento".

    "Massima solidarietà per questa ignobile intimidazione, ancora più grave perché perpetrata in un momento che dovrebbe veder prevalere la parte migliore di tutti noi, ma a quanto pare per alcuni non c'è una parte migliore". Gianluca Callipo, sindaco di Pizzo e coordinatore nazionale di Anci Giovani, esprime solidarietà all'avvocato Marco Talarico e ai giornalisti Pietro Comito e Francesco Mobilio. "Un gesto gravissimo che probabilmente mirava anche a minare la serenità delle famiglie dei destinatari proprio a Natale - continua Callipo -. Ma l'aspetto più allarmante è che vengano presi di mira professionisti di grande spessore, che con il proprio lavoro contribuiscono alla crescita di questo territorio. L'auspico è che gli inquirenti riescano presto a individuare gli autori di questa intimidazione, assicurandoli alla Giustizia".

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