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    Ndrangheta a Roma, 9 arresti dei CC tra Tivoli e Guidonia

     

     

    Ndrangheta a Roma, 9 arresti dei CC tra Tivoli e Guidonia

    15 dic 15 Un'operazione dei carabinieri del Comando Provinciale di Roma contro le infiltrazioni della 'Ndrangheta è in corso tra il Lazio e la Calabria: 9 i destinatari di un'ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia (Dda) della Capitale. In corso numerose perquisizioni e sequestri di beni a Roma e provincia (Tivoli, Guidonia Montecelio, Castelnuovo di Porto) e ad Africo Nuovo e Bovalino (Reggio Calabria). Per 4 dei 9 destinatari delle misure cautelari l'accusa è di far parte, a vario titolo, di un'associazione per delinquere operante nella provincia di Roma, finalizzata allo spaccio di droga proveniente dalla Calabria. Con l'aggravante della disponibilità di armi, dell'impiego di minorenni nello spaccio e di aver agevolato l'attività della 'Ndrangheta con articolazioni in Calabria e Lazio per il controllo delle attività illecite. Al capo dell'associazione, un 34enne originario di San Luca (Reggio), contiguo alla cosca Nirta-Romeo-Giorgi, è stata anche contestata l'intestazione fittizia di attività commerciali. A riscontro del fatto che l'attività illecita venisse condotta per conto della 'Ndrangheta, nel corso delle indagini, svolte dai carabinieri della Compagnia di Tivoli, sono stati recuperati i 'pizzini scritti' da un elemento di vertice della 'Ndrangheta, attualmente detenuto in carcere, che contenevano istruzioni su come l'organizzazione dovesse muoversi nella gestione dei traffici illeciti.

    La droga arrivava dalla Calabria. L'indagine della Direzione distrettuale antimafia (Dda) di Roma che ha portato a nove arresti - 7 in carcere e 2 ai domiciliari, 8 uomini e una donna - è partita dai carabinieri di Tivoli indagando sull'influenza che alcuni calabresi legati alla 'Ndrangheta esercitavano sul traffico di droga nella periferia est della Capitale. I due calabresi - secondo quanto ricostruito - nel cuore della Locride (Reggio Calabria) gestivano un ingente traffico di cocaina, eroina ed hashish, che arrivava dalla Calabria nelle piazze di spaccio di Roma. L'analisi dei 'pizzini' scritti da un boss in carcere e ritrovati ha aiutato nel ricostruire l'organigramma dell'associazione a delinquere gestita dai calabresi. Questi prima importavano la droga dalla Calabria e successivamente la cedevano a diversi gruppi organizzati dell'area Tiburtina di Roma per lo spaccio al dettaglio. I proventi dell'attività illecita venivano riportati in gran parte in Calabria.

    Capo banda minacciava clienti bar con pistola. Il capo della banda operante a Roma e provincia e legata alla 'Ndrangheta del Reggino, colpita stamani dai carabinieri, aveva un comportamento mafioso, secondo gli inquirenti: ha minacciato più volte con la pistola dei romeni che frequentavano un bar di Guidonia (Roma) dove andava anche lui. Quando il proprietario del locale si è lamentato gli è stata spedita una busta con dentro un proiettile. L'organizzazione sgominata oggi su mandato della Direzione distrettuale antimafia (Dda) di Roma usava le armi per minacciare e intimidire debitori e rivali, hanno accertato gli investigatori. A Tivoli, vicino a Roma, nel garage di uno dei membri dell'organizzazione c'era l'arsenale. Sono stati sequestrati una pistola Browning calibro 6,35 ed un fucile calibro 12 a canne mozze, entrambi con la matricola abrasa. Un corriere dell'organizzazione e' stato rapito, chiuso in un garage, picchiato e minacciato di morte perché accusato di essersi fatto portare via quattro chili di eroina durante il trasporto in Puglia per la cessione ad un gruppo di criminali albanesi. Per questo due degli arrestati nell'operazione dei carabinieri di Roma sono accusati di sequestro di persona a scopo di estorsione: si tratta di un italiano e di un albanese.

    Prestipino: preoccupa ramificazione esponenti ndrangheta. Lo stabile inserimento e ramificazione di esponenti della 'Ndrangheta nel territorio della provincia di Roma, con "il salto di qualità rappresentato dal metodo violento usato, rappresenta una seria preoccupazione per le conseguenze che queste presenze hanno sul territorio". Lo ha detto il procuratorie aggiunto di Roma Michele Prestipino, responsabile della Dda di Roma, in merito all'operazione che ha portato all'emissione di nove ordinanze di custodia cautelare tra Tivoli e Guidonia. Al vertice dell'organizzazione c'era Luca Cosmo, 34 anni, nipote di Giovanni Giorgi, boss della cosca ionica già detenuto a Pesaro. Era quest'ultimo a dare al nipote, con pizzini, indicazioni sulla gestione del traffico di droga. In carcere, per associazione a delinquere di stampo mafioso sono finiti, oltre a Cosmo, anche Franco Neroni e Christian D'Angelo. Per reati minori sono stati arrestati anche Endri Sulaj, Rocco Esposito, Taison Fudorovic (tutti in carcere), nonché Raffaella D'Angelo, compagna di Cosmo, e Paolo Proietti (ai domiciliari). Le indagini, coordinate dal pm Francesco Minisci, sono state condotte dal colonnello Luciano Magrini (comandante CC di Frascati), dai capitani Andrea Cinus (Tivoli) e Gianluca Ceccagnoli (Ostia).

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