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    Manifestazione dei sindacati a Trebisacce per lavoro e infrastrutture

     

     

    Manifestazione dei sindacati a Trebisacce per lavoro e infrastrutture

    14 dic 15 Si è svolta a Trebisacce una manifestazione organizzata da Cgil, Cisl e Uil per chiedere un piano territoriale per il lavoro e le infrastrutture con investimenti pubblici ed un nuovo patto per la legalità. Allo sciopero ed al corteo hanno partecipato oltre mille persone, i rappresentanti sindacali e molti sindaci. Per protestare contro l'abbandono delle aree interne è stato occupato per circa mezz'ora un tratto della la statale 106. "Oggi - ha detto Luigi Sbarra, della segreteria nazionale della Cisl - si gioca una partita importante per la crescita e lo sviluppo di questo territorio, che è fondamentale per il tessuto industriale e produttivo e dei servizi per l'intera Regione. Simbolicamente, qui da Trebisacce, oggi parte un processo di mobilitazione per riportare il tema del Mezzogiorno al centro e fra le priorità da affrontare a livello nazionale. Per lunghi anni la Calabria e questo territorio sono stati considerati dalla politica come un granaio elettorale, un luogo ideale per raccogliere voti e consensi nelle giornate delle elezioni, salvo poi dimenticarsene il giorno dopo. Gli scippi e i tagli sono sotto gli occhi di tutti. Sono a rischio alcuni presidi industriali e produttivi, come l'Italcementi di Castrovillari, la centrale Enel di Rossano. Si tagliano servizi pubblici importanti come il Tribunale di Rossano,gli uffici dell'Agenzia delle entrate in vari Comuni". "Si indebolisce - ha aggiunto Sbarra - l'offerta sanitaria colpendo gli ospedali, ci sono livelli impressionanti di disoccupazione giovanile e poi non si affronta quella che per noi rimane l'emergenza , cioè quella di mettere in sicurezza questo territorio. Il territorio della Sibaritide e del Pollino merita un'attenzione forte per un Piano straordinario di salvaguardia, di bonifica, di manutenzione per evitare disastri. La Politica regionale e nazionale deve riaccendere l'auricolare dell'ascolto verso questo territorio. Noi oggi lanciamo la sfida alle istituzioni locali, alle forze imprenditoriali e alla politica di un Patto sociale per la crescita e lo sviluppo di questo territorio. Se i risultati arriveranno bene, diversamente noi andremo avanti con le iniziative di lotta e di protesta".

    "Non è possibile continuare ad assistere passivamente ai continui e ripetuti tagli di risorse e finanziamenti su settori strategici per lo sviluppo della Calabria come le ferrovie, le strade, le infrastrutture. Ugualmente inammissibili sono i permanenti e ingiustificabili preconcetti sui forestali che, ritengo, siano la motivazione per cui in Commissione Bilancio ci si avvia a decidere il non finanziamento dei 30 milioni di risorse necessari alla copertura annuale". Lo afferma, in una dichiarazione, il presidente della Commissione Ambiente del Consiglio regionale, Domenico Bevacqua. "Bevacqua - è scritto in un comunicato - stamane ha partecipato allo sciopero indetto dal sindacato unitario della Sibaritide e Pollino, condividendo le ragioni della mobilitazione e le rivendicazioni 'giuste e sacrosante' dei lavoratori, da troppo tempo ostaggi dell'incertezza, di promesse mai mantenute, nonché dell'assenza di una coerente politica del lavoro". "Il momento è difficile, ma, proprio per questo - prosegue Bevacqua - bisogna tenere dritta la barra, evitando che luoghi comuni e pregiudizi si annidino nelle motivazioni che sottendono a scelte e indirizzi programmatici. Forestali e Lsu sono, prima di tutto, lavoratori. Sta a noi impiegarli nella maniera più produttiva e utile possibile. E la Calabria può e deve saperlo fare. Non è tirandosi indietro rispetto alle proprie responsabilità che la classe politica può pensare di trovare soluzioni. Al Governo dobbiamo chiedere un piano straordinario per il lavoro e l'occupazione e maggiore attenzione per le questioni irrisolte della Calabria e del Mezzogiorno. Dal canto nostro resta invariato l'impegno e la volontà di dimostrare che la musica è cambiata, a cominciare dall'utilizzo finalmente razionale e produttivo dei fondi comunitari".

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